“ La vita è come uno specchio; ti sorride se la guardi sorridendo
”, inizio questo nuovo articolo con un frase
di Jim Morrison la quale a primo impatto sembrerebbe non aver nulla a che fare
con il titolo, ma man mano andrò esplicando il senso di questa frase ed il mio
pensiero. Se vorremmo seguire un filone piuttosto fiorente in ogni epoca
potremmo soffermarci su queste poche righe e tirar fuori migliaia di opinioni
una differente dall’altra e tutte “giuste”, un po’ come si fa nei talk show in
tv, dove ogni persona dice la sua fino a cader nel ridicolo, tirando fuori
ognuno il peggio di se, facendo a gara a chi grida più forte, giocando a
ribasso fino a cadere nella rissa e crear maggior odiens, così come succedeva nelle
piazze di un tempo, su internet oggi, tra conoscenti poiché si deve aver
ragione a tutti i costi (anche se poi non si è coscienti neanche di ciò che si
dice, ma non importa l’importante aver ragione e non esser contrariati),
infatti penso che le persone non discutono per capire ma solo per aver ragione.
Così magari se dopo aver dato libero sfogo alla lingua facendo molta attenzione
a non usar assolutamente il cervello, vorremmo buttar legna sul fuoco potremmo
aggiungere che questa frase (che a mio parere è di una profondità spettacolare)
è stata scritta da una persona che poi si è suicidata, apriti cielo! Ne verrebbe
fuori un pandemonio, poiché sembrerebbe esserci una profonda dicotomia tra chi
scrive e la sua vita. Ora volendo fermare tutto qui potrei dire che sono
proprio le persone più sensibili, quelle che colgono il senso della vita che
spesso ne pagano le conseguenze, chi come lui rimane abbagliato dalle illusioni
del successo, dei soldi e della sregolatezza in un attimo di lucidità può
scrivere ciò, è pure da considerare che l’unico fattore su cui ogni uomo può
far affidamento è l’impegno di cui se ne decide la dose, ma il risultato non
dipende mai ne da noi ne dalla nostra volontà (come vuole una credenza molto
popolare), ci sono fattori come la fortuna, la malasorte etc che non dipendono direttamente
da noi ed influiscono sul risultato finale e sulla riuscita delle cose, così
una persona senza impegno può arrivare ad un buon risultato magari con un bel
po’ di fortuna, mentre un'altra malgrado abbia le facoltà ed abbia dato il
massimo con un po’ di sfortuna perda tutto ciò che ha fatto, quindi la volontà serve
molto relativamente al contrario di come si pensa comunemente quando si
“ragiona”, ed ecco che da questo punto di vista non avendo conosciuto il
cantante e non potendo dare un giudizio concreto ma solo opinioni (che lasciano
il tempo che trovano) penso la frase da lui scritta abbia un senso, e penso che
il suo stile di vita non sia per nulla in contrasto con chi l’ha scritto
malgrado le apparenze mostrino il contrario.
Comunque dopo questa parentesi
voglio aprire il nocciolo del discorso, ovvero vivere il mio tempo. Ad un
occhio disattento ed a voce di popolo il periodo che stiamo attraversando è un
particolarmente negativo, ma oggettivamente penso sia falso poiché malgrado
capisco il giudizio negativo attribuitogli e le motivazioni per cui la gente
vive in una perenne angoscia, sono pure cosciente del fatto che se chiedessi
alle persone cos’è una crisi in generale o chiederei delucidazioni su quella
attuale penso non avrei nessuna risposta esaustiva se non le solite chiacchiere
o lamentele. Altresì se avessi potuto chiedere alle persone di un tempo, che
avevano una paura matta dell’inferno (come oggi lo si ha della crisi) e
compravano a fior di quattrini il posto in paradiso, cos’è l’inferno, al di
fuori dei luoghi comuni in vige ancora oggi, penso che neanche chi inculcava
questa paura avrebbe saputo spiegarlo, però lo si faceva e la massa obbediva.
Ora questo non è un giudizio ma un paragone terra terra onde poter far passare
il concetto senza offendere o favorire nessuno. Ritornando al discorso crisi
personalmente penso che “esista” in senso lato, penso che sia usata come uno
spauracchio a favore di pochi, come lo è stato il 21 dicembre dei Maya ( in
America si sono venduti bunker ed attrezzature varie a suon di milioni, ripeto
a dire ma la gente sapeva chi erano i Maya? Erano a conoscenza che il
calendario Maya continuava prevedeva la fine di un ciclo e l’inizio di un
altro? Non sapeva che siamo quattro anni avanti quindi il 2012 era passato da
un po’? Eppure mi si perdoni il giudizio, che cerco di evitare il più possibile,
ma mi viene dal profondo del cuore: non si dice forse che la mamma dei cretini
è sempre incinta? Quindi non sono mancati e non mancheranno mai polli da
spennare! Ed oggi con la tv ciò è ancor più facile e redditizio. Ritornando
alla nostra crisi al di fuori dell’ etichetta negativa che ci vogliono far
vedere, c’è sempre il lato positivo che è l’altra faccia della medaglia che
conviene tener nascosta, sia perché non piace sia perché è più comodo farsi
abbindolare da teorie ed esperti vari che essere padroni della propria sorte.
