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mercoledì 21 dicembre 2011

Ogni uomo è artefice del proprio destino


“L’Italia è una repubblica fondata sul lavoro…” cosi recita il primo articolo della nostra costituzione, anche se al giorno d’oggi sembra un articolo piuttosto anacronistico.
Da un po’ di tempo sembra  che aleggi su di noi una cappa nera la quale opprime le nostre vite, un mostro che incute paura, incertezza, un mostro da esorcizzare nei vari modi che ci suggeriranno vari esperti e politici di turno, questo pericoloso demone si manifesta sotto il nome di “CRISI”. Sempre più spesso mi capita dovunque mi trovo di vedere persone nel pallone, incerte del loro futuro, del loro avvenire e della sorte dei loro beni. Tutto ciò non mi desta una grande preoccupazione, quello che più mi addolora e mi spaventa seriamente è il vedere la gente in uno stato di ansia perenne, pendere dalle labbra dei telegiornali aspettando che arrivi una qualche buona novella, come un condannato a morte aspetta la grazia per sfuggire dalle mani del boia. Altra pia pratica tramandataci nei secoli e sempre attuale, essendo la via più semplice da seguire, è la lamentela, l’autocommiserazione, il piangersi addosso accollando la colpa ora a Monti, Berlusconi, Prodi e via discorrendo; piuttosto che farsi prendere dal panico perché non ci si ferma un secondo e ci si chiede cos’è questa crisi? Esiste davvero? Da dove viene? Chi la generata e chi la dovrà pagare? A quale pro e a vantaggio di chi? Perchè non si ragiona analizzando attentamente passo passo tutto ciò? Chi scrive non è un esperto di economia e soprattutto non vuole in nessun modo ergersi su un pulpito a voler dare  lezioni ma è solo una persona molto curiosa che non si è mai accontenta delle verità preconfe-zionate trasmesse da istituzioni, tv, scuola etc e che sull’esempio di S. Tommaso ha sempre voluto toccare con mano per credere e convalidare ciò che ci viene tramandato. Con questa mia lettera voglio solo esporre il frutto del mio ragionamento, non ulteriori teorie o annunci di sventura ma fatti concreti, i quali spero siano di ausilio al risveglio delle nostre coscienze e della nostra ragione, ribadendo ancora una volta che l’ultima mia intenzione sarebbe far la predica o la morale a chicchessia, questo è un compito che lascio ad altri. Per il resto mi reputo una persona comune che nel mio piccolo mi sforzo piuttosto che puntare il dito e dare giudizi a capire chi mi sta innanzi e l’ambiente dove vivo, quindi penso o meglio ne sono convinto di non poter in alcun modo giudicare un mio simile essendo anch’io un uomo soggetto all’errore e passibile di giudizio, quindi che potrei insegnare? Un altro errore che voglio evitare al lettore è il lasciarsi trasportare da quello che scriverò, non scambiando la lettera per un manuale di istruzioni di un mitomane in cerca di adepti, un vaso da dove estrarre soluzioni o peggio un incitamento alla rivolta, e solo lo sfogo (dopo il sentire quotidianamente solo lamentele e preoccupazioni varie) rivolto alla mia gente in preda ad una psicosi alimentata da chi ci “informa” di disgrazie imminenti, emergenze di vario genere, borse che crollano, incendi, alluvioni e chi più ne ha più ne metta, al contrario è un invito ad usare la propria razionalità filtrando le varie “informazioni” e non  prendere per oro colato tutto ciò che si sente, sforzandosi di “partorire” come diceva Socrate la verità che è dentro di noi e che nessuno può insegnarci. Altresì spero che altro frutto di queste righe sia il diffondersi di una certa serenità prendendo coscienza che non siamo ad un passo dal disastro o “alla fine dei tempi” ma siamo solo noi “gli artefici del nostro destino”. Detto ciò cercherò di spiegare passo passo il motivo dei miei dubbi.
E’ chiaro come il nostro tempo sia piuttosto incerto(in senso positivo) poiché ci troviamo in un periodo di grande cambiamento, ci troviamo nel bel mezzo di una rivoluzione epocale la rivoluzione tecnologica, la quale al pari delle precedenti rivoluzioni agraria, industriale etc, comporta (essendo un periodo di transizione) una certa dose di paura poiché non se ne conosce lo sbocco ma avrà un suo termine in cui raggiungerà uno status quo dove probabilmente i nostri figli o nipoti raccoglieranno quello che gli avremo lasciato, come noi facciamo oggi raccogliendo i frutti lasciati dalle precedenti generazioni. Dal dopoguerra in poi, nella nostra nazione come nella maggior parte di quelle industrializzate, si è assistito ad un boom economico che ha portato ad una progressiva crescita della ricchezza ed ad un certo “benessere”. Questo è quello che ci hanno insegnato a guardare ma quello che spesso si è trascurato (non per puro caso ma un po’ per ignoranza ed un pò per disinformazione) è il focalizzare l’attenzione su chi è al timone del cambiamento e l’onestà del suo operato ed il costo sociale di questo “benessere”.                                                                                                           