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sabato 17 agosto 2013

Un ateo

Si dice che la storia sia "magister vitae" ovvero maestra di vita, tanto da spingere Cicerone a dire che "chi non conosce ciò che è avvenuto prima di noi, le nostre origini, la nostra storia, da dove veniamo etc è come un restare perennemente bambino", ovvero non si capirà e non si riuscirà a leggere il presente, ci si accoda alle masse e si va dove porta il vento, perpetuando gli stessi errori di chi ci ha preceduto, ci si lamenta di quelli che verranno poiché "ormai non sono più i tempi di una volta.... questi giovani sono senza valori.... ai miei tempi....", queste cose dovrebbero essere da escludere a priori per una persona di intelletto e se si vorrebbe capire, eppure si cade in facili giudizi fatti per sommi capi, che a parere di chi li esprime sono il massimo del ragionamento, infatti chi parla ha capito tutto della vita!(In teoria in pratica e tutto diverso....). Si potrebbe evitare il tutto con un atteggiamento più oculato e saggio, imparando dagli errori altrui e non criticandoli ne giudicando secondo le proprie inclinazioni o i propri "valori" ma essendo cosciente che chi "sbaglia" come chi osserva è un uomo, quindi passibile di errore e ciò che fa un nostro simile dovrebbe essere solo un invito a ragionare ad essere magnanimi essere solo degli acuti osservatori. Si dovrebbero buttare alle ortiche le verità assolute quando mettono la gente a giudici degli altri, le verità assolute (come le religioni, ideali politici, correnti filosofiche, le verità della tv etc etc) che spesso sono un punto di arrivo, chi si barrica dietro di esse credendo di avere la verità in mano, nasconde le proprie paure, la paura di crescere confrontandosi, che per orgoglio non essendo sicuro delle proprie idee ed avendo paure di passare alle altre è come una bandiera che va dove porta il vento. Spesso si usano queste “verità” per evitare di ragionare e divenendo paladini delle idee preconfezionate che avvallano i valori transitori della massa, si fanno solo chiacchiere senza capire neppur quello che si dice, infatti spesso non si ascolta chi ci sta di fronte ma in base all'argomento che viene fuori, avendo capito di cosa si parla si chiude la testa e inizia la sfilza di prediche e buoni consigli sull'argomento sempre uguali ed adatte ad ogni situazione e per ogni persona, così si preclude la comprensione di chi ci sta di innanzi  magari con età e\o idee diverse, si pensa che siano sulla via sbagliata o che siano privi di valori, solo perchè sono differenti dai nostri ma non si comprende che ne hanno degli altri diversi, così chi giudica non ha ne le conoscenze ne le facoltà mentali per capire, ma è solo buono a criticare e far la morale!