Se guardiamo le cose con il lungo respiro della storia e non con il fiato corto
dei luoghi comuni o della nostra vita vedremo le cose con molta più serenità,
la storia conta molte crisi che ad oggi non esistono più ma hanno dato luogo a
dei cambiamenti che permettono il rinnovo e la crescita di una società, così in
ambito umano mi vien da pensare al bambino che nel momento in cui mette dubbio
tutto ciò che fino ad allora ha creduto, quindi le proprie certezze, entra in
crisi e si prepara a diventare adulto vagliando la realtà non con le vecchie convinzioni
ed è qui proprio a questo bivio che avviene la paurosa e negativa crisi che ci
chiede di abbandonare il vecchio mondo per passare a quello nuovo, permettendoci
di crescere ed andare avanti, oppure rimaner radicato nella proprie convinzioni
e lamentarsi lasciando che siano gli altri che continuino a riempirci di favole
malgrado questo ci farà male dopo poiché si resterà eterni bambini. Ora penso
che sia proprio questo che ci fa attribuire l’etichetta di negatività a tutte
le crisi, oggi c’è crisi sul mercato del lavoro, quindi si maledice la crisi ma
non si pensa perché? Non si pensa come adattarsi ed essere a passo con i tempi
in modo da fronteggiare la richieste ed essere competitivi? No! Si pensa solo a
lamentarsi e maledire chi ci chiede di levarci dalle agiatezze
dell’assistenzialismo parassitario, ma si è mai pensato che la nostra società
non ha più bisogno di operai che emigrano ma ha bisogno di manodopera
specializzata, infatti c’è una gran domanda di quest’ultima ma poca offerta
mentre viceversa dell’altra, ecco perché non c’è molto lavoro per come lo
intende ancora la massa, perchè piuttosto che lamentarsi è fantasticare non si
capisce il mondo in cui si vive e ci si adatta? Chi va avanti non è chi si
lamenta ma chi forma se stesso, chi si lamenta degli altri o della società è
chi non riesce a vedere più in la della punta del proprio naso, oggi la nostra
società non ha bisogno di persone laureate ma di persone che sappiano lavorare,
spesso si è preoccupati di crescere e si cerca riparo ed aiuto dai genitori,
con la buona scusante degli studi e con il consenso dei genitori i quali
nascondendo il vero motivo degli studi (che sta nel vantarsi con le amiche di
aver un figlio laureato) dicono che lo fanno per il suo bene per il suo futuro!
Meglio evitare di camminare con i propri piedi entrar in crisi e crescere, dall’altra
parte e dare la colpa alla società corrotta, ai politici etc ma mai
interrogarsi e vedere che si è sulla strada sbagliata a livello personale, ciò
richiederebbe impegno sforzo e remare contro corrente ma anche i risultati sono
differenti, poiché ripeto non vanno avanti le persone che si lamentano ma
quelle che costruiscono se stesse, per il resto meglio smettere di remare e
farsi trascinare dal pensiero della massa, costa meno e “rende” di più. Altro
punto dolente che noto è come ogni giorno dalla tv alla radio, alle persone che
si incontrano non si fa altro che parlare di soldi, tagli etc etc, sembra che
ormai il denaro abbia preso il sopravvento delle vite degli uomini, oggi nella
nostra società molte persone restano
bloccate da questo meccanismo senza rendersene conto, questo è possibile
solo grazie (tanto per cambià) all'ignoranza, il non conoscere la società in
cui ci troviamo, non sforzarsi di capirla ma solo di criticare e lamentarsi non
fa altro che alimentare questo sistema, infatti un bravo illusionista riesce a
fare un gioco di prestigio solo se la gente non conosce il trucco, poichè nel
momento in cui ciò avvenisse il trucco sarebbe vano, ora la gente non conosce
neanche lontanamente le tecniche di marketing, non conosce i meccanismi che
usano le pubblicità per ingannarci,non capisce niente di capitalismo, della
struttura della nostra società attuale e passata, non conosce se stessa e tanto
altro ed è proprio qui la forza di questo sistema, la colpa è della gente che
facilmente si fa illudere poichè non usa la testa ma solo la lingua, facendosi
imboccare dalle pubblicità e quanto ad essi connesso cosa sia buono e cosa no,
cosa si deve comprare per essere felici ed alla moda. Basta che un calciatore che
sponsorizzi una macchina o una marca di scarpe e tutti ne daranno un valore
positivo, anzi non capendone una mazza si consiglieranno pure gli altri, quindi
ciechi guide di altri ciechi non cadranno entrambi in un burrone recita un
passo del vangelo? Spesso mi accorgo che la maggior parte degli oggetti che
usiamo non sappiamo neanche come funziona, ovvero siamo capaci di consigliare
una marca di cellulare poichè è la migliore malgrado non sappiamo neanche lontanamente
come funziona un cellulare, siamo in grado di consigliare una compagnia aerea e
non conosciamo neanche cosa sono e come si strutturano, come funzionano le
offerte come i voli low cost, last minuti, siamo in grado di consigliare un
cibo piuttosto di un altro, una medicina a discapito di un'altra (non capendo
che spesso è come se consigliassimo una marca di veleno piuttosto che un'altra
ma sotto il nome di medicina il gioco è fatto), così prima di consigliare le
medicine dovremmo capire cos’è la medicina e le varie forme di medicina che
esistono, valutare con la mente e le conoscenze dovute e poi parlare ma meglio
lasciarci trascinare dalle pubblicità e dalle premure dei genitori che al
minimo mal di testa ci appioppano gocce, pillole etc e i figli a loro volta
insegnano, poi la pubblicità fa il resto, compra la confezione maxi per le
vacanze, compra molly a quantità industriale, ma mi chiedo com’è arrivato
l’uomo fino a noi? Per millenni è campato senza questa “monnezza” e oggi non si
può più vivere senza di esse? Quindi se per un secondo apriamo la mente e ci
mettessimo in discussione potremmo dire: ma che stiamo dicendo? Non devo prima
capire e poi parlare? La mia esperienza personale non serve neanche a me stesso
se non capisco il meccanismo in cui viene attuata, eppur si parla si fa tanto
casino tante chiacchiere a vuoto poiché come dicevo sopra più che capire si
tende più ad aver ragione, così i risultati saranno sempre quelli e finchè non
si capisce che la colpa non è mai degli altri ma sempre la nostra, si rimarrà
sempre a lamentarsi e rimanere nella propria ignoranza, poichè è vero che chi
sa fare fa, mentre chi non sa fare insegnare agli altri ed a lamentantarsi. Mi
viene in mente l'esempio della Montessori il cui metodo educativo è usato tutt’oggi
a livello mondiale, questa donna che fu il primo medico donna in italia (e ciò
le causò molte critiche poichè la massa dei suoi tempi e soprattutto le persone
vicine non capendo le diedero non poco filo da torcere, poichè non era consono
