“L’Italia è
una repubblica fondata sul lavoro…” cosi recita il primo articolo della nostra
costituzione, anche se al giorno d’oggi sembra un articolo piuttosto anacronistico.
Da un po’ di tempo sembra che aleggi su
di noi una cappa nera la quale opprime le nostre vite, un mostro che incute
paura, incertezza, un mostro da esorcizzare nei vari modi che ci suggeriranno
vari esperti e politici di turno, questo pericoloso demone si manifesta sotto
il nome di “CRISI”. Sempre più spesso mi capita
dovunque mi trovo di vedere persone nel pallone, incerte del loro futuro, del
loro avvenire e della sorte dei loro beni. Tutto ciò non mi desta una grande
preoccupazione, quello che più mi addolora e mi spaventa seriamente è il vedere
la gente in uno stato di ansia perenne, pendere dalle labbra dei telegiornali
aspettando che arrivi una qualche buona novella, come un condannato a morte aspetta
la grazia per sfuggire dalle mani del boia. Altra pia pratica tramandataci nei
secoli e sempre attuale, essendo la via più semplice da seguire, è la
lamentela, l’autocommiserazione, il piangersi addosso accollando la colpa ora a
Monti, Berlusconi, Prodi e via discorrendo; piuttosto che farsi prendere dal
panico perché non ci si ferma un secondo e ci si chiede cos’è questa crisi?
Esiste davvero? Da dove viene? Chi la generata e chi la dovrà pagare? A quale
pro e a vantaggio di chi? Perchè non si ragiona analizzando attentamente passo
passo tutto ciò? Chi scrive non è un esperto di economia e soprattutto non vuole
in nessun modo ergersi su un pulpito a voler dare lezioni ma è solo una persona molto curiosa
che non si è mai accontenta delle verità preconfe-zionate trasmesse da
istituzioni, tv, scuola etc e che sull’esempio di S. Tommaso ha sempre voluto
toccare con mano per credere e convalidare ciò che ci viene tramandato. Con
questa mia lettera voglio solo esporre il frutto del mio ragionamento, non
ulteriori teorie o annunci di sventura ma fatti concreti, i quali spero siano
di ausilio al risveglio delle nostre coscienze e della nostra ragione, ribadendo
ancora una volta che l’ultima mia intenzione sarebbe far la predica o la morale
a chicchessia, questo è un compito che lascio ad altri. Per il resto mi reputo
una persona comune che nel mio piccolo mi sforzo piuttosto che puntare il dito
e dare giudizi a capire chi mi sta innanzi e l’ambiente dove vivo, quindi penso
o meglio ne sono convinto di non poter in alcun modo giudicare un mio simile
essendo anch’io un uomo soggetto all’errore e passibile di giudizio, quindi che
potrei insegnare? Un altro errore che voglio evitare al lettore è il lasciarsi
trasportare da quello che scriverò, non scambiando la lettera per un manuale di
istruzioni di un mitomane in cerca di adepti, un vaso da dove estrarre soluzioni
o peggio un incitamento alla rivolta, e solo lo sfogo (dopo il sentire
quotidianamente solo lamentele e preoccupazioni varie) rivolto alla mia gente
in preda ad una psicosi alimentata da chi ci “informa” di disgrazie imminenti,
emergenze di vario genere, borse che crollano, incendi, alluvioni e chi più ne
ha più ne metta, al contrario è un invito ad usare la propria razionalità
filtrando le varie “informazioni” e non
prendere per oro colato tutto ciò che si sente, sforzandosi di “partorire”
come diceva Socrate la verità che è dentro di noi e che nessuno può insegnarci.
Altresì spero che altro frutto di queste righe sia il diffondersi di una certa serenità
prendendo coscienza che non siamo ad un passo dal disastro o “alla fine dei
tempi” ma siamo solo noi “gli artefici del nostro destino”. Detto ciò cercherò
di spiegare passo passo il motivo dei miei dubbi.
E’ chiaro
come il nostro tempo sia piuttosto incerto(in senso positivo) poiché ci
troviamo in un periodo di grande cambiamento, ci troviamo nel bel mezzo di una
rivoluzione epocale la rivoluzione tecnologica, la quale al pari delle
precedenti rivoluzioni agraria, industriale etc, comporta (essendo un periodo
di transizione) una certa dose di paura poiché non se ne conosce lo sbocco ma
avrà un suo termine in cui raggiungerà uno status quo dove probabilmente i
nostri figli o nipoti raccoglieranno quello che gli avremo lasciato, come noi
facciamo oggi raccogliendo i frutti lasciati dalle precedenti generazioni. Dal
dopoguerra in poi, nella nostra nazione come nella maggior parte di quelle
industrializzate, si è assistito ad un boom economico che ha portato ad una
progressiva crescita della ricchezza ed ad un certo “benessere”. Questo è
quello che ci hanno insegnato a guardare ma quello che spesso si è trascurato
(non per puro caso ma un po’ per ignoranza ed un pò per disinformazione) è il
focalizzare l’attenzione su chi è al timone del cambiamento e l’onestà del suo
operato ed il costo sociale di questo “benessere”. Uno scrittore di cui non ricordo il nome
paragonava la nostra società occidentale, copia del modello americano, ad “un
cadavere in buona salute” ed a mio modico parere sembra che abbia fatto centro.