Uno scrittore di cui non ricordo il nome paragonava la nostra società occidentale, copia del modello americano, ad “un cadavere in buona salute” ed a mio modico parere sembra che abbia fatto centro. Come ho precedentemente detto scrivo questa lettera come sfogo e rammaricato per la sorte della mia gente vittima di una “crisi”. Volendo fare un analisi oggettiva di questa fantomatica “crisi”, per non saltare passaggi e smontare dalle fondamenta questa meschina e lucrosa pagliacciata, guardandomi intorno vedo persone che perdono il posto di lavoro e questo ci viene rimarcato sempre più dai tg onde evitare che dovremmo scordarlo (anche se a me suona più come una minaccia velata), altrettanto oggettivamente vedo i nostri onorevoli che a causa della crisi non potendo più portar da mangiare alle loro famiglie allargate aumentano di 1200€ mensili i loro stipendi insieme a qualche altro privilegio, ma per far ciò mi tocca leggere ed informarmi in modo più faticoso, poiché sempre i tg ciò lo dimenticano chissà perché (mysterium fidei); vedo anche andando a mettere un po’ di carburante nell’auto come aumentano i prezzi, vedo persone che rappresentano lo stato (costretti e non per scelta) ad andare a lavoro con i mezzi pubblici, vedo pure nel derby Roma-Lazio 60 auto blu andare a vedere la partita pur essendo illegale, vale a dire che ci vanno con i soldi del cittadino, vedo persone costrette a pagare tasse sempre più esose sui beni di prima necessità e calciatori, politici, grossi imprenditori rabbrividire al solo pensiero di togliere un po’ del loro superfluo. Questi sono tutti dati oggettivi e penso si potrebbe andare avanti fino alla gastrite o un ulcera. Come prove della “crisi”, ci potremmo accollare tasse e contro tasse se non fosse per l’agire tutt’altro che parsimonioso dei nostri “onorevoli” politici e company.  Se per un attimo accantoniamo tutto questo è prendiamo altri esempi vedremo il tutto sotto un'altra ottica, l’ottica del popolo sovrano dove il potere è nella mani del popolo (democrazia) e non nelle mani di poche persone (oligarchia), come nei governi attuali . Una storia che voglio raccontare in modo molto riassuntivo e in sordina come lo trovata non essendoci sbattuta in faccia come quella della Grecia, poiché fa tremare i governi banche e sistemi finanziari quindi meglio che non si conosca e i nostri nostri tg faranno di tutto affinchè non si diffonda e porti una altra “rivoluzione araba”, è la storia dell’ Islanda. Sembra una terra sperduta difficile per molti (tra questi ci sono pure io) da collocare geograficamente eppure tempo fa è uscita fuori non per i suoi onori ma per le sue disgrazie. Se ricordate è le terra che ha bloccato il traffico aereo in mezza Europa, questo le ha dato subito notorietà, ma sempre la tv non ha esaltato i suoi abitanti degni di una lode maggiore, in primis per aver cacciato fuori politici e banchiere, facendogli pagare la loro “crisi” ed esserne usciti senza nessun sacrificio.  L’ Islanda di per se è sta una delle nazioni più ricche del pianeta, finchè a causa della privatizzazione delle banche 2003, l’entrata di istituti finanziari esteri, il fallimento di banche online che nel frattempo si erano infiltrate e delle successive pressioni finanziarie di Inghilterra ed Olanda iniziò in modo esponenziale a moltiplicarsi il debito pubblico finchè non fu dichiarata in bancarotta. Il primo ministro di allora chiese aiuto al fondo monetario europeo con vari prestiti, insomma si era innescata una spirale che portava sempre più in fondo il paese e la gente ne cominciava a risentire. Si chiesero e si ottennero le dimissioni del governo, nel frattempo si affiancavano i potenti (avvoltoi) della finanza e dell’Unione Europea (sembra sempre più la nostra storia e speriamo pure il finale) consigliando per i prossimi 15anni di aumentare la pressione fiscale sul popolo ed adottare misure drastiche per risanare il debito pubblico lasciato dalle banche(privatizzate) verso altri privati,  cosi pensavano era l’unico modo per restituire i soldi e uscire dalla crisi e di questo ne era pure convinto (malgrado era di principi diversi) il nuovo governo che era stato eletto con elezioni anticipate. Sembrava tutto ok ma avevano fatto i conti senza l’oste, il popolo non ci stava a rinunciare alla propria sovranità ed a pagare un debito contratto da banchieri e magnati della finanza, cosi il loro capo dello stato davanti alla protesta del suo popolo disdegnò di addossare il fardello della “crisi”ai sui cittadini e indisse un referendum malgrado le minacce dell’Olanda dell’ Inghilterra (le nostre attuale Francia e Germania) l’Unione Europea etc. Nel 2010 il referendum fu un successo, vinse con il 93% dei consensi, ma ciò porto su tutte le furie i capoccioni della finanza e i vari politici europei che fecero terra bruciata, da qui si ebbe una risposta altrettanto turbolenta del popolo Islandese che spinse affinchè si indagasse sulle responsabilità del crollo finanziario. Dopo le indagini l’Interpool emise un ordine internazionale di cattura arrestando alcuni dei vari responsabili mentre i restanti si diedero subito alla fuga. In questo clima di pulizia si creò ex-novo una nuova costituzione cacciando fuori banche estere e soldi virtuali, l’assemblea costituente fu composta da 25 su 522 cittadini scelti tramite elezioni popolari, per la  candidatura si richiedeva solamente la maggiore età, avere l'appoggio di almeno 30 persone ed essere liberi dalla tessera di un qualsiasi partito. Le riunioni della nuova carta costituente furono fondate su principi e consigli del popolo sovrano, la gente ha seguito la redazione della propria costituzione tramite internet dando pareri e consigli in diretta, insomma è una nazione padrona e fondatrice della sua costituzione, non succube di leggi fatte da politici. E cosi questa nazione è uscita fuori dalla crisi con le proprie forze senza sacrifici senza aiuti della Bce o altre banche senza cedere a ricatti internazionale e diventare una colonia, l’Islanda ha capito che “essa sarebbe stata l’artefice del proprio destino”, non ha sussurrato sotto voce o con lamentele che il popolo è sovrano, ma ne è diventata cosciente, e prima di finire con il culo per terra ha preso le redini della propria sorte cacciando il male dall’interno.                                                                             