per una donna quel mestiere, ma se fosse stata una di loro sicuramente con la
mente occlusa avrebbe vissuto più serenamente) ma il frutto tra la massa ed il
suo modo di pensare ripeto ad oggi ci è invidiato a livello mondiale, mentre il
modo di pensare dei suoi contemporanei è sparito nel nulla, ed ecco che i
risultati parlano non le teorie. Ella riuscì ad far diventare degli angeli dei
bambini di un quartiere di Roma considerato malfamato, quindi anche i bambini
erano già etichettati ed impossibile da educare da lasciare in balia della loro
sorte e le correzioni erano urla, botte, punizioni etc, mentre arrivò questa
donna è dimostro con i fatti non con chiacchiere come ogni bambino può divenire
un angelo. Ora spesso gli educatori non fanno altro che continuar a “educare”
per come gli è stato insegnato, non usano per niente la testa, e nel momento in
cui i risultati sono quel che sono la colpa è sempre degli altri, mai si ci
interroga che forse il problema sta in chi educa e che sia nel bene che nel
male il tutto parte da noi. Ora come negli altri articoli come in questo penso
che se non si cambia a livello personale, se non si finisce di far da maestri
agli altri e non si insegna unicamente a se stessi, se non stiamo perennemente
a corregger noi stessi piuttosto che gli altri non si crescerà mai e
soprattutto non cambierà mai niente, solo quando noi diventiamo il cambiamento
che desideriamo vedere negli altri allora cambieranno le cose, infatti sempre
dico che le persone non cambiano ma cambia solo il modo in cui si guardano, ora
se si vuole vedere una persona per com’è si deve valutare volta per volta e con
cognizione di causa, con tempo pazienza e le dovute conoscenze, poi se si vuol
vedere quel che si vuole il discorso è molto più facile ma il risultato è pure
molto provvisorio e banale e appagherà quello che vorremmo vedere, allora il
problema non sarà in chi è guardato ma in chi guarda e si illude di sapere……. Ora se vogliamo guardare la nostra società
con un occhio critico e non con quello da giudice della massa la nostra è una
società piuttosto complessa dominata principalmente dall'economia che spesso
influisce sulle nostre vite come un macigno, rendendo l'uomo suo schiavo e come
diceva Karl Marx (che in ciò fu molto lungimirante malgrado le critiche poiché
aveva toccato il tasto dolente della religione, altrimenti penso sarebbe salito
agli onori degli altari o quantomeno sarebbe stato un dottore della chiesa). Oggi
l’ uomo è visto solo come un piccolo ingranaggio che insieme ad altri milioni
di ingranaggi muove l'intero sistema, l'uomo ed il suo lavoro viene
spersonalizzato rendendo al pari di una macchina che produce e fa girare
l'economia, rendendolo perennemente insoddisfatto di ciò che produce ma schiavo
dei suoi stessi beni o meglio della sua merce che produce e dovrà produrre
sempre più per mantenerla, ciò non produrrà altro che un eterno malessere
nell'uomo, che passata l'euforia per l'acquisto di una merce, che per un pò
effimeramente lo gratifica, lo renderà ancor più insoddisfatto di prima, poichè
le merci che si comprano non soddisfano l'uomo nei suoi bisogni più profondi,
ecco perchè nelle società industrializzate cresce sempre più il consumo di
droghe, alcol, si ha un incremento di malattie come depressioni, ansia,
disturbi pscicosomatici etc, in teoria con l'aumento del benessere si dovrebbe
vivere da re, ma la realtà parla di tutt'altro che benessere e spesso questo
benessere economico non è altro che fumo negli occhi, come una persona alla
continua ricerca della propria dipendenza ne va sempre alla ricerca in modo
sempre più affannoso non essendone mai sazio così l’uomo moderno è succube dei
suoi beni, volendo usare un aforisma di un filosofo potrei dire che: l’economia
oggi è come l’acqua salata, più se ne beve più aumenta la sete. Guardando il
mio quotidiano vedo come molte cose che fino a qualche decennio addietro
neppure esistevano adesso sono diventati essenziali, senza le quali non si può
neppure vivere, senza che neppur ce ne
accorgiamo ( e ripeto sta tutto qui il trucco che i grandi magnati della
finanza, le multinazionali che si nascondono dietro le marche e la pubblicità, il
quale è lo strumento per farli arrivare alla massa che non ragiona, poiché nel
momento in cui lo farebbe cambierebbe tutto non avendo più potere sulla gente)
penso all'aria condizionata nelle auto e nelle case adesso non c'è casa o
macchina senza quest'ultima, che bello chiusi negli abitacoli sigillati a
respirar aria viziata spesso se si è in auto magari 5 o più persone per ore a
respirar la stessa aria però e fresca (ovviamente altrimenti chi la
comprerebbe?) se poi si è in un autobus…… penso alle bottiglie d'acqua ormai di
uso comunissimo e fino a tempo addietro sconosciute, l'acqua non si comprova la
si beveva dal rubinetto e ancor prima e per millenni dalle fonti, ma noi ci
crediamo avanti rispetto ai nostri avi che per millenni sono vissuti così e
molto meglio (qualitativamente), eppur mi chiedo come sono arrivati senza
bottiglie e acqua di varie marche e con proprietà miracolose fino a noi i
nostri avi? Come mai non si sono estinti prima? Adesso siamo nel pieno del
progresso dove ovviamente si spingono le persone a comprar l’acqua, ma ancor
peggio ciò che conta è la marca poiché
sinonimo di qualità, ormai l’acqua buona è solo quella del supermercato che
devi comprare, se non hai soldi devi bere quella inquinata, ma ditemi una cosa
quando comprate un acqua e pure di marca non vi sentite soddisfatti dell’affare
fatto? Stolti! Non vi siete fatti prendere per i fondelli a vostre spese e vi
sentite pure felici? Non siete stati indotti dal sistema far ciò poiché ormai
lo fan tutti senza neanche pensare? E questo sistema che si regge dalla singola
persona e poi moltiplicato per milioni di persone nel mondo quanta economia
produce a discapito delle masse e della natura ed a favore di pochi? Sapevate
che ogni bottiglia d'acqua costa più del suo valore effettivo? Ovvero il bene
primario che viene imbottigliato costa il 10% del costo finale della bottiglia,
il restante 90% sono il costo della plastica, l'imballo, il trasporto, il
guadagno del produttore ed infine quello del rivenditore, ed ecco come da un bene comune come l'acqua ci si specula sopra,
questo vuole la nostra società, le persone che la comprano non pensano neanche
lontanamente a questo uso sia per mancanza di conoscenze sia perchè non c'è
tempo si deve correre si deve comprare, consumare, senza pensare, anche se poi
magari a fine mese non si capisce perchè si arriva senza un centesimo. Spesso
vedo che molte persone se lo chiedono e restano perplesse proprio perchè non
capiscono dove volano i soldi e tutti i sacrifici che fanno durante la settimana.