Come ho precedentemente detto scrivo questa lettera come sfogo e rammaricato
per la sorte della mia gente vittima di una “crisi”. Volendo fare un analisi
oggettiva di questa fantomatica “crisi”, per non saltare passaggi e smontare
dalle fondamenta questa meschina e lucrosa pagliacciata, guardandomi intorno vedo
persone che perdono il posto di lavoro e questo ci viene rimarcato sempre più
dai tg onde evitare che dovremmo scordarlo (anche se a me suona più come una
minaccia velata), altrettanto oggettivamente vedo i nostri onorevoli che a
causa della crisi non potendo più portar da mangiare alle loro famiglie
allargate aumentano di 1200€ mensili i loro stipendi insieme a qualche altro
privilegio, ma per far ciò mi tocca leggere ed informarmi in modo più faticoso,
poiché sempre i tg ciò lo dimenticano chissà perché (mysterium fidei); vedo
anche andando a mettere un po’ di carburante nell’auto come aumentano i prezzi,
vedo persone che rappresentano lo stato (costretti e non per scelta) ad andare
a lavoro con i mezzi pubblici, vedo pure nel derby Roma-Lazio 60 auto blu
andare a vedere la partita pur essendo illegale, vale a dire che ci vanno con i
soldi del cittadino, vedo persone costrette a pagare tasse sempre più esose sui
beni di prima necessità e calciatori, politici, grossi imprenditori
rabbrividire al solo pensiero di togliere un po’ del loro superfluo. Questi
sono tutti dati oggettivi e penso si potrebbe andare avanti fino alla gastrite
o un ulcera. Come prove della “crisi”, ci potremmo accollare tasse e contro
tasse se non fosse per l’agire tutt’altro che parsimonioso dei nostri
“onorevoli” politici e company. Se per
un attimo accantoniamo tutto questo è prendiamo altri esempi vedremo il tutto
sotto un'altra ottica, l’ottica del popolo sovrano dove il potere è nella mani
del popolo (democrazia) e non nelle mani di poche persone (oligarchia), come
nei governi attuali . Una storia che voglio raccontare in modo molto
riassuntivo e in sordina come lo trovata non essendoci sbattuta in faccia come
quella della Grecia, poiché fa tremare i governi banche e sistemi finanziari
quindi meglio che non si conosca e i nostri nostri tg faranno di tutto affinchè
non si diffonda e porti una altra “rivoluzione araba”, è la storia dell’
Islanda. Sembra una terra sperduta difficile per molti (tra questi ci sono pure
io) da collocare geograficamente eppure tempo fa è uscita fuori non per i suoi
onori ma per le sue disgrazie. Se ricordate è le terra che ha bloccato il
traffico aereo in mezza Europa, questo le ha dato subito notorietà, ma sempre
la tv non ha esaltato i suoi abitanti degni di una lode maggiore, in primis per
aver cacciato fuori politici e banchiere, facendogli pagare la loro “crisi” ed
esserne usciti senza nessun sacrificio. L’
Islanda di per se è sta una delle nazioni più ricche del pianeta, finchè a
causa della privatizzazione delle banche 2003, l’entrata di istituti finanziari
esteri, il fallimento di banche online che nel frattempo si erano infiltrate e delle
successive pressioni finanziarie di Inghilterra ed Olanda iniziò in modo
esponenziale a moltiplicarsi il debito pubblico finchè non fu dichiarata in
bancarotta. Il primo ministro di allora chiese aiuto al fondo monetario europeo
con vari prestiti, insomma si era innescata una spirale che portava sempre più
in fondo il paese e la gente ne cominciava a risentire. Si chiesero e si
ottennero le dimissioni del governo, nel frattempo si affiancavano i potenti (avvoltoi)
della finanza e dell’Unione Europea (sembra sempre più la nostra storia e
speriamo pure il finale) consigliando per i prossimi 15anni di aumentare la
pressione fiscale sul popolo ed adottare misure drastiche per risanare il
debito pubblico lasciato dalle banche(privatizzate) verso altri privati, cosi pensavano era l’unico modo per
restituire i soldi e uscire dalla crisi e di questo ne era pure convinto
(malgrado era di principi diversi) il nuovo governo che era stato eletto con
elezioni anticipate. Sembrava tutto ok ma avevano fatto i conti senza l’oste,
il popolo non ci stava a rinunciare alla propria sovranità ed a pagare un
debito contratto da banchieri e magnati della finanza, cosi il loro capo dello
stato davanti alla protesta del suo popolo disdegnò di addossare il fardello
della “crisi”ai sui cittadini e indisse un referendum malgrado le minacce
dell’Olanda dell’ Inghilterra (le nostre attuale Francia e Germania) l’Unione Europea
etc. Nel 2010 il referendum fu un successo, vinse con il 93% dei consensi, ma
ciò porto su tutte le furie i capoccioni della finanza e i vari politici
europei che fecero terra bruciata, da qui si ebbe una risposta altrettanto
turbolenta del popolo Islandese che spinse affinchè si indagasse sulle
responsabilità del crollo finanziario. Dopo le indagini l’Interpool emise un
ordine internazionale di cattura arrestando alcuni dei vari responsabili mentre
i restanti si diedero subito alla fuga. In questo clima di pulizia si creò
ex-novo una nuova costituzione cacciando fuori banche estere e soldi virtuali,
l’assemblea costituente fu composta da 25 su 522 cittadini scelti tramite
elezioni popolari, per la candidatura si
richiedeva solamente la maggiore età, avere l'appoggio di almeno 30 persone ed
essere liberi dalla tessera di un qualsiasi partito. Le riunioni della nuova
carta costituente furono fondate su principi e consigli del popolo sovrano, la
gente ha seguito la redazione della propria costituzione tramite internet dando
pareri e consigli in diretta, insomma è una nazione padrona e fondatrice della
sua costituzione, non succube di leggi fatte da politici. E cosi questa nazione
è uscita fuori dalla crisi con le proprie forze senza sacrifici senza aiuti
della Bce o altre banche senza cedere a ricatti internazionale e diventare una
colonia, l’Islanda ha capito che “essa sarebbe stata l’artefice del proprio
destino”, non ha sussurrato sotto voce o con lamentele che il popolo è sovrano,
ma ne è diventata cosciente, e prima di finire con il culo per terra ha preso
le redini della propria sorte cacciando il male dall’interno.
