Il tempo... |
Ogni
giorno sembra uguale al precedente eppure tanti eventi ne segnano l'unicità ma
noi non siamo pronti per coglierli a causa della voracità e del tram tram quotidiano,
corriamo facciamo tutto di fretta "rincorriamo il vento" eppure
appresso a cosa corriamo? Che vogliamo acchiappare? E se non vogliamo correre
cosa ci travolge e ci spinge a lasciarci trascinare da questo vortice? Mi viene
pure da chiedermi tutto questo che frutti porta? Tutto questo ci fa sentire
felici realizzati?Guardando la nostra società industrializzata piena di ogni
bene materiale fino all'esasperazione, dove il comprare è sempre più comodo ed
"indolore", basta un click e compri quello che vuoi, dove la
nostra felicità (cosi almeno ci fanno credere) è data oggi da un cellulare, da
un auto, da un tipo merenda piuttosto che un altra, dal non sentirsi gonfie
grazie a yogurt miracolosi, yogurt come farmaci omeopatici pieni di pro e
nessun contro, insomma sembra che tutte le aziende di vario genere siano le
figlie di madre Teresa di Calcutta, dietro le nostre porte pronte a sovvenire
ad ogni nostro bisogno per renderci "felici", eppure la stessa sorte
non sembra toccare alle nostre vite. Confrontando le nostre società con quelle
meno industrializzate si coglie (togliendo il discorso del “benessere”) come
alcuni fattori quali l’uso delle droghe, dell'alcool, i suicidi, depressione e
via discorrendo crescano in modo esponenziale con il benessere economico,
tendenze proporzionalmente inverse sono presenti nei paesi sottosviluppati, a
questo punto viene da chiedersi come fanno queste persone (da noi considerate
sfortunate) senza “niente” ad essere felici? Allora la felicità non dipende da
quello che abbiamo ma da quello che siamo, altresì cos’è la felicità o meglio
il concetto che ne abbiamo sviluppato
oggi? Prima di continuare a leggere il resto fermatevi e pensate rispondendovi
sui quesiti sopracitati, in modo da valutare alla fine della lettera le
vostre opinioni con le mie.