Poi ovviamente non finisce qua una bottiglia pochi sorsi e via si butta, e
pensate a quante milioni di bottiglie si buttano quotidianamente, quanta
spazzatura si produce solo di questo rifiuto, ma noi neanche la guardiamo per
noi è naturale come se fosse stato sempre cosi anzi lo insegniamo agli
altri.... certo se lo guardiamo da un punto di vista economico non c'è scelta
migliore di questa, ma quanto potrà durare questo ritmo? E se a breve poiché
anche l’aria è sporca ed inquinata si imbottiglia l’aria fresca e si vende al
supermercato non si andrà in massa a comprare l’aria della miglior marca con le
miglior qualità? Certo lasciamo solo che trovino il tempo per imporre alle
persone quest’altra spesa e le persone si ammasseranno per avere questi beni,
producendo altra spazzatura ed rimanendo sempre più poveri e schiavi di questo
sistema. D’altro canto vi siete mai chiesti chi ci guadagna da tutto ciò? Penso
di no, poiché si deve correre e produrre economia e soprattutto e non pensare
poiché nel momento in cui ci guarderemmo ci faremo un po’ pena per come siamo
ridotti, poiché nei 5 passaggi descritti sopra dell’acqua(come di tanti altri
beni) l’unico che gode è lo stato, lo stato è il motore del sistema che scarica
il suo peso sulla gente, ad ogni passaggio lo stata incassa e tutto ciò sulle
spalle della gente che poi da la caccia alle streghe maledicendo e non capendo
che è lei stessa la causa principale del suo male. Spesso nelle escursioni
domenicali vedo un mare di immondizia buttate nei cigli delle strade e nelle
campagne, spesso pure roba buona non rotta che potrebbe servire ad altre
persone e viene buttata, guardo è penso: se in meno di 50 siamo riusciti a
produrre tutti questi rifiuti (ovviamente non degradabili che resteranno li per
secoli) che ne sarà tra qualche secolo? Migliaia di generazioni che ci hanno
preceduto ci hanno lasciato i fiumi i mari e le terre tutte pulite non
inquinate, tutto quello che hanno prodotto ed i loro rifiuti neanche ne
conosciamo l'esistenza, se fossero vissuti come noi ci avrebbe lasciato più
spazzatura che città, potremmo vivere con i topi più che con le persone, così
nel vedere come si sta distruggendo e sfruttando la natura negli ultimi decenni
mi chiedo quanto durerà e soprattutto più che progresso non è forse la società
della spazzatura? Case che sono arrivate fino a noi i castelli i palazzi da
secoli sono davanti i nostri occhi e tutti con materiali naturali e
biodegradabili mentre grattacieli, palazzi ed abitazioni costruite con il
cemento dopo un cinquantennio massimo sono da buttare a terra poichè non sono
più buone e dov'è tutto questo progresso? Spesso si ha la tendenza ha buttare
tutto come vecchio come i vecchi palazzi (come successe per il futurismo nel fascismo),
è vero produce lavoro (che è una mera illusione) ma più che lavoro produce pil
sulle spalle del popolo ignorante che quando sente alla tv che il pil sale
esulta se va giù ed aumenta la qualità della vita e si riduce lo spreco allora
si rammarica……. Mi viene in mente quanto durante le olimpiadi di Torino è stata
distrutta un intera aria verde in nome del progresso e del lavoro per costruire
una mega struttura per l’occasione con un mega appalto di cui ne giovava
qualche magnate e lo stato però come fa a passare ai consensi popolari? Basta
dire crea lavoro, crea progresso, edi infatti i risultati sono lampanti, ad
oggi è tutto abbandonato la struttura non serve più si è fatto un danno enorme
alla natura, i lavoratori dopo un anno circa sono di nuovo disoccupati e tutto
questo progresso dov’è? Gli unici che si sono arricchiti non sono lo stato (che
mangia pure sulle spalle dell’operaio) e un imprenditore? Quindi se ripensiamo
al discorso di Marx l’uomo moderno non è solo un ingranaggio che muove e fa
girare l’economia? Non è più un uomo ma una macchina! Il lavoro non diventa
alienazione ed è la causa di molti disagi nella nostra società moderna di cui
si combattano ipocritamente solo gli effetti? E se questa persona è stato
lungimirante perché viene sempre biasimato? Poiché oltre al discorso religioso
da fastidio pure al capitalismo di cui l’America e l’Europa sono i fautori. Mi
chiedo dov’è questo progresso in un società in cui le persone sono sempre più
ammalate dove i tumori crescono ed un barattolo di veleno come la chemio arriva
a costare fino ad 8.000€ più dell’oro e le aziende farmaceutiche guadagnano
anche li a discapito delle persone, anzi più si ammalano meglio per loro, altro
che ricerca….. Dov’è il progresso in una società che in nome di esso crea un
imballaggio per ogni cosa, imballaggi usa e getta pure per il cibo dove lo
stato guadagno sia sulla produzione di esso (quindi costi aggiuntivi sulle
spalle del compratore) sia sullo smaltimento, adesso qualsiasi cosa si compra
imballaggi a non finire e vedi pure la spazzatura che si produce come aumenta a
dismisura, infatti spesso tutti questi imballaggi questi oggetti usa e getta
(sotto la falsa idea di igiene, poiché basterebbe una bella sciacquata) a che
servono se non ad aumentare il pil ed a renderci felici non avendo pensieri
poiché sono molto comodi? Altro punto dolente di cui non sono stato mai un
lieto sostenitore sono i cellulari, non poche persone si chiedono al di fuori
dell’ utilità quali siano i danni che arrechi alla salute, ovviamente il tutto
viene dopo il progresso, anzi le pubblicità tendono a invogliare all’acquisto
di essi e delle offerte correlate, comunica e sei felice, comunica con l’ultimo
cellulare e sei alla moda altrimenti sei fuori, sottoscrivi un abbonamento e