Ho voluto raccontare questa storia come fatto concreto e facilmente
consultabile per chi lo vorrebbe approfondire tramite uno strumento che fino ad
oggi nella storia dell’uomo è stato il maggior strumento di libertà: internet.
Tramite questo servizio molte minoranze da secoli costretti a restar chiuse nel
loro angolo hanno fatto sentire la loro voce reclamando i propri diritti e
arrivando con un inarrestabile passa parola a capire l’importanza del loro
giudizio o del loro voto, come è successo nei paesi arabi, dove sono state rovesciate
dittature che sembravano impossibile da distruggere. Questo strumento ha dato
la possibilità del commercio libero, fuori dalle grinfie e dall’egemonia di
commercianti che decidevano loro i prezzi delle varie merci, oggi chiunque può
comprare e vendere a prezzi modici e senza intermediari, non è forse uno
strumento di grande libertà? Non è a vantaggio del popolo? Per ora si! E spero
nell’avvenire lo resti senza censure e bavagli, spero rimanga quella piazza
virtuale dove chiunque possa dire quello che pensa che piaccia o meno. Essere
liberi significa essere padroni del proprio destino e non semplici osservatori,
anche se ciò implica maggiori responsabilità. Voltaire diceva “anche se non la
penso come te, mi batterò fino alla morte affinchè tu abbia la possibilità di
dire quello che pensi”. Comunque ritorniamo a noi dopo avere preso coscienza
della questione Islandese posso liberamente affermare quello che penso, cioè
che il potere viene dal basso, è il popolo che comanda, è il popolo che
legittima le tasse sempre più esose e le legittima soprattutto con le proprie
lamentele, mi viene da chiedermi perché chi si lamenta non agisce? La risposta
che mi sono dato e mi hanno dato i miei interlocutori ad oggi è: “ma alla fine
io sto bene mica non mi posso comprare il pane”? Quindi penso che questa sia la
loro forza: il “benessere” della gente, in fondo ci lamentiamo ma stiamo bene
abbiamo le pance piene perché alzare la voce e reclamare i nostri diritti?
Perché essere i padroni del cambiamento meglio esserne le vittime, comporta
meno responsabilità. Molti dicono di questo passo si arriverà alla fame, ma io
ribatto perché dobbiamo aspettare che arriviamo con l’acqua alla gola prima e
non agire pensandoci prima? E mi rispondo perché non abbiamo fame! Se avessimo
fame avremmo già agito da tempo, quindi penso e me ne convinco sempre più che
il nostro male siamo noi stessi non chi comanda. Il potere secondo il principio
di legittimazione viene sempre dal basso, esso dice “non chi ti punta un arma alla tempia comanda ma chi è minacciato gli
da il potere, pensate di puntare un arma ad una persona che o vive o muore fa
lo stesso che potere avreste su di lui? Non vi riderebbe in faccia essendo
tutt’altro che spaventato? ”. Che potere hanno i nostri politici che fanno
leggi per “salvarci” dallo spauracchio di divenire come la Grecia e non ci
parlano dell’Islanda? Che potere hanno i nostri politici che per parlare della
“crisi” fanno quattro cinque prove per sembrare più credibili, come se il
parlamento fosse un set di Cinecittà? In effetti non hanno nessun potere se non
gli viene dal popolo, il popolo è sovrano non sulla carta ma nella realtà, il
problema non è loro è nostro che quando parliamo della nostra sovranità ne
parliamo con la bocca ma non come un principio in cui crediamo, meglio farci
giostrare da pochi che essere noi i responsabili delle nostre sorti. Dove sono
i nostri politici che volevano salvarci dallo spauracchio della crisi e della
Grecia, non sono adesso tutti da una parte con lo stesso pensiero: che un
debito non nostro dovrà essere pagato da noi? In democrazia ci deve essere obbligatoriamente
un opposizione dov’è nel nostro governo? Tutti sono su un'unica sponda, mettere
tasse ovunque e forse se si sbrigano l’unica cosa che è rimasta da tassare sono
le casette del presepe. Dottor Monti non è una bella idea? Non ci aiuterebbe a
risanare il debito pubblico fatto dai suoi amici? Potrei essere titolato per
questa genialità con una medaglia al valore o divenire cavaliere della res publica?
Popolo mio ancora credi in questo stato? Lo stato dov’è quando la mattina ci si
alza (e già questa è una fortuna) e si va a lavoro? O meglio mi correggo lo
stato c’è, poiché non solo succhia il sangue ai suoi figli volendo conto del
sudore della propria fronte ma anche a chi gli prova a dare lavoro. Dopo
l’arresto del boss Zagaria molti suoi compaesani intervistati hanno detto: “lo stato ci conosce solo per le tasse”, nel
nostro sud non è vero che le varie mafie, dall’unità d’Italia ad oggi, sono
nate e hanno proliferato a causa della perenne assenza dello stato? E perché la
gente a chi gli da’ da mangiare dovrebbe vederlo come un potenziale nemico e
chi lo riempie di tasse dovrebbe vederlo come amico? E sempre chiedo allo stato qual è la
differenza tra le tasse ed il pizzo? Molti risponderebbero: le prime sono
legali, ed io replicherei ma perché sono legali perché l’hanno detto loro? Ma
essenzialmente sono la stessa cosa, chi la prende nel di dietro è chi lavora,
se non paghi le tasse ti tolgono tutto se non paghi il pizzo ti danno fuoco,
insomma meglio non lavorare. Il mio è solo un ragionamento razionale non un invito
a non pagare le tasse (quando sono eque) anche se ad oggi per come si mettono
le cose meglio non pagarle poiché l’unico vantaggio è “essere apposto”, ma mi
chiedo: fino a tempo addietro i nostri nonni compravano, anche a costo di non
mangiare, il paradiso per se e per i propri cari pagavano profumatamente con i
loro sacrifici ed erano felici “erano apposto”, oggi ci viene difficile calarci
nelle loro menti ma se ci proviamo anche per un attimo pensate che felicità
aver comprato il paradiso! Anche se la vera felicità era di chi lo vendeva,
comunque oggi pensiamo chi era più fesso chi si metteva la coscienza apposto e
comprava o chi vendeva? Chi dava il potere a questi santi sacerdoti? Il popolo?