Infatti per questo non c’è bisogno neanche di scomodare minimamente il cervello basta solo aver un ottima parlantina. A tal proposito mi viene in mente un aforisma di Bruce Lee che dice: " le teste vuote hanno lingue lunghe" ovvero più si parla meno si capisce è una legge matematica. Infatti penso che il parlare in modo poco oculato e logorroico allontana dal guardare per imparare e far da maestro unicamente a se stesso senza giudicare. Questo atteggiamento porterebbe al cambiamento della nostra vita, ovviamente con molti benefici, però ciò richiede un perenne sforzo, un ampliamento sempre maggiore delle proprie vedute e delle proprie conoscenze, un uscire fuori dal proprio punto di vista ristretto, instabile e pieno di superbia e pregiudizi (che stanno alla base dell'ignoranza e della stupidità umana), altresì ad un così grande sforzo corrisponde un risultato differente da quello che ottiene la massa che non usa quotidianamente più del 15% delle proprie facoltà mentali, eppure in ogni luogo ed in ogni epoca ciò si rinnova di generazione in generazione, come diceva De Andrè si chiude la testa si spalanca la bocca e "si maledicono le donne il tempo ed il governo". Questo atteggiamento e quello che muove i popoli in ogni epoca, poichè per far questo ripeto non si deve usare neanche un pò il cervello basta solo muovere le labbra e parlare ed ecco che "gli scienziati" di turno cominciano le loro arringhe. Con questa introduzione voglio mettere in luce l'atteggiamento dell'uomo di ogni tempo, non quello dei nostri avi, dei miei contemporanei o delle generazioni future ma dell'uomo di tutte le epoche, di ogni luogo e di ogni cultura, il quale credendo di avere la verità in mano non fa altro che criticare chi non appartiene al proprio "partito", al proprio modo di agire "giusto" seppur temporaneo e limitato, facendo della filosofia speculativa per tirar acqua al proprio mulino. Ciò mi è sembrato lampante studiando il percorso evolutivo dell’uomo lungo la storia e nelle diverse culture, i suoi grandi pensatori ed i suoi filosofi, dai credenti ai non credenti, non lasciando nel dimenticatoio queste nozioni come roba inutile ne facendo sfoggio di nomi o teorie altisonanti ma applicando queste conoscenze al mio tempo,ai miei luoghi ed alla mia gente, osservando i miei contemporanei, così tirando le somme ho visto come nulla è cambiato se non i mezzi ed i volti, ovvero le problematiche di allora sono le stesse di oggi, con l’unica differenza che chi non conosce cos’è avvenuto prima crede il proprio vissuto e le proprie problematiche siano uniche ed appartenenti solo al presente ma nulla di più sbagliato. Infatti ciò che notavo è come ogni persona non sia tanto alla ricerca della verità o quantomeno dedito ad incamminarsi sulla sua strada, ma partendo dalle sue convinzioni finge di partire da zero gira e rigira con teorie varie in modo da arrivare al punto di partenza e così far proseliti o almeno giustificare le proprie convinzioni, cercando l'appoggio altrui, infatti tanto meno si capisce quello che si dice e\o non se ne è convinti tanto più si cercano più adepti, ovvero se si crede allora si cercano tutte delle teorie che per quanto "innocue" portano già alla soluzione e viceversa dall'altra fazione. Ciò si potrebbe notare nelle 5 vie di S. Tommaso d'Aquino dottore della chiesa, mentre d'altro canto ci sono le teorie di Voltaire e di altri illuministi che gira e rigira mostrano il contrario , anche se sia a loro che ad alcuni credenti si deve riconoscere il "rispetto per chi pensa diversamente" quantomeno in teoria o come buon proposito e questo penso sia un atteggiamento molto più equilibrato. Tra le varie diaspore sui vari temi quello che più mi ha colpito per equità di pensiero è stato Epicuro e la sua atarassia ed apatia, ovvero egli predicava l'assenza di preoccupazioni e di dolore, la sua dottrina faceva leva sulle paure principali ed ataviche dell'uomo ovvero la paura degli dei e della morte. Sugli dei (per come venivano adorati allora e nel suo contesto) egli diceva: "gli