parli gratis (malgrado paghi mensilmente altro che gratis) attiva quest’offerta
è così semplice e sei felice, così poi si vedono persone a dormire dietro i
negozi per accaparrarsi l’ultimo telefono manco lo regalassero anzi pagato un
sacco di soldi ed all’uscita di quello nuovo non vale neanche la metà e di nuovo
a comprarne un altro, ma mi chiedo non era lo stato con l’appoggio delle tv e
dei dottori che come per il discorso dell’acqua consigliavano le sigarette e
soprattutto le marche delle stesse dicendo che non c’era nessun pericolo per la
salute? Non era lo stato che incentivava il consumo e l’installazione di
ethernit e dopo aver riempite le tasche già gonfie di pochi e le proprie casse
adesso biasima il consumo e lo smaltimento faidate guadagnando pure là? Perché
non lo fa gratuitamente dopo aver speculato sulla vita di milioni di persone e
soprattutto perché non verifica se fosse salutare o meno prima della messa in
commercio come fa per la roba cinese delle quali non riceve introito? Perché il
mercato ed il guadagno era troppo ampio per frenarlo malgrado chi paga sia
sempre chi supporta questo sistema ovvero il singolo cittadino che segue le
mode dettate dagli altri essendo privo di capacità di giudizio. Ora se questo è
avvenuto per i precedenti fatti sopra elencati perché non dovrebbe avvenire per
i telefonini? La storia non potrebbe essere pure questa volta maestra di vita?
Credo di si, anche perché sicuramente le radiazioni emesse non sono sicuramente
benefiche, soprattutto quando a farne uso sono i bambini sotto i 18 anni, dei
quali il cervello è ancora in formazione e queste onde potrebbero modificarne
la struttura o il corretto funzionamento, ma se in primis sono i genitori che
regalo i telefonini e li vedo gioire quando figli i piccoli i parlano a
telefono che c’è da aspettarsi? Non sono forse le famose guide cieche? Anche
perché già in persone adulte manager di grandi aziende sempre all’ultimo grido
e con il cellulare per concludere grandi affari sono stati riscontrati dei
tumori annessi all’uso del cellulare. Ma che dire? Al di fuori dello sfogo penso
che il mio discorso sia da pazzi se tutti si fermassero aumenteremmo la qualità
della vita delle persone ma il pil scenderebbe a picco e lo stato come farebbe
senza i suoi cittadini fessi che lo sostengono? Rimanendo sul discorso dei
bambini, i genitori si credono evoluti o benefattori a cui dovrebbero essere
sempre grati poiché non gli fanno mancare nulla (a loro dire) eppure se guardo
in maniera più dettagliata vedo una profonda discordanza tra il dire ed il
fare, tutto ciò ovviamente come si risolve? E’ colpa dei miei genitori che….. è
colpa dei figli di oggi che…. Insomma la colpa è sempre della fazione opposta
trovar una persona che si ferma e dice dove ho sbagliato e come trovar un ago
in un pagliaio, mentre trovar chi ti sa indicare dove sia la colpa altrui è
storia quotidiana. Osservando sin da piccolo tutte le persone che mi circondano
parenti e non, posso senz’altro dire che si ha un modo equo e lineare di
ragionare: devi trovare una persona ricca con cui sposarti e ti sistemi, devi
avere un lavoro che ti fa guadagnare e ti sistemi, devi essere rispettato per
la tua posizione, devi andare a scuola con lo zainetto firmato, le scarpe
firmate, etc etc non devi mettere i vestiti di tuo fratello anche se sono buoni
giammai una simile vergogna! Devi avere tutto nuovo, dobbiamo comprare
consumare e buttare poiché lo stato deve fare cassa e noi poveri genitori
(occlusi) dobbiamo seguire il sistema non dobbiamo ragionare a costo di star
tutto il giorno fuori e farvi crescere come orfani, o meglio se staimo ancor
più tempo fuori e vogliamo essere più evoluti vi mandiamo la baby-sitter gli
paghiamo i contributi e lo stato ride voi crescete con un estranea e con le
miglior cose e i migliori giocattoli nel frattempo non ci vediamo mai, crescete
in balia di voi stessi ed un giorno magari accorgendovi che vostro figlio a
preso una brutta strada vi chiederete da ipocriti: ma perché non gli ho fatto
mancare niente, lo riempito di doni , gli ho comprato tutto! Ipocriti avete
dimenticato l’unica cosa di cui si ha di bisogno sin dal grembo materno,
l’amore e l’affetto e poiché questi non si comprano vengono considerati
secondari da un sistema malato come il nostro, ma i messaggeri di questo
sistema sono i singoli cittadini! I bambini per millenni sono cresciuti senza
playstation e giocattoli vari ma adesso un bambino che non li ha è tagliato
fuori, quindi cosa si pretende dai bambini (futuri uomini) quando senza neanche
accorgersene li istruite a loro volta con il vostro stile di vita? Come si pretende
dai bambini che ragionino con la loro testa quando il mondo che li circonda ed
i genitori sono delle marionette che la società conduce dove vuole? Non siete stressati voi e insegnate ad
esserlo ad i vostri figli? Non è vero che fin a tempo addietro il bambino era
spensierato e felice ed invece oggi ha mille impegni palestra, corsi, nuoto
danza etc etc tutto purchè anche sul bambino si speculi, egli non deve esser
più spensierato e giocar per strada con gli amici poiché ciò non produce e poi
i genitori iperprotettivi direbbero che è pericoloso e da persone rozze questo
stile di vita antico, mentre tra una telefonata e un caffè debbo poter vantarmi
con le amiche di aver un figlio che fa questo o quello, fa palestra nuoto,
danza, e tant’altro che mio figlio sia felice che importa? D’altronde neppure i
genitori lo sono, lo si deve addestrare con lo stesso stile di vita, anzi