Penso proprio di si poiché essi non avevano nessun potere finchè non decidevano
di sottomettersi. Oggi chi da il potere di aumentare tutto, non essere padrone
dei propri sacrifici e pagare fino alla morte? Sempre il popolo, il quale si
lamenta. I nostri “onorevoli” che poco hanno a che fare con il loro nome, le
nostre banche, come possono arrivare fino a noi anche se sembra che non
smuovano un dito? Come fanno a controllare le masse creando psicosi varie? Me
lo sono chiesto e mi sono dato pure una risposta, tramite la tv. La tv di per
sé è uno strumento innocuo ma ciò dipende da chi lo padroneggia, oggi giorno
chi ha soldi ha in mano i mezzi di comunicazione e decide quello che va bene e
quello che non si deve dire, al solito per convalidare la mia tesi ho fatto la
prova del nove e adesso la farò ad alta voce. Di per se i nostri tg non danno
mai belle notizie perché? Una prima soluzione potrebbe essere come ci insegna
un proverbio cinese “fa più rumore un albero che cade che una foresta che
cresce”ed in parte potrebbe essere la verità, ma andiamo un po’ più a fondo a
cosa serve intimorire le persone? Ragionando sotto un ottica economica non
sembrerebbe avere senso, ma il trucco c’è e non si vede. Ogni anno che passa
fate attenzione all’emergenza estate: caldo afoso, anziani che muoiono, foreste
distrutte etc, poi emergenza inverno: valanghe, alluvioni, slavine etc, a breve
penso arriverà pure l’emergenza natale, pasqua e cosi via. Ricordate tempi
addietro quante persone morivano con la sars? Poi per magia non appena lo stato
ha acquistato con i nostri soldi, milioni di vaccini ancora invenduti, riempiendo
la pancia di qualche casa farmaceutica si è rotto l’incantesimo! Ricordate la
mucca pazza, le carni di pollo, quella di suino e tanto altro ancora? Ricordate
la storia dei clandestini e come si sarebbe potuto risolvere il problema?
Semplice, bastava impedire che arrivassero a Lampedusa e tutto si sarebbe risolto
no? Cosi per anni ci hanno dato a capire, togliendo l’emergenza Lampedusa in
Italia il problema immigrazione sarebbe stato risolto. Non si ripete la storia
come avveniva per in nostri nonni quando partivano per l’America? Non eravamo
visti (come loro) sporchi, la causa dell’abbassamento medio dell’intelligenza
nazionale? Un problema per la nazione, anche se poi siamo stati il braccio
operativo della loro economia facendo tutti i lavori più umili che loro non
volevano fare? E spiegatemi una cosa, dati Caritas di qualche hanno addietro
(quindi dati attendibili non teorie o allarmismi ma persone che nelle mense e
in altri luoghi si trovano in prima linea) dicevano che gli immigrati che
vengono da Lampedusa sono circa il 25% la restante parte da dove arrivano?
Albanesi, polacchi, rumeni, turchi etc arrivano forse da Lampedusa? E quindi
fermando Lampedusa siete ancora convinti che non avremmo avuto “problemi” di
immigrazione? E ritornando al discorso precedente come fa miracolosamente a
sparire tutto, mucche pazze etc dopo
aver fatto crollare i loro mercati? La verità è che quello che dice la tv
diventa dogma di fede e sono loro, politici e finanzieri con i loro fini lucrosi,
a manovrare le nostre menti ed ad avere i nostri consensi, a causa della nostra
scarsa razionalità che ci rende prede ancora più docili. Ciò avviene secondo un
altro principio fondamentale per il controllo delle masse il quale enuncia che
per controllare una massa (che di per se non ragiona ma agisce sotto le leggi
del branco) è fondamentale tenerli nella paura e nell’ignoranza. Finchè
esisteranno questi due presupposti nulla sarà impossibile da fare, ci faranno
bere tutto quello che vorranno e saremo come degli automi assecondando tutto
quello che decideranno loro anche contro la nostra volontà e a nostro
svantaggio. Ecco il perché la tv ci fa vedere dovunque disgrazie, emergenze mantenendoci
in uno stato perenne di paura. Poiché questo ci porta ad essere facilmente
domabili, in seguito filtrando le informazioni
a loro piacimento (infatti ci fanno vedere la Grecia non l’Islanda) il
risultato è assicurato. Ho aperto la mia lettera citando l’articolo uno della
nostra costituzione in quanto il lavoro, su cui era stata fondata la nostra
nazione, è divenuto solamente un principio nobile che oramai serve solo come
ornamento. In realtà la nostra, come la maggior parte dei governi occidentali
si reggono non sul lavoro ma sulla finanza, da Wall Street alle varie borse
europee è l’economia a decidere l’andazzo del lavoro, se ci saranno tagli o
assunzioni, se oggi sarà un giorno fausto o meno, se il diritto alla salute
allo studio è un diritto di tutti o di pochi eletti, quando andare in pensione,
è l’economia a dare il buongiorno al popolo già nelle prime ore del mattino i
tg ci tartassano sull’andamento delle borse se salgono se scendono, se
impennano se “sgommano” etc, se vanno bene usciamo con un certo ottimismo quasi
quasi a dire per questa volta l’abbiamo fatta franca, altrimenti se vanno male
forse meglio restare a casa, ma in realtà la maggior parte di noi cosa ne
capisce di quello che viene detto e che vantaggio ne abbiamo dal loro
altalenare? Che vadano bene o male a noi non entra neanche un euro in tasca, la
nostra giornata farà il suo corso eppure perché ne siamo cosi coinvolti? Penso il
motivo sia sempre uguale ovvero il fatto che la tv è entrata nelle nostre case
come una persona autorevole e quando parla “ex cathedra” lo fa come un docente