dei non esistono e se esistono sono troppo impegnati a farsi gli affari propri", infatti allora si credeva che gli dei facessero tutto quello facevano gli uomini, si ubriacavano, si innamoravano, facevano le corna (zeus in quanto capo degli dei era un mandrillo e vantava numerose scappatelle e pure tanta prole), così ad andar contro la teologia di allora a cui nessun uomo doveva neppure osare ribellarsi (come i nostri tempi e come è stato sempre nei secoli) al solo pensiero si veniva bollati come atei, immorali, persone che conducono alla sbando i giovani etc etc, così fu etichettato Epicuro, Socrate e via discorrendo, insomma basta toccare la credenza delle masse e spingere al ragionamento e subito il gioco è fatto, meglio "credere" come sempre si è fatto alla tradizione e alle leggende, ma se poi chiedessimo ad ogni singolo "credente" di motivarci le ragioni della propria fede come diceva san Paolo che risposta si può ricevere se non: " è giusto così perche tutti credono così? Oppure mi hanno insegnato così? Ci credo e basta poi non so neanche a che cosa ma credo, perchè devo aprire la mente ed interrogarmi ed avere una fede forte e salda? Meglio chiudere la testa e seguire le moltitudini, poi magari bestemmio, uccido ma sono devotissimo (ieri agli dei oggi ai santi etc) allora non si è atei devoti in ogni epoca? Ed i veri atei non sono i frequentatori dei templi? Ebbene si! Se si vuole ragionare seriamente potremmo vedere come gli atei siano dentro non fuori, ma se vogliamo ragionar per categorie allora basta guardare se si frequenta o meno per classificare atei e devoti. Altresì credo che sia l'ambiente che forgi le nostre credenze, se fossimo nati in un paese arabo ci faremo uccidere per Allah (anche se magari non conosceremmo nulla della fede islamica), siamo nati in occidente e crediamo in Dio, se fossimo nati millenni  prima saremmo devoti agli dei, se fossimo nati ai tempi di Abramo saremmo adoratori degli astri (come egli stesso lo era). Allora crediamo e seguiamo quello a cui l’ambiente dove cresciamo ci inculca? Ebbene si e nessuno ne è immune! Comunque ritornando al nostro Epicuro possiamo dire che non era visto di buon occhio dai ben pensanti di allora poichè "non credeva" e predicava la libertà e la felicità dell'uomo, non l'oppressione religiosa. Altra sua teoria era l'inutilità della paura della morte poichè affermava: se ci sono io la morte non c'è, se c'è la morte io non ci sono più allora di che preoccuparsi se entrambi non possiamo coesistere? Infatti anche Borsellino ha detto: “chi ha paura di morire muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola" allora se iniziamo a ragionare piuttosto che parlare in modo logorroico e senza capire il significato di ciò che diciamo vedremo che avremo più risultati e meno problemi! Ora penso che se la morte non esistesse forse nessuna religione fosse mai nata, ricordo un episodio narratoci dal un professore di filosofia il quale ci raccontò di un suo conoscente al quale dopo un incidente morirono moglie e figli, così essendo stato fino ad allora un credente non praticante come tanti ma credente e devotissimo tutto ad un tratto diventa una persona religiosissima e devota, questo risalta agli occhi  dei suoi compaesani che vedendo questo cambiamento chiedono il perché di questo cambiamento repentino e la sua risposta era: “a me non importa se Dio esiste o meno per me deve esistere altrimenti al solo pensiero di sapere i miei cari morti e che non ci rivedremo mai più mi ucciderei pure io, non avrebbe senso vivere”. Ecco che questa risposta molto sincere data da una persona che era stato messo alle corde dalla vita penso rispecchi la vera motivazione che spinge le persone a credere incondizionatamente senza dubbi o esitazioni ovvero la paura della morte con tutte le sue diramazioni, ora spesso sia per teorie che per riscontro nella realtà posso dire che ciò sia uno dei motivi a spinger l’uomo a divenire un “credente”, come il bambino piccolo che scopre la sua vulnerabilità e ne ha paura e cerca riparo nel