devono avere e devono fare tutto quello che io non ho avuto o potuto, ma vi
siete mai chiesti se è la stessa cosa che vuole vostro figlio? Non importa
l’importante che abbia un posto, una posizione, che poi sia infelice è molto
secondario e poi è un problema suo, ha tutto è non capisce niente, ah lo avessi
avuto io quello che hai tu ed allora non è questo il fulcro del discorso? Che genitori
frustrati ed infelici tendono a far fare ai figli tutto quello che loro non
hanno potuto? E non è un atteggiamento egoistico che neppure gli animali hanno
tutt’altro che a favore del figlio, che ne paga le conseguenze sotto la falsa
maschera del “io lo faccio per il tuo bene?”. Altra nota dolente i nonni o gli
anziani in generale, prima erano gli educatori ed i tutori dei bambini quando i
genitori non c’erano, insegnavano tanto ai nipoti e spesso e volentieri li
crescevano meglio dei genitori essendo più amorevoli e più distaccati
dall’insegnar “il giusto o il sbagliato” in modo egoistico. Ciò aiuta il
bambino nello sviluppar a livello psicologico una buona immagine della
vecchiaia vedendo nel nonno una figura pacata e piena di saggezza, mentre oggi sempre
in nome di questo progresso che illude gli stolti e fa guadagnare lo stato, gli
anziani si vanno a rinchiudere nelle case di riposo, che sono piene di comfort
e divertimenti ma andando all’interno si vedono solo persone tristi, strappate
dalla loro famiglia e posteggiati li in attesa della morte, queste persone si
sentono come un peso, un pezzo di ricambio rotto e buttato via, lontano dagli
affetti che per una vita hanno coltivato, eppure non hanno insegnato così ai
loro figli? Non si deve correre appresso a quello che dice la società? I
genitori non sono un peso piuttosto che una risorsa? E come si deve fare se
sono a lavoro tutto il giorno? Vado a chiudere i miei genitori come a loro
volta fecero con me nella mia infanzia con una baby-sitter poiché troppo
impegnati a produrre ricchezza per lo stato e mostri per noi, e se invece si
ritornasse a casa prima si avesse meno tempo da dedicare agli investimenti ed a
giocare a far gli imprenditori e si ritornasse ai propri affetti, si baderebbe
ai figli nel frattempo del lavoro i nonni rimarrebbero a casa con i nipoti le
persone non hanno di bisogno di lavorare per mantenere case di riposo e badanti,
le persone vivrebbero meno stressate e più felici ed anche i nonni non
sarebbero più felici come i nipoti che non li vanno a trovare una volta a
settimana come si vanno a trovare gli animali allo zoo e dando una cattiva
immagine della vecchiaia? Come si è vissuto per millenni senza case di riposo?
Che invenzione, che genialità tutto sulle spalle della povera gente! Ora tutte
queste cose che si moltiplicano non piovono da cielo ma sono frutto di questo
meccanismo di cui l’uomo di oggi ne è parte integrante poichè non ragiona e non
conosce. A tal proposito mi viene in mente un episodio di uno scrittore in cui
racconta la morte dei genitori e quella nonni. Ricordando la morte dei nonni
avvenuta negli anni ‘70 e gli ricorda che i nonni dopo una vita di lavoro e
tanti sacrifici muoiono dopo una malattia a casa loro, circondati ed assistiti
fino all’ultimo dalle cure e dall’affetto dei figli con i quali a fine lavoro
trascorrevano il tempo libero e che a loro volta erano cresciuti con l’affetto
dei nonni e la famiglia era unita in tutto il suo fare non come oggi che ognuno
è un piccolo manager e si mangia ognuno per i fatti suoi, insomma dopo una vita
di duro lavoro almeno nell’estremo saluto godono di quello che per anni hanno
fatto, se ci fossero state le case di cura…. Mentre la morte dei genitori fu un
po’ più drastica, dopo una vita di lavoro costruirsi una casa una posizione e
di aver pagato mutui per case auto etc, alla fine quando in teoria doveva
godere di tutto ciò viene colto da un ictus, per mesi resta intubato e da solo
lontano dall’affetto e dalle cure dei figli, una notte vengono svegliati e gli
si chiede di corsa di andare all’ospedale altrimenti non avrebbero visto più il
loro caro, così di corsa si alzano e trovano il loro congiunto su una barella
dentro un ascensore, come se fosse un oggetto da buttar via, ora a ragionar razionalmente
e valutar gli stili di vita antecedenti e i nostri non so quale sia il
migliore, si corre si rincorre il vento ma si vive peggio delle bestie e
soprattutto come disperati pronti a dar la colpa al governo, politici etc ma la
colpa principale è del popolo che è il motore di questo sistema e sotto il nome
di un falso progresso alimenta il tutto sulla sua pelle. Altro aspetto che noto
è come le domeniche o il tempo libero una volta dedicati a se stessi ed ai
propri cari prima nel nord (come in tutte le cose) adesso anche da noi si
passano nei centri commerciali che proliferano a macchia d’olio. Se si ragiona
un po’ si vede come la gente compre la macchina nuova che paga per anni
mettendosi questo fardello sulle spalle, la domenica dopo una settimana di
lavoro si va ad imbottigliare nel traffico facendo ore di code per andare in
pellegrinaggio in queste nuove cattedrali del III millennio, si vanno a
spendere quei soldi che si sono guadagnati e si ritorna felici dopo essere
stati spennati, convinti di aver passato una bella domenica non avendo avuto
altro da fare, poiché l’uomo è fuori di se ormai l’unica logica del suo essere
è prettamente economica, non si pensa più a stare con la famiglia i figli e la
moglie, poichè ciò non si paga e non produce economia, mentre si deve spendere
sempre e comunque per essere felici, e visto ciò mi vien da pensare come si è