universitario o come una persona che ne ha competenza. Quante volte si sente
dire: “ l’ha detto la tv, ieri l’ho sentito dire in televisione” e visto che chi
ci da questi giudizi è “autorevole” non ci importa andare più in la, poiché non
si guarda ciò che ci viene detto ma chi lo dice. Con ciò non voglio demonizzare
la tv creandone un capro espiatore ed unica fonte dei nostri mali, che
basterebbe buttarla come molti dicono e risolvere tutti i problemi, quello che
voglio dire è che la tv è uno strumento e come tale è una lama a doppio taglio,
chi la padroneggia ci fornisce delle informazione, ne filtra accuratamente i
vari contenuti, nulla è lasciato al caso altrimenti perché investire tanti
soldi su uno strumento cosi innocuo? La verità è che è un mezzo di controllo
molto subdolo e sofisticato, chi è al comando ha deciso che c’è “crisi”. A
causa di questa crisi i nostri politici nascosti dietro la tv non ci dicono
ultimamente che “chi vive alle spalle
degli altri è un parassita? ” Ma prima di mettere in onda certe cose i
nostri politici si sono passati la mano sulla coscienza domandandosi alle
spalle di chi vivono? Non si sentono parassiti? Penso di no, poichè prendono
per parassita chi per dare un pezzo di pane hai figli si dà vita come può, e
noi non legittimiamo ciò? Non diamo la colpa della crisi a chi non paga le
tasse? E che dire di loro che godono dell’esenzione delle tasse dei loro miseri
stipendi, più un’altra marea di privilegi, le mogli che vanno a fare shopping
con carte di credito illimitate con i nostri soldi, questo non è un reato?
Perché cerchiamo di accusare il vicino che lavora in nero per “campare”
vedendolo come una minaccia per la società e non guardiamo tutte le loro
malefatte? Chi paga da una vita con il proprio lavoro la propria pensione deve
perennemente vederla ritardare e impoverire? Perché a loro basta un giorno
(come Mastella) o una legislatura per averla (senza contare le baby pensione
delle loro mogli)? Chi paga questi privilegi? Chi lavora con i fondi della
propria pensione, e quindi perché dobbiamo “scannarci” tra di noi quando il
problema non è nostro ma loro? Perché dobbiamo farci indottrinare da loro su
cosa sia reato e non? Non è un offesa all’intelligenza umana?Una canzone di De
Andrè dice così: “… e adesso imparo tante
cose in mezzo agli altri vestito uguale, tranne qual'è il crimine giusto per
non passare da criminali, ci hanno insegnato la meraviglia verso la gente che
ruba il pane ora sappiamo che è un delitto il non rubare quando si ha fame”. E
ancora come fate ad accusare di essere parassiti della società (e quindi anche
la causa) persone che direttamente o indirettamente vi sostentano? Se dite che
la “crisi” c’è e ci dobbiamo abbassare le braghe un po’ tutti ( a vostro dire )
perché da questo insieme vi astenete dopo aver gridato al lupo al lupo? Può
essere questo un campanello di allarme che cela il trucco di un imbroglio bene
impostato? La “crisi” non l’avete generata voi con le vostre bancherotte, i
vostri investimenti sbagliati o noi che con il nostro sudore vi abbiamo
permesso tutti questi lussi? Perché quando c’è da spartire noi non esistiamo e
quando sbagliate investimenti tocca piangerli a noi? Queste domande non sono
rivolte solo ai nostri politici, poiché penso siano solo l’ultimo anello di una
catena molto più lunga e più perversa che governa il nostro tempo ma è pur vero
che si trovano sulla buona strada ovviamente un po’ di gavetta spetta pure a loro.
Ma ritornando al punto di partenza siamo
noi a dargli il nostro potere la colpa e nostra lamentiamoci di noi stessi!
Lamentiamoci di noi che diamo il potere a chi dando lavoro viene massacrato
dallo stato. Quando ci fu il problema di Termini Imerese mi chiedevo: ma se uno
di noi fosse stata al posto di Marchionne lo stato avrebbe voluto una barca di
soldi per tenere tutti i 1.200 operai in regola, ed avreste avuto l’opportunità
di trasferire il tutto in altra sede cosa avreste fatto? La colpa principale
non è sua ma dello stato, secondariamente del dirigente che è costretto ad
agire secondo i principi del’economia (e non del lavoro) su cui si basa la
nostra società di cui vittime sono i lavoratori. Anche qui dov’è lo stato? Non
dovrebbe forse da buon padre di famiglia sgravare le tasse sugli operai e dare incentivi
per le assunzioni, soldi a fondo perduto al posto di tartassare il popolo già
esanime? Se lo stato è padre, usando una parabola evangelica, mi viene in
mente: “quale padre se il figlio gli chiede un pezzo di pane gli da uno
scorpione?” Non lamentiamoci di Monti o chi è stato e sarà al suo posto,
lamentiamoci di noi stessi che non siamo neanche più padroni a casa nostra,
poiché ormai è inutile ragionale sotto un ottica nazionale non continueremo a
capire niente, ormai facciamo parte dell’Europa dobbiamo rispettare certi
parametri economici e non umani, anche a costo di portare il popolo alle fame
riempiendo le pance di finanzieri politici e banchieri. Quindi il dato
oggettivo della perdita del lavoro, i prezzi che aumentano non sono il frutto
della “crisi” ma solo della nostra ignoranza e sottomissione. Penso infine che
lo stato siamo e noi, noi decidiamo chi andrà a governarci potere o meno, noi
siamo il popolo sovrano quindi tutto ciò che accade non è bene addossare la
colpa agli altri ma capire che volenti o nolenti “ogni uomo come ogni comunità
è artefice del proprio destino”.