Ho voluto raccontare questa storia come fatto concreto e facilmente consultabile per chi lo vorrebbe approfondire tramite uno strumento che fino ad oggi nella storia dell’uomo è stato il maggior strumento di libertà: internet. Tramite questo servizio molte minoranze da secoli costretti a restar chiuse nel loro angolo hanno fatto sentire la loro voce reclamando i propri diritti e arrivando con un inarrestabile passa parola a capire l’importanza del loro giudizio o del loro voto, come è successo nei paesi arabi, dove sono state rovesciate dittature che sembravano impossibile da distruggere. Questo strumento ha dato la possibilità del commercio libero, fuori dalle grinfie e dall’egemonia di commercianti che decidevano loro i prezzi delle varie merci, oggi chiunque può comprare e vendere a prezzi modici e senza intermediari, non è forse uno strumento di grande libertà? Non è a vantaggio del popolo? Per ora si! E spero nell’avvenire lo resti senza censure e bavagli, spero rimanga quella piazza virtuale dove chiunque possa dire quello che pensa che piaccia o meno. Essere liberi significa essere padroni del proprio destino e non semplici osservatori, anche se ciò implica maggiori responsabilità. Voltaire diceva “anche se non la penso come te, mi batterò fino alla morte affinchè tu abbia la possibilità di dire quello che pensi”. Comunque ritorniamo a noi dopo avere preso coscienza della questione Islandese posso liberamente affermare quello che penso, cioè che il potere viene dal basso, è il popolo che comanda, è il popolo che legittima le tasse sempre più esose e le legittima soprattutto con le proprie lamentele, mi viene da chiedermi perché chi si lamenta non agisce? La risposta che mi sono dato e mi hanno dato i miei interlocutori ad oggi è: “ma alla fine io sto bene mica non mi posso comprare il pane”? Quindi penso che questa sia la loro forza: il “benessere” della gente, in fondo ci lamentiamo ma stiamo bene abbiamo le pance piene perché alzare la voce e reclamare i nostri diritti? Perché essere i padroni del cambiamento meglio esserne le vittime, comporta meno responsabilità. Molti dicono di questo passo si arriverà alla fame, ma io ribatto perché dobbiamo aspettare che arriviamo con l’acqua alla gola prima e non agire pensandoci prima? E mi rispondo perché non abbiamo fame! Se avessimo fame avremmo già agito da tempo, quindi penso e me ne convinco sempre più che il nostro male siamo noi stessi non chi comanda. Il potere secondo il principio di legittimazione viene sempre dal basso, esso dice “non chi ti punta un arma alla tempia comanda ma chi è minacciato gli da il potere, pensate di puntare un arma ad una persona che o vive o muore fa lo stesso che potere avreste su di lui? Non vi riderebbe in faccia essendo tutt’altro che spaventato? ”. Che potere hanno i nostri politici che fanno leggi per “salvarci” dallo spauracchio di divenire come la Grecia e non ci parlano dell’Islanda? Che potere hanno i nostri politici che per parlare della “crisi” fanno quattro cinque prove per sembrare più credibili, come se il parlamento fosse un set di Cinecittà? In effetti non hanno nessun potere se non gli viene dal popolo, il popolo è sovrano non sulla carta ma nella realtà, il problema non è loro è nostro che quando parliamo della nostra sovranità ne parliamo con la bocca ma non come un principio in cui crediamo, meglio farci giostrare da pochi che essere noi i responsabili delle nostre sorti. Dove sono i nostri politici che volevano salvarci dallo spauracchio della crisi e della Grecia, non sono adesso tutti da una parte con lo stesso pensiero: che un debito non nostro dovrà essere pagato da noi? In  democrazia ci deve essere obbligatoriamente un opposizione dov’è nel nostro governo? Tutti sono su un'unica sponda, mettere tasse ovunque e forse se si sbrigano l’unica cosa che è rimasta da tassare sono le casette del presepe. Dottor Monti non è una bella idea? Non ci aiuterebbe a risanare il debito pubblico fatto dai suoi amici? Potrei essere titolato per questa genialità con una medaglia al valore o divenire cavaliere della res publica? Popolo mio ancora credi in questo stato? Lo stato dov’è quando la mattina ci si alza (e già questa è una fortuna) e si va a lavoro? O meglio mi correggo lo stato c’è, poiché non solo succhia il sangue ai suoi figli volendo conto del sudore della propria fronte ma anche a chi gli prova a dare lavoro. Dopo l’arresto del boss Zagaria molti suoi compaesani intervistati hanno detto: “lo stato ci conosce solo per le tasse”, nel nostro sud non è vero che le varie mafie, dall’unità d’Italia ad oggi, sono nate e hanno proliferato a causa della perenne assenza dello stato? E perché la gente a chi gli da’ da mangiare dovrebbe vederlo come un potenziale nemico e chi lo riempie di tasse dovrebbe vederlo come amico?  