padre in cui vede un uomo forte ed invincibile ma non appena scopre che pure egli è vulnerabile allora cerca riparo in qualcosa di ancor più superiore e tanto più sarà la paura tanto più sarà la convinzione della propria fede! Infatti l'assolvere pie pratiche in ogni tempo ed in ogni luogo penso non sia altro che un appagamento personale più che un discorso di fede, come il pubblicano al tempio. Ora su piano personale posso dire che molte persone vedendomi pensano che sia ateo poiché non frequento gruppi religiosi, chiese etc, ma ciò non è solo un mio problema ma il problema di moltissime persone. Personalmente vedo ciò come uno stereotipo troppo banale, è facile fare divisioni tra bianchi e neri, nord e sud, buoni e cattivi, atei e credenti etc etc, infatti penso che ciò sia solo un analisi approssimativa e troppo vaga, serve solo a creare delle soluzioni a basso costo, che soddisfino il proprio io, le proprie teorie che appagano dando l'illusione di aver capito tutto mentre in realtà non si è capito niente. Mi verrebbe molto più facile chiudere la testa e negare pure le evidenze accodarmi alla massa dei credenti, sentirmi giusto poiché uomo di fede ed adempire pie pratiche per vantare chissà quali meriti a differenza degli “atei”, che mi costerebbe? Non sarei più felice? Non costruirei l’immagine di me stesso su un dio che morirebbe sicuramente dopo di me? E ciò non mi porterebbe innumerevoli “benefici” o illusioni? Penso di si poiché se riuscirei ad illudermi avrei trovato la chiave per essere “felice”, ma sarebbe solo un discorso temporaneo poiché se la mia fede sarebbe una fede fondata su queste cose crollerebbe o se la vorrei mantenere in piedi sfocerebbe in nevrosi varie. Ciò ovviamente non mi spinge a giudicare chi giudica me o gli altri chiudendoli in degli insiemi per far finta di aver capito a mia volta e cadendo nello stesso errore, che ovviamente essendo stato enunciato da me è giusto, ciò mi spinge semplicemente a riflettere. Così riflettendo mi chiedo ma la chiesa (moschee e templi vari) non sono spesso e volentieri delle prostitute a cui le persone attingono soddisfano i propri bisogni e poi se ne fottono altamente di ciò che professano? Le persone che in nome di Allah oggi si fanno saltare in aria e uccidono altre persone cosa ne capiscono del Corano? Non è vero forse che non ne hanno aperto mai neanche una pagina? Non è forse la forza dell' ignoranza  a spingerli a fare questi gesti sotto il nome di un dio che serve da paravento e come sfogo per la loro rabbia e frustrazione?  Spesso non vengono trainati da leader che in queste persone trovano l'humus fertile con i quali possono arrivare ai loro fini politici ed economici? Le crociate di un tempo le guerre sante oggi a che servono se non a colmare le frustrazioni delle persone e a dar libero sfogo alla loro ignoranza? Altresì chi manovra le masse ed induce le persone a far ciò, non fa tutto questo per "gloria Dei" ma per doppi fini, economici politici, di potere etc e loro forza e la manovalanza non è la mente chiusa delle persone? Quale persona equilibrata e razionale si accoderebbe dietro alla massa e compirebbe simili scempi? E se vogliamo uscir per un attimo da un ottica religiosa e guardare la nostra civiltà “razionale” dove difficilmente la gente si fa manovrare da ideali religiosi ( finchè non è davanti alla morte o davanti la malattia ) ma sono cambiati solo gli strumenti e gli attori come dicevo sopra, ci crediamo più evoluti e più colti dei nostri avi ma non ci rendiamo conto che siamo perennemente manovrati dai mass media e dall'industria che ci veste, ci nutre e ci conducono dove vuole in modo subdolo ed “indolore” senza che neppure se ne accorge, anzi fanno credere che siano le persone a scegliere, ciò fa sentire le persone “felici” uniformandole tutte a mangiare le stesse cose, a vestire allo stesso modo, a comprare le stesse cose, a dire dove dobbiamo andare la domenica (un tempo proliferavano le chiese per accogliere le masse oggi si guardi i centri commerciali che sono le nuove cattedrali