virnoctis@tiscali.it
P.S: Non firmo la lettera onde evitare pregiudizi positivi o
negativi da parte di chi mi conosce di persona. Firmo con la mia e-mail per riceve qualsiasi critica
positiva o meno. E mi scuso con il lettore per la forma e l’italiano un po’
adattato, ma non essendo un tema lo lascio in brutta copia pensando che
l’importante sia il contenuto non la forma, altrettanto mi scuso per i voli
pindarici da un argomento ad un altro.
I miei complimenti sono rare le persone che scrivono, o meglio, pensano come te si vede che ti distingui dal gregge, cioè dalla massa di pecore che compongono il nostro mondo oramai perduto!!!
RispondiEliminaGna na strinta di geni...
RispondiEliminaBello......
RispondiEliminaHo letto con molta attenzione questo lungo articolo, pregevole è la sua struttura, il testo è scorrevole ed interessante, trovo che l'autore, abbia fatto una precisa fotografia (con le parole) della realtà che ci circonda....il demone Crisi...borse che crollano...disoccupazione...incertezza del domani...corsi e ricorsi storici che si ripresentano...ma quello che più mi ha colpito è l'approccio positivo con cui ha analizzato tutte queste problematiche, contrariamente a quello pessimistico di quasi tutti i mass media.
RispondiEliminaNavigando su internet mi sono imbattuta in una pagina che parlava di "paura" è qui mi è capitato di vedere uno spezzone tratto dal film Dune di David Lynch, che meriterebbe di essere guardato e meditato ogni mattina prima di connettersi a internet o aprire qualsiasi giornale ed essere subissati da notizie ferali.
All' interno di questa pagina c'era anche un articolo che Vi riporto <>
Si, è vero, la crisi esiste, ma non lamentiamoci sempre, non autocommiseriamoci, non piangiamoci addosso, piuttosto nel nostro piccolo diamoci da fare, soprattutto noi giovani non possiamo stare fermi ad aspettare una manna dal cielo, con spirito d'iniziativa e sacrificio costruiamoci il nostro futuro, perchè volenti o nolenti “ogni uomo come ogni comunità è artefice del proprio destino”.
http://www.youtube.com/watch?feature=endscreen&NR=1&v=uzG8SieJKCM "Dune" La paura uccide la mente
Complimenti modo abbastanza elegante di pensare, spero che chiunque possa leggerlo!
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
RispondiEliminaUn grazie particolare va a a tutti coloro che finora (e pure a quelli che verranno dopo) hanno letto fino in fondo l'articolo, anche se avreste fatto un commento negativo ne sarei stato "felice", il vedere che ci sono persone le quali leggono e si informano pure fuori dall' "ortodossia" mi da piacere più di tante altre che guardando le prime righe del testo cartaceo (e non) e lo scartano a priori suscitandogli un unica domanda: Chi la scritto? Che importa chi sono l'importante è il contenuto, l'importante è aprire la propria mente non farci prendere per i fondelli con 5secondi di tg pieno di catastrofi. In un film si diceva: "La Paura è come un fuoco se lo controlli ti riscalda ma se non lo riesci a controllare ti brucia" , ora spesso ci sentiamo forti senza paura ma mi viene da pensare: "excusatio non petita accusatio manifesta" come dicevano i nostri avi e tutt'oggi qualche avvocato lo rammenta, dov'è la nostra forza se non in noi stessi? Perchè aspettiamo che il fuoco venga preso con le mani altrui e nel frattempo guardiamo e giudichiamo piuttosto che agire?
RispondiEliminaVirnoctis
P.s. Ribadisco che non mi piace dare risposte preconfezionate che molti cercano e lasciare i nostri neuroni in letargo, ogni persona deve cercare le proprie di risposte e solo allora potremo riunirci ed essere un unico coro piuttosto che un fuoco di paglia.....
Concordo pienamente con ciò che hai scritto anche se purtroppo chi ragiona come te, giorno dopo giorno deve fare i conti con una società assai simile ad un gregge di pecore non so se riuscirai mai a convincerla comunque non ti non ti faccio scoraggiare dicendoti che hai già convinto me!!!
RispondiEliminaCaro amico, solo adesso trovo il tempo per postare le mie opinioni su quanto hai scritto, innanzitutto mi corre l'obbligo di dirti che chi scrive, raramente ha utilizzato questo strumento, forse perchè lo considero troppo impersonale.
RispondiEliminaFrancamente mi trovo daccordo con Cesare Beccaria quando dice: " ...l'ignoranza è meno dannosa del confuso sapere...", alla luce di questa citazione, che tra l'altro condivido pienamente, ritengo che il tuo pensiero sia in alcuni passaggi fallace, mi riferisco ad esempio a quando parli della virtuosa Islanda, paese distante anni luce da noi non solo dal punto di vista geografico ma anche culturale; le vicissitudini che porti come esempio non possono a mio avviso trovare riscontro e applicazione all'interno della nostra realtà, sono sicuro che convieni con me quando dico che nel bene e nel male siamo figli del nostro retaggio culturale, della nostra storia e questa figliolanza ci porta, forse, anzi certamente nostro malgrado, a mantenere condotte di pensiero che possono apparire ad una prima occhiata caratterizzate da sufficenza.