E sempre chiedo allo stato qual è la differenza tra le tasse ed il pizzo? Molti risponderebbero: le prime sono legali, ed io replicherei ma perché sono legali perché l’hanno detto loro? Ma essenzialmente sono la stessa cosa, chi la prende nel di dietro è chi lavora, se non paghi le tasse ti tolgono tutto se non paghi il pizzo ti danno fuoco, insomma meglio non lavorare. Il mio è solo un ragionamento razionale non un invito a non pagare le tasse (quando sono eque) anche se ad oggi per come si mettono le cose meglio non pagarle poiché l’unico vantaggio è “essere apposto”, ma mi chiedo: fino a tempo addietro i nostri nonni compravano, anche a costo di non mangiare, il paradiso per se e per i propri cari pagavano profumatamente con i loro sacrifici ed erano felici “erano apposto”, oggi ci viene difficile calarci nelle loro menti ma se ci proviamo anche per un attimo pensate che felicità aver comprato il paradiso! Anche se la vera felicità era di chi lo vendeva, comunque oggi pensiamo chi era più fesso chi si metteva la coscienza apposto e comprava o chi vendeva? Chi dava il potere a questi santi sacerdoti? Il popolo? Penso proprio di si poiché essi non avevano nessun potere finchè non decidevano di sottomettersi. Oggi chi da il potere di aumentare tutto, non essere padrone dei propri sacrifici e pagare fino alla morte? Sempre il popolo, il quale si lamenta. I nostri “onorevoli” che poco hanno a che fare con il loro nome, le nostre banche, come possono arrivare fino a noi anche se sembra che non smuovano un dito? Come fanno a controllare le masse creando psicosi varie? Me lo sono chiesto e mi sono dato pure una risposta, tramite la tv. La tv di per sé è uno strumento innocuo ma ciò dipende da chi lo padroneggia, oggi giorno chi ha soldi ha in mano i mezzi di comunicazione e decide quello che va bene e quello che non si deve dire, al solito per convalidare la mia tesi ho fatto la prova del nove e adesso la farò ad alta voce. Di per se i nostri tg non danno mai belle notizie perché? Una prima soluzione potrebbe essere come ci insegna un proverbio cinese “fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce”ed in parte potrebbe essere la verità, ma andiamo un po’ più a fondo a cosa serve intimorire le persone? Ragionando sotto un ottica economica non sembrerebbe avere senso, ma il trucco c’è e non si vede. Ogni anno che passa fate attenzione all’emergenza estate: caldo afoso, anziani che muoiono, foreste distrutte etc, poi emergenza inverno: valanghe, alluvioni, slavine etc, a breve penso arriverà pure l’emergenza natale, pasqua e cosi via. Ricordate tempi addietro quante persone morivano con la sars? Poi per magia non appena lo stato ha acquistato con i nostri soldi, milioni di vaccini ancora invenduti, riempiendo la pancia di qualche casa farmaceutica si è rotto l’incantesimo! Ricordate la mucca pazza, le carni di pollo, quella di suino e tanto altro ancora? Ricordate la storia dei clandestini e come si sarebbe potuto risolvere il problema? Semplice, bastava impedire che arrivassero a Lampedusa e tutto si sarebbe risolto no? Cosi per anni ci hanno dato a capire, togliendo l’emergenza Lampedusa in Italia il problema immigrazione sarebbe stato risolto. Non si ripete la storia come avveniva per in nostri nonni quando partivano per l’America? Non eravamo visti (come loro) sporchi, la causa dell’abbassamento medio dell’intelligenza nazionale? Un problema per la nazione, anche se poi siamo stati il braccio operativo della loro economia facendo tutti i lavori più umili che loro non volevano fare? E spiegatemi una cosa, dati Caritas di qualche hanno addietro (quindi dati attendibili non teorie o allarmismi ma persone che nelle mense e in altri luoghi si trovano in prima linea) dicevano che gli immigrati che vengono da Lampedusa sono circa il 25% la restante parte da dove arrivano? Albanesi, polacchi, rumeni, turchi etc arrivano forse da Lampedusa? E quindi fermando Lampedusa siete ancora convinti che non avremmo avuto “problemi” di immigrazione? E ritornando al discorso precedente come fa miracolosamente a sparire tutto, mucche pazze etc  dopo aver fatto crollare i loro mercati? La verità è che quello che dice la tv diventa dogma di fede e sono loro, politici e finanzieri con i loro fini lucrosi, a manovrare le nostre menti ed ad avere i nostri consensi, a causa della nostra scarsa razionalità che ci rende prede ancora più docili. Ciò avviene secondo un altro principio fondamentale per il controllo delle masse il quale enuncia che per controllare una massa (che di per se non ragiona ma agisce sotto le leggi del branco) è fondamentale tenerli nella paura e nell’ignoranza. Finchè esisteranno questi due presupposti nulla sarà impossibile da fare, ci faranno bere tutto quello che vorranno e saremo come degli automi assecondando tutto quello che decideranno loro anche contro la nostra volontà e a nostro svantaggio. Ecco il perché la tv ci fa vedere dovunque disgrazie, emergenze mantenendoci in uno stato perenne di paura. Poiché questo ci porta ad essere facilmente domabili, in seguito filtrando le informazioni  a loro piacimento (infatti ci fanno vedere la Grecia non l’Islanda) il risultato è assicurato. Ho aperto la mia lettera citando l’articolo uno della nostra costituzione in quanto il lavoro, su cui era stata fondata la nostra nazione, è divenuto solamente un principio nobile che oramai serve solo come ornamento. In realtà la nostra, come la maggior parte dei governi occidentali si reggono non sul lavoro ma sulla finanza, da Wall Street alle varie borse europee è l’economia a decidere l’andazzo del lavoro, se ci saranno tagli o assunzioni, se oggi sarà un giorno fausto o meno, se il diritto alla salute allo studio è un diritto di tutti o di pochi eletti, quando andare in pensione, è l’economia a dare il buongiorno al popolo già nelle prime ore del mattino i tg ci tartassano sull’andamento delle borse se salgono se scendono, se impennano se “sgommano” etc, se vanno bene usciamo con un certo ottimismo quasi quasi a dire per questa volta l’abbiamo fatta franca, altrimenti se vanno male forse meglio restare a casa, ma in realtà la maggior parte di noi cosa ne capisce di quello che viene detto e che vantaggio ne abbiamo dal loro altalenare? Che vadano bene o male a noi non entra neanche un euro in tasca, la nostra