dove la domenica si spingono le persone a comprare), ora potrei a mio avviso criticare le persone di fede, le persone che riempiono questi centri commerciali ma cosa concluderei e soprattutto cosa ho capito? Nulla! Ed è proprio il non aver capito nulla il non aver idee preconcette che mi spinge alla ricerca e non al giudizio, i miei errori come quelli dei miei simili non sono altro che una parte della nostra umanità che ci invita a guardare e far tesoro di essi per crescere e conoscerci. Così infine penso che l’uomo abbia sin dalla sua comparsa sulla terra avuto bisogno di protezione di un essere superiore vedendo la sua fragilità, l’uomo primitivo vedendo la difficoltà della caccia tramite i disegni delle grotte faceva dei riti propiziatori alla divinità o alle forze della natura cercando il loro aiuto e la loro protezione, poi nei secoli l’uomo secondo i vari modi di vedere ha offerto beni agli dei nei più svariati modi. Uno dei più particolari è stato quello del dio sole, in cui gli esseri umani o le belve che veniva sacrificati ad esso venivano lasciati al sole con tutto il loro sangue poiché essi credevano che il sangue che con il sole viene essiccato (questo lo sappiamo noi) si pensava che il dio sole gradisse questi sacrifici e se lo beveva, se poi andiamo alla nostre radici elleniche possiamo vedere una miriade di dei che non facevano altro che quello che fanno gli uomini, avevano tutti pregi e virtù degli uomini, se si va a dare un occhiata alla teogonia di  Esiodo (un facsimile della nostra bibbia) in cui si vede la nascita di tutti gli dei non si potrebbe che restare di stucco nel vedere la fantasia dei nostri avi (ciò ovviamente dopo millenni ma se fossimo cresciuti in quei tempi allora per noi quello sarebbe stato un argomento da non contraddire poiché sacro). I nostri romani che tante feste usi e costumi ci hanno tramandato nella nostra realtà cristiana, infatti come loro hanno preso spunto dalla teologia ellenica anche i cristiani hanno trasformato tutte le feste pagane in cristiane, i paramenti sacri, le aureole, le processioni e molto altro a cui noi diamo un valore sacro non sono altro che il modo di vestire festeggiare etc etc dei nostri romani, ora se per un attimo vogliamo fermarci qui e vogliamo chiederci ma in questo lasso di tempo quanti dei sono nati e sono morti? Centinaia! E come fa a nascere ed a morire un dio? Beh per questo bisogna valutare caso per caso, infatti anche i miracoli, le statue ritrovate che parlano, che appaiono in sogno non sono una prerogativa nostra ma in tutte le culture citate e non avvenivano ed abbondantemente. La stessa religione ebraica come le tre grandi religioni monoteiste che riconosco come loro padre Abramo il quale viene visto come un uomo giusto e di fede ispirato da Dio (tutto questo a posteriori poiché ci viene detto così) ma sapevate che egli era un adoratore degli astri e tutt’altro che un devoto di Jahvè che nascerà solo successivamente? Non voglio entrare in merito di questo o altro poiché penso che non ho nulla da insegnare ne tantomeno persone da addestrare che pensino come me, ma altresì penso che se una persona è curiosa e vuole capire ha tanto da scoprire sulla nostra identità religiosa, storica, culturale etc, io ho fatto e continuo il mio di cammino che non è uguale a quello di nessun altro, ognuno deve crescere personalmente. Ritornando al discorso precedente se vogliamo essere obbiettivi avremmo tanto da mettere in discussione sulla nostra fede, poiché non ne conosciamo quasi niente, si crede solo perché così ci è stato detto; allora se per un momento accantoniamo il religioso e prendiamo il lato razionale dell’uomo ( anche G.P II nell’enciclica fide e ratio diceva infatti che la fede è come un uccello che ha due ali la fede e la ragione se manca una o l’altra non si può volare con una sola ala, e queste penso siano i veri atei chi fa forza su una o l’altra) facendo riferimento a filosofi non “ortodossi” in materia di fede possiamo prendere alcune massime non come dogmi ma come spunto per