ridotto l’uomo che si crede progredito! Se chiedessi perché si va in questi
centri, le risposte sarebbero le più svariati ma tutti con un unico fattore, la
povertà interiore e la poca o nulla conoscenza di se stessi! Ora molte persone
dicono: “ma non avevo niente da fare allora siamo andati da soli o con tutta la
famiglia al centro commerciale (nel frattempo educhiamo i nostri figli), altra
risposta ci vanno tutti e ci vado pure io (questo è tipico di persona di intelligenza)
nel frattempo non avendo nulla da fare si vanno a spendere in queste città dei
balocchi centinaia di euro riempiendo le pance delle multinazionali e poi si ci
chiede ma perché non arrivo a fine mese? Perché non si ci chiede ma quello che
vado a comparare mi serve effettivamente o sono solo attirato come da un canto
di sirene? Ho visto una maglietta mi è piaciuta è l’ho comprata, era in offerta
non costa niente, ma mi chiedo ti serviva? Eri forse nuda? No ma verrà
accatasta su migliaia di altri capi che andranno buttati a suo tempo, ecco la
povertà dell’uomo di oggi, l’uomo che non capisce, come la carta di credito che
prima di essere immessa è stata testata sull’autostima delle persone,così i
centri commerciali proliferano e sono stati testati sulla infelicità delle
stesse .Infatti una società composta di uomini infelici spende di più, si cerca
di riempire un vuoto sempre crescenti con oggetti e shopping sfrenato ma è solo
un illusione poiché passato il piacere momentaneo si andrà a spendere di più
con unico beneficio dello stato e del suo pil. Mi viene in mente la Minetti
consigliera regionale del pdl che la mattina essendo insoddisfatta e non avendo
nulla da fare esce e fa shopping per modiche cifre di 10.000 euro a volta, sono
parole sue non mie e come lei quante persone spendono per non saper cosa fare e
invidiano chi spende di più come lei al posto di averne compassione e capire
che è una persona vuota che ha bisogno di aiuto, ma ne noi sappiamo aiutarci ne
sappiamo aiutare gli altri siamo incapaci di capirci ed ascoltarci, solo buoni
a far le prediche ma i risultati sono sotto i nostri occhi, il problema non sta
tanto nelle persone “malate” ma in chi li circonda che piuttosto che aiutarla
le invidia, piuttosto che aiutarle, ciò è una triste realtà che si vede pure
quando qualcuno accanto a noi soffre piuttosto che aiutarlo siamo pronti solo a
far la morale non capendo neppure cosa diciamo, poiché noi a suo posto non
sapremmo aiutarci non avendo conoscenza di noi stessi così basta un nulla per
ingannare le persone tutto ciò senza neppure esserne coscienti. Ora questa
massa che riempie questi centri commerciali non produce pil? La gente che
piuttosto che spendere pochi euro in più nel negozio sotto casa li va a
lasciare alle grandi multinazionali non produce la chiusura delle piccole
botteghe, inducendo i padroni ad andar a lavorare per pochi euro anche la
domenica e le feste sotto di loro? E la forza motrice di ciò non sono i singoli
cittadini che non ragionano e si credono progrediti? In ambito alimentare mi
cadono le braccia quando sento i contadini dire che non ci spuntano più con le
spese poiché il mercato globale offre frutta e ortaggi a un prezzo troppo basso
per essere competitivi! Ma competitivi su cosa, sulla nostra salute? Le grandi
multinazionali vendono frutta piena di veleni che comprandone a quantità
industriale abbattono i costi e costringono il contadino locale a chiudere, e
noi mangiamo frutta e verdura che viene da fuori, piena di veleni e porcherie
varie, dentro dei contenitori come per l’insalata in cui può rimanere(essendo
quasi plastica) per giorni eppure siamo contenti? Poiché andiamo nei grandi
supermercati ed abbiamo tutto non abbiamo il tempo ne la cultura per comprare
cose genuine e locali, ma dobbiamo correre e star attenti ai prezzi al
discapito della nostra salute ed allora di cosa ci lamentiamo quando arrivano
le malattie? Che diamo la colpa ora al destino o ad altri quando noi siamo
l’unica causa del nostro male! La nostra società capitalista che soprattutto
nella nostra terra ha avuto sviluppo dal piano Marshal con lo sbarco degli
americani in cui il popolo siciliano non è stato che una terra di investimento
sulle spalle della natura e della salute della povera gente. Interrompendo i
ritmi naturali di un tempo, spazzando via le nostre identità il tutto sotto un
ottica prettamente commerciale. Oggi è l’industria che ci dice come dobbiamo
vestire, cosa dobbiamo mangiare, dove dobbiamo passare le vacanze, come si deve
arredare la casa, infatti vedi le grandi marche Nike, adidas per i vestiti, per
la casa c’è ikea questa grande multinazionale presente ovunque, per mangiare
c’è Mc Donald dove la gente accorre a massa e tra l’altro è sinonimo di
qualità, per le vacanze ci sono i villaggi turistici, le crociere i viaggi in
aereo insomma tutta a fin di bene, affinchè la gente porti i loro sacrifici a
loro vendendo una effimera felicità. Ovviamente anche sul mondo del lavoro non
esiste limite sulla speculazione, oggi tutto deve essere omologato quindi anche
i muratori (per far un esempio pratico) devono avere ponteggi omologati, così
chi lo produce paghe le tasse, chi lo vende pure e chi lo compra lo paga
profumatamente e lo stato tiene tutti sotto controllo e mangia su ogni
passaggio, eppur la gente si illude ed è felice di avere il tutto a norma, chi
ovviamente lo compra deve avere manodopera “specializzata” deve fare il corso
così lo stato rientra nell’istruttore e in chi si “specializza” varie volte, a