giornata farà il suo corso eppure perché ne siamo cosi coinvolti? Penso il motivo sia sempre uguale ovvero il fatto che la tv è entrata nelle nostre case come una persona autorevole e quando parla “ex cathedra” lo fa come un docente universitario o come una persona che ne ha competenza. Quante volte si sente dire: “ l’ha detto la tv, ieri l’ho sentito dire in televisione” e visto che chi ci da questi giudizi è “autorevole” non ci importa andare più in la, poiché non si guarda ciò che ci viene detto ma chi lo dice. Con ciò non voglio demonizzare la tv creandone un capro espiatore ed unica fonte dei nostri mali, che basterebbe buttarla come molti dicono e risolvere tutti i problemi, quello che voglio dire è che la tv è uno strumento e come tale è una lama a doppio taglio, chi la padroneggia ci fornisce delle informazione, ne filtra accuratamente i vari contenuti, nulla è lasciato al caso altrimenti perché investire tanti soldi su uno strumento cosi innocuo? La verità è che è un mezzo di controllo molto subdolo e sofisticato, chi è al comando ha deciso che c’è “crisi”. A causa di questa crisi i nostri politici nascosti dietro la tv non ci dicono ultimamente che “chi vive alle spalle degli altri è un parassita? ” Ma prima di mettere in onda certe cose i nostri politici si sono passati la mano sulla coscienza domandandosi alle spalle di chi vivono? Non si sentono parassiti? Penso di no, poichè prendono per parassita chi per dare un pezzo di pane hai figli si dà vita come può, e noi non legittimiamo ciò? Non diamo la colpa della crisi a chi non paga le tasse? E che dire di loro che godono dell’esenzione delle tasse dei loro miseri stipendi, più un’altra marea di privilegi, le mogli che vanno a fare shopping con carte di credito illimitate con i nostri soldi, questo non è un reato? Perché cerchiamo di accusare il vicino che lavora in nero per “campare” vedendolo come una minaccia per la società e non guardiamo tutte le loro malefatte? Chi paga da una vita con il proprio lavoro la propria pensione deve perennemente vederla ritardare e impoverire? Perché a loro basta un giorno (come Mastella) o una legislatura per averla (senza contare le baby pensione delle loro mogli)? Chi paga questi privilegi? Chi lavora con i fondi della propria pensione, e quindi perché dobbiamo “scannarci” tra di noi quando il problema non è nostro ma loro? Perché dobbiamo farci indottrinare da loro su cosa sia reato e non? Non è un offesa all’intelligenza umana?Una canzone di De Andrè dice così: “… e adesso imparo tante cose in mezzo agli altri vestito uguale, tranne qual'è il crimine giusto per non passare da criminali, ci hanno insegnato la meraviglia verso la gente che ruba il pane ora sappiamo che è un delitto il non rubare quando si ha fame”. E ancora come fate ad accusare di essere parassiti della società (e quindi anche la causa) persone che direttamente o indirettamente vi sostentano? Se dite che la “crisi” c’è e ci dobbiamo abbassare le braghe un po’ tutti ( a vostro dire ) perché da questo insieme vi astenete dopo aver gridato al lupo al lupo? Può essere questo un campanello di allarme che cela il trucco di un imbroglio bene impostato? La “crisi” non l’avete generata voi con le vostre bancherotte, i vostri investimenti sbagliati o noi che con il nostro sudore vi abbiamo permesso tutti questi lussi? Perché quando c’è da spartire noi non esistiamo e quando sbagliate investimenti tocca piangerli a noi? Queste domande non sono rivolte solo ai nostri politici, poiché penso siano solo l’ultimo anello di una catena molto più lunga e più perversa che governa il nostro tempo ma è pur vero che si trovano sulla buona strada ovviamente un po’ di gavetta spetta pure a loro.  Ma ritornando al punto di partenza siamo noi a dargli il nostro potere la colpa e nostra lamentiamoci di noi stessi! Lamentiamoci di noi che diamo il potere a chi dando lavoro viene massacrato dallo stato. Quando ci fu il problema di Termini Imerese mi chiedevo: ma se uno di noi fosse stata al posto di Marchionne lo stato avrebbe voluto una barca di soldi per tenere tutti i 1.200 operai in regola, ed avreste avuto l’opportunità di trasferire il tutto in altra sede cosa avreste fatto? La colpa principale non è sua ma dello stato, secondariamente del dirigente che è costretto ad agire secondo i principi del’economia (e non del lavoro) su cui si basa la nostra società di cui vittime sono i lavoratori. Anche qui dov’è lo stato? Non dovrebbe forse da buon padre di famiglia sgravare le tasse sugli operai e dare incentivi per le assunzioni, soldi a fondo perduto al posto di tartassare il popolo già esanime? Se lo stato è padre, usando una parabola evangelica, mi viene in mente: “quale padre se il figlio gli chiede un pezzo di pane gli da uno scorpione?” Non lamentiamoci di Monti o chi è stato e sarà al suo posto, lamentiamoci di noi stessi che non siamo neanche più padroni a casa nostra, poiché ormai è inutile ragionale sotto un ottica nazionale non continueremo a capire niente, ormai facciamo parte dell’Europa dobbiamo rispettare certi parametri economici e non umani, anche a costo di portare il popolo alle fame riempiendo le pance di finanzieri politici e banchieri. Quindi il dato oggettivo della perdita del lavoro, i prezzi che aumentano non sono il frutto della “crisi” ma solo della nostra ignoranza e sottomissione. Penso infine che lo stato siamo e noi, noi decidiamo chi andrà a governarci potere o meno, noi siamo il popolo sovrano quindi tutto ciò che accade non è bene addossare la colpa agli altri ma capire che volenti o nolenti “ogni uomo come ogni comunità è artefice del proprio destino”.