capire, Feuerbach diceva di Dio che non è altro che una proiezione dei bisogni dell’uomo, poiché l’uomo non è giusto allora Dio è somma giustizia, l’uomo non è perfetto allora è somma perfezione, l’uomo è mortale allora Dio è immortale etc etc, un altro filosofo Schopenhauer  diceva che non è dio che crea l’uomo ma l’uomo che crea dio (se pensiamo ai Greci, romani ebrei, primitivi etc penso non gli possiamo dare torto, ha anche le sue ragioni ma se poi dobbiamo creder per forza allora il discorso cambia). Così avendo avuto la fortuna di valutare da più punti di vista questa tematica ed avendola vissuta in prima persona, essendo vissuto nel cuore della chiesa stessa posso affermare di non essere arrivato ad nessuna conclusione certa, anche se debbo dire che pendo più per la non esistenza di Dio, poiché se dovessi essere un giudice equo più sono le prove, sia empiriche che teoriche, a disfavore che quella a favore, malgrado ciò non mi sento di dare nessuna sentenza definitiva e non mi importa, quello che mi interessa è capire, altresì per correttezza di giudizio debbo dire che se una persona crede dopo aver usato la propria razionalità, avendo approfondito la propria fede ed avendola analizzata fino alla viscere senza cadere in facili e popolari fideismi e pie pratiche allora penso che la fede di quelle persone sia una fede vera e sincera, ma per il resto di “credenti” che popolano i vari templi e armano crociate penso che la loro fede non sia altro che convinzione e puro fanatismo, atto a soddisfare o nascondere le paure o il bisogno di sentirsi giusto che spesso celano un disagio ben più grave. Avendo letto le biografie di grandi uomini di fede un punto in comune ho riscontrato il buio della fede, queste persone malgrado la loro fede incondizionata (che in quanto fede deve essere tale) hanno avuto chi per 40, 50 anni o per tutta la vita il dubbio sull’esistenza di Dio e malgrado ciò hanno creduto, ecco il frutto delle due ali. Ora sia il credente che il non credente non ha mai una certezza assoluta poiché la certezza assoluta è degli stupidi o dei bigotti che devono credere o no solo per principio! Quello che domanderei alle persone di chiesa come fate ad affermare che Dio esiste con certezza matematica quando i grandi mistici ed i santi che adorate hanno avuto sempre il dubbio e la loro fede muoveva le montagne mentre quella vostra non muove neppur un granello di sabbia? Questa presunzione non nasconde forse la paura che forse possono passare dall’altro lato della barricata e così basta difendere questo principio di cui non importa niente nei fatti ma serve solo a barricare le paure di questi bigotti nel migliore dei casi la paura di osare? Come fate a credere alle vostre madonne e santi protettori delle vostre città quando non ne conoscete ne la storia ne la vera origine? Quante leggende oggi sono credute come verità di fede frutto solo di manovre politiche ed economiche di “ministri di Dio”. Un esempio che mi viene in mente è quello del venerdi di quaresima, se una persona mangia carne si deve subito confessare poiché ha commesso un peccato abnorme, si sente come se avesse rimesso Cristo in croce, ma che conoscete della vostra fede non sapete che questa pia pratica ebbe inizio intorno all’anno 1000 non per fine religiosi ma fu una manovra di un papa (di cui non ricordo il nome) il quale aveva interessi economici sullo smercio del pesce? Quindi questo peccato non deriva dalla tradizione più che dalle scritture? Infatti nel vangelo non viene detto di stare più attenti a quello che esce dalla bocca dell’uomo piuttosto che a quello che vi entra? Quindi gli interessi di un papa valgono più delle parole di Cristo? In teoria no ma in pratica lascio fare ai “credenti” che stanno molto attenti a questo, quindi ragionando con la loro mente chi mangia carne venerdi di quaresima è un immorale irrispettoso ed un ateo mentre chi non lo fa è morale giusto e un credente, ed in più vanti crediti davanti a Dio, e penso quanto basti poco per illudere l’uomo……. Ora se credete per sentito dire