Ritengo la CRISI un fatto REALE, ma non perchè i media, come tu dici, la esagerano, ma perchè è un fatto che rientra nella natura delle cose. Giambattista Vico parlava di "corsi e ricorsi storici", già in altri periodi l'Italia si è trovata a dover affrontare periodi problematici come quello che stiamo vivendo, ma grazie al senso di abnegazione e sacrificio è riuscita a superarli rafforzandosi.
Certamente la classe politica che ci ha governato sembra avere totalmente perso, la sua funzione di garante del benessere comune, ma ciò non vuol dire che questo incendio debba distruggere anche quanto di buono è stato fatto nei tempi passati.
E' notizia dell'altro ieri che il tasso di disoccupazione giovanile è arrivato al 30%, i Media, facendo il loro lavoro, hanno subito fatto rimbalzare la notizia da un capo all'altro dell'Italia, ci sono per questo; semmai quello che mi fa maggiormente paura, e con questo convengo con te, è il loro servilismo nei confronti di questa o quella compagine politica, prendo allora le tue riflessioni come una esortazione verso una maggiore capacità di discernimento da parte dell'opinione pubblica e concludo dicendo che il nostro piccollo paese non è poi così dormiente come spesso lo si descrive e tu come altri ne siete un valido esempio.
Saluti e auguri.
Carissimo amico mio
RispondiEliminain primis mi preme ringraziarti per l'accurata critica della lettera e per il tempo dedicato lettura, altresi ti ringrazio per le lusinghe finali. Ho letto accuratamente quando mi hai scritto e seppur critico mi ha fatto molto piacere, anche se per alcune cose restiamo di vedute diverse, non perchè io mi creda nel giusto ma in quanto non riesco a capire alcuni passaggi che spero un giorno anche verbalmente mi potrai spiegare meglio.Penso che malgrado il nostro ambiente culturale sia diverso da quello dell'Islanda, dell'Egitto, Libia etc il discorso di fondo non cambia, quando un popolo arriva alla fame qualunque sia la sua posizione geografica,il suo retaggio culturale, il periodo storico in cui vive (anch'io come te mi ricollego a G.Vico)il finale sarà sempre quello o la rivolta o una rivoluzione questo dipenderà da numerose variabili che entrano in gioco successivamente, anche se resto del parere come si dice nel gattopardo: che tutto cambia per restare com'è (purtoppo)! Penso pure caro amico che resterà solo un fiume di parole ne sono convintissimo,come tanti già c'è ne sono in rete e sulla carta. Ne ero già convinto quando iniziai a scrivere la lettera pensavo: ci sarà a chi piacerà, a chi meno, chi si chiederà chi sono etc ma come ripeto nella lettera e lo ribadisco non ho nulla di che insegnare a nessuno, non voglio fare associazioni, farmi pubblicità, fare un altro '68 come fecero tanti figli di papà annoiati di allora che credevano che avrebbero cambiato il mondo, il mio è solo uno sfogo nient'altro, un invito come hai ben capito a fare discernimento con l'unica convinzione che non esiste vero cambiamento se non quello interiore, il mio sforzo ormai da anni è il cambiare me stesso non gli altri(che è impossibile), se non cambiamo singolarmente come persone, se non cambia il nostro modo di vedere non saremo dei ciechi che guidano altri ciechi?E facendo cosi non finiremo in un burrone? Quello che scrivo malgrado possa sembrare a tuo dire un asino vestino da cavallo è solo frutto di quel mio discernimento che è sempre in evoluzione, altrimenti me ne andrei in piazza a passeggiare mani dietro le spalle ed a fare chiacchiere ma non è il mio modo di agire, preferico agire in sordina ed anche in anonimato in modo da ricevere anche critiche da persone come te che mi conoscono ma non sanno chi sono altrimenti non me le avreste dette no? Ed io come sarei cresciuto solo con gli elogi? Quelli servono solo per gonfiarsi. Comunque altro punto in comune che abbiamo trovato è quello della tv,anche se vedo che continui a farti trascinare dai loro dati,eppure mi chiedo insieme a te caro amico non ci dicono che oggi si vive di più? Vero no? Ma quelli che oggi sono anziani sono il frutto della prima metà del secolo passato, in cui c'era un altra alimentazione(quella che oggi con un eufemismo si chiama dieta mediterranea), altri stili di vita, si ammalava di cancro 1 persona su 20 mentre oggi se ne ammala 1 su 3 ma questo non c'è lo dicono ci dicono solo che si vive di più.... (continua sotto)
... se guardi i documentari "luce" del periodo fascista l'italia a dire della tv vinceva ogni guerra, eppure in realtà non ne vinse nessuna se non con l'ausilio della Germania, l'unica che vinse fu quando attaccò una tribù con le lance e noi con le armi eppure a suo dire eravamo un esercito invincibile. Comunque caro amico mio penso che forse dovremmo lavorare sempre e solo su noi stessi quello che fanno gli altri che importa, se noi siamo di esempio a chi ci sta intorno non avremo neanche bisogno di parlare o di scrivere parleranno i fatti allora si che saremo credibili, in caso contrario saremo un fuoco di paglia.Penso che se il nostro agire sia solo rivolto alla raccolta di plausi e consensi saremo allo stesso livello dei nostri politici saremo delle campane sorde, ma finchè ci saranno persone che come te (e qui sono io a ricambiarti sinceramente l'elogio) che malgrado non convergano in toto con quanto sopra ho scritto leggano fino in fondo e lasciano una loro opinione allora si che mi vien ancora da sperare nell'uomo e nella propria intelligenza.