virnoctis@tiscali.it



P.S: Non firmo la lettera onde evitare pregiudizi positivi o negativi da parte di chi mi conosce di persona. Firmo con la mia e-mail per riceve qualsiasi critica positiva o meno. E mi scuso con il lettore per la forma e l’italiano un po’ adattato, ma non essendo un tema lo lascio in brutta copia pensando che l’importante sia il contenuto non la forma, altrettanto mi scuso per i voli pindarici da un argomento ad un altro.

16 commenti:

  1. I miei complimenti sono rare le persone che scrivono, o meglio, pensano come te si vede che ti distingui dal gregge, cioè dalla massa di pecore che compongono il nostro mondo oramai perduto!!!

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  2. Gna na strinta di geni...

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  3. Ho letto con molta attenzione questo lungo articolo, pregevole è la sua struttura, il testo è scorrevole ed interessante, trovo che l'autore, abbia fatto una precisa fotografia (con le parole) della realtà che ci circonda....il demone Crisi...borse che crollano...disoccupazione...incertezza del domani...corsi e ricorsi storici che si ripresentano...ma quello che più mi ha colpito è l'approccio positivo con cui ha analizzato tutte queste problematiche, contrariamente a quello pessimistico di quasi tutti i mass media.
    Navigando su internet mi sono imbattuta in una pagina che parlava di "paura" è qui mi è capitato di vedere uno spezzone tratto dal film Dune di David Lynch, che meriterebbe di essere guardato e meditato ogni mattina prima di connettersi a internet o aprire qualsiasi giornale ed essere subissati da notizie ferali.
    All' interno di questa pagina c'era anche un articolo che Vi riporto <>
    Si, è vero, la crisi esiste, ma non lamentiamoci sempre, non autocommiseriamoci, non piangiamoci addosso, piuttosto nel nostro piccolo diamoci da fare, soprattutto noi giovani non possiamo stare fermi ad aspettare una manna dal cielo, con spirito d'iniziativa e sacrificio costruiamoci il nostro futuro, perchè volenti o nolenti “ogni uomo come ogni comunità è artefice del proprio destino”.

    http://www.youtube.com/watch?feature=endscreen&NR=1&v=uzG8SieJKCM "Dune" La paura uccide la mente

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  4. Complimenti modo abbastanza elegante di pensare, spero che chiunque possa leggerlo!

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  5. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  6. Un grazie particolare va a a tutti coloro che finora (e pure a quelli che verranno dopo) hanno letto fino in fondo l'articolo, anche se avreste fatto un commento negativo ne sarei stato "felice", il vedere che ci sono persone le quali leggono e si informano pure fuori dall' "ortodossia" mi da piacere più di tante altre che guardando le prime righe del testo cartaceo (e non) e lo scartano a priori suscitandogli un unica domanda: Chi la scritto? Che importa chi sono l'importante è il contenuto, l'importante è aprire la propria mente non farci prendere per i fondelli con 5secondi di tg pieno di catastrofi. In un film si diceva: "La Paura è come un fuoco se lo controlli ti riscalda ma se non lo riesci a controllare ti brucia" , ora spesso ci sentiamo forti senza paura ma mi viene da pensare: "excusatio non petita accusatio manifesta" come dicevano i nostri avi e tutt'oggi qualche avvocato lo rammenta, dov'è la nostra forza se non in noi stessi? Perchè aspettiamo che il fuoco venga preso con le mani altrui e nel frattempo guardiamo e giudichiamo piuttosto che agire?

    Virnoctis

    P.s. Ribadisco che non mi piace dare risposte preconfezionate che molti cercano e lasciare i nostri neuroni in letargo, ogni persona deve cercare le proprie di risposte e solo allora potremo riunirci ed essere un unico coro piuttosto che un fuoco di paglia.....

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  7. Concordo pienamente con ciò che hai scritto anche se purtroppo chi ragiona come te, giorno dopo giorno deve fare i conti con una società assai simile ad un gregge di pecore non so se riuscirai mai a convincerla comunque non ti non ti faccio scoraggiare dicendoti che hai già convinto me!!!