che fede sarà? Una fede fondata sulle chiacchiere non su una realtà e che differenza c’è tra voi che credete a ciò che la tradizione o gli anziani vi hanno tramandato e un bambino che crede a babbo natale che i genitori gli hanno detto che esiste? Sembra per un adulto una domanda scontata se crede di ragionare, ma se ragiona davvero allora il discorso cambia e si vede che poi non è così scontata….. Ora il mio fine non è il dare risposte o verità assolute è solo un voler esternar il frutto del mio ragionamento delle mie conoscenze e del mio vissuto affinché siano non un punto di arrivo ma solo uno spunto per ragionare e confrontarsi sia per il credente che il non credente, che per me è molto differente dall’ateo per come lo si vede. Vuole essere un modo differente e più dettagliato di vedere le cose un modo più completo anche se non esaustivo rispetto ai ragionamenti semplicistici di bianco e nero, giusto e sbagliato, buono e cattivo, ateo e credente, altresì Nietzsche diceva che l’ateo è il perfetto cristiano, poiché fa nella sua vita reale tutto ciò che il bigotto professa verbalmente ed a livello pratico non lo mette in atto. Se tutto questo mio discorso o quello di un'altra persona o un qualsiasi altro evento fanno chiudere a riccio il lettore bollandomi come una persona irriverente o immorale chiedo di far mente locale ricordando che succedeva a chi ci ha preceduto, a coloro che fanno perdere la “fede” allora penso che forse non è mai stata una vera fede ma solo frutto di convinzioni o soddisfazioni dei propri bisogni o delle proprie fobie, infatti anche il non credente nei momenti di paura non si rifugia tra le braccia della divinità di turno quando vede che le proprie forze lo hanno abbandonato? Allora questi dei o questo dio potrebbero essere una nostra proiezione o una nostra creazione? La concezione della divinità non è cambiata a seconda dei nostri bisogni? I greci avevano un a concezione devozionale non si doveva mai mettere in discussione un dio, mentre i romani avevano più una visione commercialistica, offrivano agli dei solo quando avevano di bisogno diciamo erano più di larghe vedute un po’ come la nostra società odierna, il dio di Abramo non era una volta battagliero, poi vendicativo, terribile e nel nuovo testamento diventa misericordioso, padre etc? E nelle successive interpretazioni, cattoliche, luterane, calviniste non era benevolo a secondo delle ricchezze, pie pratiche a seconda della corrente a cui si apparteneva? Ora potrei continuare a scrivere all’infinito poiché lungo il mio cammino vado sempre analizzando vari dettagli e fatti che trovo lungo la strada il tutto documentandomi a 360° non solo dal punto di vista che prediligo, e ciò mi permette di parlare con equità non trovando verità assolute ma essendo sempre pronto a crescere cercando il confronto costruttivo con chiunque soprattutto con chi la pensa in modo differente, non bollandolo come bigotto o credente ma ascoltandolo e cercando di capire le “ragioni della sua fede”. Infatti penso che la vera fede sia rarissima malgrado la stragrande massa di “credenti” la fede è un salto nel buio in cui si decide di andare malgrado  non si veda uno sbocco razionale, ma questo salto viene fatto per fede, ma se la ragione non accompagna questo cammino sarà una fede fatta di devozioni ed emozioni, così come la storia se non si conoscono le radici del proprio credo si rimarrà sempre  bambini con una fede da catechismo non da adulti e se non si hanno le facoltà per scegliere e vagliare il proprio credo allora più che credenti si resterà perennemente schiavi delle proprie paure e questa fede non sarà mai una scelta ma un obbligo convincendosi di essere uomini di fede ma essendo solo degli atei devoti.



P.S: Da considerarsi come brutta copia




2 commenti:

  1. Ben scritto;) thumbs up per la citazione di bruce lee:p

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  2. Grazie mille da parte mia.... e tante grazie penso pure da Bruce Lee.........

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