RispondiEliminaGrazie ancora, ricambio sia i saluti e gli auguri estesi pure alla tua famiglia.
Virnoctis
Caro Virnoctis rispondo al tuo post.
RispondiEliminaNel tuo "sfogo" parli di una crisi incomprensibile e inesistente, esagerbata dai media o da chi li controlla, cito testualmente: "cos’è questa crisi? Esiste davvero?", poi, in quello di risposta mi fai il paragone con i paesi nordafricani ridotti alla fame dalle dittature millenarie e parli addirittura di rivolta e rivoluzione ma allora mi chiedo: per te la crisi esiste o no? Forse trascuri il fatto che appunto stai parlando di dittature, forma autoritaria di governo in cui il potere è accentrato in un solo organo, se non addirittura nelle mani del solo dittatore, non limitato da leggi, costituzioni, o altri fattori politici e sociali interni allo Stato e gli italiani sono ormai distanti dai giorni in cui si ritrovarono loro malgrado a dovere subire le angherie del nazifascismo; con ciò voglio dirti che l'Italia a mio avviso è un paese maturo, un paese che da millenni esporta cultura e civiltà, il paese in cui è nato il Diritto, il nostro paese al contrario ad esempio degli Stati Uniti che hanno una storia di appena 600 anni non ha nulla da imparare da altre democrazie, certamente è pieno di contraddizioni, di falle e incongruenze ma perchè tale è l'essere umano.........
Carissimo
RispondiEliminami devi scusasare se ho sbagliato nell'esprimermi cercherò di essere più chiaro nel mio concetto che forse è stato frainteso. Quando parlo di rivoluzione o rivolta ne parlo dei paesi arabi come in Islanda malgrado le palesi differenze culturali etc solo ed esclusivamente per focalizzare l'attenzione sull'uomo, vale a dire che non importa il luogo il tempo o altro anche se viviamo in una società industrializzata non vuol dire che l'uomo non può ragionare,l'uomo è sempre uguale e reagisce in linea di massima sempre e dovunque quand'è con le spalle al muro! Quindi non focalizzare gli esempi ma i concetti.Oggi a differenza dei nostri avi c'è un altra forma di ignoranza (simile ma più subdola rispetto a quella che hai sopra citato di G.Vico), forse non hai mai avuto la fortuna di leggere qualche libro sul controllo delle masse, ieri come oggi nei nostri paesi come in quelli arabi cambiano solo i metodi,ovviamente in base a chi sta sotto, mi spiego oggi non ci spaventerebbero se ci dicessero che se non ti compri il paradiso vai all'inferno,eppure se ragioni con la testa dei nostri nonni avrebbero preferito qualsiasi pena piuttosto che questo,oggi se ci dicono che c'è la mucca pazza nessuno mangia più carne bovina, se ci dicono che apre un nuovo ipermercato dove le cose costano molto più la gente fa a botte per entrare e le domeniche diventano luoghi di culto dove la gente va a massa comprando la merce a prezzi molto più esosi e mi e ti chiedo perchè?Perchè se oggi non ti compri l'ultimo telefonino sei fuori i tuoi stessi amici ti prendono in giro? Lo sai com'è stata testata la carta di credito prima che fosse messa in circolazione? E' stata testata sull'autostima delle persone(un discorso che eventualmente prolungerò dopo).
Questo avviene non certo per virtù dello spirito santo,(ma perchè c'è sempre chi dietro manovra dietro le quinte ieri come oggi),può sembrare fantascienza eppure se per un attimo guardiamo le cose da un altro punto di vista quello prettamente econimico l'uomo serve solo in quando produce e consuma.La penso come te quando dici che noi abbiamo la coltura l'arte e tanto da insegnare a molti, ma penso che non possiamo fare del nostro passato un esposizione da museo da adorare, non possiamo "campare" di rendita sotto il nostro campanilismo di italiani a quello che dici tu dobbiamo dare linfa altrimenti restaimo indietro, tu giustamente dici( e io la penso come te) l'America ha molto da imparare da noi ma chiediti perchè noi come tutte le società occidentali diventiamo sempre più la copia e i tirapiedi dell'america? E' vero anche i giapponesi vengono a studiare diritto da noi poichè il diritto romano è il top malgrado l'età, eppure perchè le leggi che tu saprai meglio di me servono in democrazia (in teoria poi la pratica è diversa) per tutelare i deboli vengono fatte tutte a discapito del popolo? Tu caro amico mio mi parli di democrazia ma per me siamo in un oligarchia e sfido chiunque a dimostarmi il contrario? Quelli che ci stanno piegando a tasse li abbiamo scelti noi? Li abbiamo votati? Chi sono? Detto ciò caro amico non mi voglio dilungare solo per non annoiarti ancora ma tutto ciò rileggilo solo come un punto di vista non come una verità assoluta,quello che penso io della crisi l'ho detto e poi che importa il mmio parere? Io mi sforzo di guardare le cose con gli occhi degli altri e ciò mi aiuta pure a capirli non a giudicarli, anche perchè sono convinto che la verità è uno specchio in frantumi ed ogni persona che ne trova un pezzo è convinto di averla lui solo fra le mani...
RispondiEliminaComplimenti per la leale introduzione, semplice scorrevole è chiara. Rispecchia la condizione sociale attuale.
RispondiEliminaCiao Adele
RispondiEliminagrazie mille per il bel commento e sopratutto spero ti sia stato utile quello che ho detto... Grazie ancora e buona lettura se ti andrà per gli altri articoli.
Virnoctis