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  8. Caro amico, solo adesso trovo il tempo per postare le mie opinioni su quanto hai scritto, innanzitutto mi corre l'obbligo di dirti che chi scrive, raramente ha utilizzato questo strumento, forse perchè lo considero troppo impersonale.
    Francamente mi trovo daccordo con Cesare Beccaria quando dice: " ...l'ignoranza è meno dannosa del confuso sapere...", alla luce di questa citazione, che tra l'altro condivido pienamente, ritengo che il tuo pensiero sia in alcuni passaggi fallace, mi riferisco ad esempio a quando parli della virtuosa Islanda, paese distante anni luce da noi non solo dal punto di vista geografico ma anche culturale; le vicissitudini che porti come esempio non possono a mio avviso trovare riscontro e applicazione all'interno della nostra realtà, sono sicuro che convieni con me quando dico che nel bene e nel male siamo figli del nostro retaggio culturale, della nostra storia e questa figliolanza ci porta, forse, anzi certamente nostro malgrado, a mantenere condotte di pensiero che possono apparire ad una prima occhiata caratterizzate da sufficenza.
    Ritengo la CRISI un fatto REALE, ma non perchè i media, come tu dici, la esagerano, ma perchè è un fatto che rientra nella natura delle cose. Giambattista Vico parlava di "corsi e ricorsi storici", già in altri periodi l'Italia si è trovata a dover affrontare periodi problematici come quello che stiamo vivendo, ma grazie al senso di abnegazione e sacrificio è riuscita a superarli rafforzandosi.
    Certamente la classe politica che ci ha governato sembra avere totalmente perso, la sua funzione di garante del benessere comune, ma ciò non vuol dire che questo incendio debba distruggere anche quanto di buono è stato fatto nei tempi passati.
    E' notizia dell'altro ieri che il tasso di disoccupazione giovanile è arrivato al 30%, i Media, facendo il loro lavoro, hanno subito fatto rimbalzare la notizia da un capo all'altro dell'Italia, ci sono per questo; semmai quello che mi fa maggiormente paura, e con questo convengo con te, è il loro servilismo nei confronti di questa o quella compagine politica, prendo allora le tue riflessioni come una esortazione verso una maggiore capacità di discernimento da parte dell'opinione pubblica e concludo dicendo che il nostro piccollo paese non è poi così dormiente come spesso lo si descrive e tu come altri ne siete un valido esempio.
    Saluti e auguri.

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  9. Carissimo amico mio
    in primis mi preme ringraziarti per l'accurata critica della lettera e per il tempo dedicato lettura, altresi ti ringrazio per le lusinghe finali. Ho letto accuratamente quando mi hai scritto e seppur critico mi ha fatto molto piacere, anche se per alcune cose restiamo di vedute diverse, non perchè io mi creda nel giusto ma in quanto non riesco a capire alcuni passaggi che spero un giorno anche verbalmente mi potrai spiegare meglio.Penso che malgrado il nostro ambiente culturale sia diverso da quello dell'Islanda, dell'Egitto, Libia etc il discorso di fondo non cambia, quando un popolo arriva alla fame qualunque sia la sua posizione geografica,il suo retaggio culturale, il periodo storico in cui vive (anch'io come te mi ricollego a G.Vico)il finale sarà sempre quello o la rivolta o una rivoluzione questo dipenderà da numerose variabili che entrano in gioco successivamente, anche se resto del parere come si dice nel gattopardo: che tutto cambia per restare com'è (purtoppo)! Penso pure caro amico che resterà solo un fiume di parole ne sono convintissimo,come tanti già c'è ne sono in rete e sulla carta. Ne ero già convinto quando iniziai a scrivere la lettera pensavo: ci sarà a chi piacerà, a chi meno, chi si chiederà chi sono etc ma come ripeto nella lettera e lo ribadisco non ho nulla di che insegnare a nessuno, non voglio fare associazioni, farmi pubblicità, fare un altro '68 come fecero tanti figli di papà annoiati di allora che credevano che avrebbero cambiato il mondo, il mio è solo uno sfogo nient'altro, un invito come hai ben capito a fare discernimento con l'unica convinzione che non esiste vero cambiamento se non quello interiore, il mio sforzo ormai da anni è il cambiare me stesso non gli altri(che è impossibile), se non cambiamo singolarmente come persone, se non cambia il nostro modo di vedere non saremo dei ciechi che guidano altri ciechi?E facendo cosi non finiremo in un burrone? Quello che scrivo malgrado possa sembrare a tuo dire un asino vestino da cavallo è solo frutto di quel mio discernimento che è sempre in evoluzione, altrimenti me ne andrei in piazza a passeggiare mani dietro le spalle ed a fare chiacchiere ma non è il mio modo di agire, preferico agire in sordina ed anche in anonimato in modo da ricevere anche critiche da persone come te che mi conoscono ma non sanno chi sono altrimenti non me le avreste dette no? Ed io come sarei cresciuto solo con gli elogi? Quelli servono solo per gonfiarsi. Comunque altro punto in comune che abbiamo trovato è quello della tv,anche se vedo che continui a farti trascinare dai loro dati,eppure mi chiedo insieme a te caro amico non ci dicono che oggi si vive di più? Vero no? Ma quelli che oggi sono anziani sono il frutto della prima metà del secolo passato, in cui c'era un altra alimentazione(quella che oggi con un eufemismo si chiama dieta mediterranea), altri stili di vita, si ammalava di cancro 1 persona su 20 mentre oggi se ne ammala 1 su 3 ma questo non c'è lo dicono ci dicono solo che si vive di più.... (continua sotto)

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  10. ... se guardi i documentari "luce" del periodo fascista l'italia a dire della tv vinceva ogni guerra, eppure in realtà non ne vinse nessuna se non con l'ausilio della Germania, l'unica che vinse fu quando attaccò una tribù con le lance e noi con le armi eppure a suo dire eravamo un esercito invincibile. Comunque caro amico mio penso che forse dovremmo lavorare sempre e solo su noi stessi quello che fanno gli altri che importa, se noi siamo di esempio a chi ci sta intorno non avremo neanche bisogno di parlare o di scrivere parleranno i fatti allora si che saremo credibili, in caso contrario saremo un fuoco di paglia.Penso che se il nostro agire sia solo rivolto alla raccolta di plausi e consensi saremo allo stesso livello dei nostri politici saremo delle campane sorde, ma finchè ci saranno persone che come te (e qui sono io a ricambiarti sinceramente l'elogio) che malgrado non convergano in toto con quanto sopra ho scritto leggano fino in fondo e lasciano una loro opinione allora si che mi vien ancora da sperare nell'uomo e nella propria intelligenza.
    Grazie ancora, ricambio sia i saluti e gli auguri estesi pure alla tua famiglia.

    Virnoctis

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  11. Caro Virnoctis rispondo al tuo post.
    Nel tuo "sfogo" parli di una crisi incomprensibile e inesistente, esagerbata dai media o da chi li controlla, cito testualmente: "cos’è questa crisi? Esiste davvero?", poi, in quello di risposta mi fai il paragone con i paesi nordafricani ridotti alla fame dalle dittature millenarie e parli addirittura di rivolta e rivoluzione ma allora mi chiedo: per te la crisi esiste o no? Forse trascuri il fatto che appunto stai parlando di dittature, forma autoritaria di governo in cui il potere è accentrato in un solo organo, se non addirittura nelle mani del solo dittatore, non limitato da leggi, costituzioni, o altri fattori politici e sociali interni allo Stato e gli italiani sono ormai distanti dai giorni in cui si ritrovarono loro malgrado a dovere subire le angherie del nazifascismo; con ciò voglio dirti che l'Italia a mio avviso è un paese maturo, un paese che da millenni esporta cultura e civiltà, il paese in cui è nato il Diritto, il nostro paese al contrario ad esempio degli Stati Uniti che hanno una storia di appena 600 anni non ha nulla da imparare da altre democrazie, certamente è pieno di contraddizioni, di falle e incongruenze ma perchè tale è l'essere umano.........

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  12. Carissimo

    mi devi scusasare se ho sbagliato nell'esprimermi cercherò di essere più chiaro nel mio concetto che forse è stato frainteso. Quando parlo di rivoluzione o rivolta ne parlo dei paesi arabi come in Islanda malgrado le palesi differenze culturali etc solo ed esclusivamente per focalizzare l'attenzione sull'uomo, vale a dire che non importa il luogo il tempo o altro anche se viviamo in una società industrializzata non vuol dire che l'uomo non può ragionare,l'uomo è sempre uguale e reagisce in linea di massima sempre e dovunque quand'è con le spalle al muro! Quindi non focalizzare gli esempi ma i concetti.Oggi a differenza dei nostri avi c'è un altra forma di ignoranza (simile ma più subdola rispetto a quella che hai sopra citato di G.Vico), forse non hai mai avuto la fortuna di leggere qualche libro sul controllo delle masse, ieri come oggi nei nostri paesi come in quelli arabi cambiano solo i metodi,ovviamente in base a chi sta sotto, mi spiego oggi non ci spaventerebbero se ci dicessero che se non ti compri il paradiso vai all'inferno,eppure se ragioni con la testa dei nostri nonni avrebbero preferito qualsiasi pena piuttosto che questo,oggi se ci dicono che c'è la mucca pazza nessuno mangia più carne bovina, se ci dicono che apre un nuovo ipermercato dove le cose costano molto più la gente fa a botte per entrare e le domeniche diventano luoghi di culto dove la gente va a massa comprando la merce a prezzi molto più esosi e mi e ti chiedo perchè?Perchè se oggi non ti compri l'ultimo telefonino sei fuori i tuoi stessi amici ti prendono in giro? Lo sai com'è stata testata la carta di credito prima che fosse messa in circolazione? E' stata testata sull'autostima delle persone(un discorso che eventualmente prolungerò dopo).

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  13. Questo avviene non certo per virtù dello spirito santo,(ma perchè c'è sempre chi dietro manovra dietro le quinte ieri come oggi),può sembrare fantascienza eppure se per un attimo guardiamo le cose da un altro punto di vista quello prettamente econimico l'uomo serve solo in quando produce e consuma.La penso come te quando dici che noi abbiamo la coltura l'arte e tanto da insegnare a molti, ma penso che non possiamo fare del nostro passato un esposizione da museo da adorare, non possiamo "campare" di rendita sotto il nostro campanilismo di italiani a quello che dici tu dobbiamo dare linfa altrimenti restaimo indietro, tu giustamente dici( e io la penso come te) l'America ha molto da imparare da noi ma chiediti perchè noi come tutte le società occidentali diventiamo sempre più la copia e i tirapiedi dell'america? E' vero anche i giapponesi vengono a studiare diritto da noi poichè il diritto romano è il top malgrado l'età, eppure perchè le leggi che tu saprai meglio di me servono in democrazia (in teoria poi la pratica è diversa) per tutelare i deboli vengono fatte tutte a discapito del popolo? Tu caro amico mio mi parli di democrazia ma per me siamo in un oligarchia e sfido chiunque a dimostarmi il contrario? Quelli che ci stanno piegando a tasse li abbiamo scelti noi? Li abbiamo votati? Chi sono? Detto ciò caro amico non mi voglio dilungare solo per non annoiarti ancora ma tutto ciò rileggilo solo come un punto di vista non come una verità assoluta,quello che penso io della crisi l'ho detto e poi che importa il mmio parere? Io mi sforzo di guardare le cose con gli occhi degli altri e ciò mi aiuta pure a capirli non a giudicarli, anche perchè sono convinto che la verità è uno specchio in frantumi ed ogni persona che ne trova un pezzo è convinto di averla lui solo fra le mani...

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  14. Complimenti per la leale introduzione, semplice scorrevole è chiara. Rispecchia la condizione sociale attuale.

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  15. Ciao Adele

    grazie mille per il bel commento e sopratutto spero ti sia stato utile quello che ho detto... Grazie ancora e buona lettura se ti andrà per gli altri articoli.

    Virnoctis

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