che serve tutto ciò se non a far cassa sulle spalle dei lavoratori? A nulla
poiché i corsi sono una presa per i fondelli, la gente li fa perché obbligata e
per la paura dei verbali, gli attrezzi omologati idem poiché se compri delle
travi come per secoli è avvenuto non si possono tenere sotto controllo poiché
ne puoi fare più usi dal lavoro al tetto al ponte, mentre con l’omologazione e
la paura dei controlli allora il discorso cambia, ma se io sono in grado di
costruirmi in attrezzo e lavorarci bene perché debbo andare a riempirmi di
debiti per comprare l’omologazione? Per secoli come si è lavorato e le grandi
opere come sono arrivate a noi se non per l’ingegno di pochi e la manovalanza
degli operai? Ovviamente ciò non produce IVA, non incrementa il fatturato delle
aziende, di chi ci lavora per la riparazione e tutti sono "felici"
incrementa il P.I.L, quindi in una società capitalistica in cui l’uomo è tale
solo in quando produce economia non funziona. Dimenticavo per la riparazione e
manutenzione degli oggetti omologati ci vuole manodopera abilitata, che ad ogni
riparazione deve obbligatoriamente dare la percentuale allo stato, da quando
riceve l’abilitazione ad ogni singola riparazione o manutenzione. Ora penso che
più che le solite maledizioni che si danno allo stato ad ogni nuova legge, che
sono inutili se fini a se stesse, ci sia dietro un meccanismo molto più subdolo
ovvero rendere il cittadino assolutamente dipendente per ogni cosa, ora da un
tecnico, da uno specialista etc, mentre la persona che si costruisce e ripara
tutto da solo produce ricchezza per se stesso e vive sereno come per secoli è
avvenuto vive del suo ingegno, mentre chi deve avere tutto omologato deve
lavorar solo per gli attrezzi e la manutenzione ed altresì essere sempre sotto
controllo soprattutto il suo lavoro come se si andasse a rubare. Poiché tutto
ciò in cui lo stato non entra è illegale ma se mangia lui e soprattutto succhia
il sangue allora il discorso cambia diventa legale vedi il discorso delle slot
machines la gente si inguaiava ed era illegale, adesso che il 70% del guadagno
è suo è legale. Infine per non volermi dilungare oltre penso che il “vaso di
Pandora”(mito simile alla mela di Adamo ed Eva) nasca dal nostro io vuoto,
tutti questi mali nascano da dentro di noi ed il sistema non è altro che lo
specchio di quello che siamo, una società malata piena di immondizia, una
civiltà che ha paura di se stessa e della propria felicità che compra rumore
come fanno i ricchi per coprire il proprio vuoto, la maggior parte di persone
oggi lo copre stando perennemente immersi nella musica o nelle faccende che
tengono impegnate la mente pur di non guardarsi dentro poiché ciò provoca una
gran paura, paura del grande vuoto che abbiamo costruito intorno a noi seguendo
le masse, il quale tentiamo di colmarlo con chiacchiere ed merce sempre più
inutile e costosa finchè si arriva ad un punto in cui sfocia nel baratro e
nelle malattie quali depressioni etc e non si fa altro che chiedersi ma come
aveva tutto ed è andata fuori di senno? E forse proprio li sta il nocciolo del
discorso aveva tutto ma non è mai stata padrona di se stessa. Penso che la
strada maestra per uscir da questa voragine sia l’Epicureo “late biosas” ovvero
il vivere nascondendosi o di nascosto, cercando la felicità e la bellezza in
noi stessi non negli altri o negli affari, denaro, auto vestiti etc etc, spesso sento persone che invidiano le
ricchezze altrui e molti annuire e filosofare con i commenti annessi, ma come
diceva Lucrezio non vi rendete conto che più in alto si sale più invidiati si è
e si attirano le invidie e maledizioni altrui? Non vi rendete conto che i
fulmini colpiscono sempre le cime più alte? Egli diceva di vivere un “aurea
mediocritas” ovvero una felice mediocrità una mediocrità piena non nel senso
dispregiativo del termine, mentre spesso si fantastica e si invidiano le
fortune e i guadagni altrui, ma non vi rendete conto che su chi sta al potere
pende perennemente la spada di Damocle? Il quale invidiava la posizione del re
fantasticando sugli onori e i tributi che riceveva, allora il re invitandolo a
prendere il suo posto in un banchetto lo fece divertire e lo faceva sentire
importante ma non appena alzò gli occhi vide una spada che pendeva sulla sua
testa legata ad un crine di cavallo, così visto ciò disse: perché ho questo
pericolo sulla mia testa? Ed il re rispose: amico mio tu guardi ai miei
privilegi ed ai miei onori ma non sai che chi occupa il mio posto è
perennemente in pericolo di vita, può morire da un momento all’altro. Ecco che
nulla è cambiato nei secoli si invidiano sempre le cime più alte guardando solo
i pregi, ora se l’uomo è povero dentro ed è vuoto che altro potrà fare se non
questo? Mentre una persona equilibrata non avrà mai invidia della fortuna
altrui poichè è felice di quello che è ma una persona vuota sarà sempre
affamata e protesa a guardare le fortune altrui. Ora per far ciò bisogna
iniziare il famoso “downshifting” come lo chiamano gli analisti o tradotto in
italiano lo scalo di marcia, allora si rivivremo godremmo anche delle piccole
cose e guarderemmo solo noi stessi senza coprire il nostro io che grida con
musiche o faccende varie, ricordando che le paure e lo star male sono roba
nostra nascono da noi stessi e finchè non li guariamo in noi niente o nessuno
potrà aiutarci. Così volendo far mio come riassunto un dialogo che ho trovato
su un libro vorrei sintetizzare l’intero
articolo così: “Ti ricordi quando mi hai chiesto se avevo le pastiglie per la felicità? La pastiglia è la vita. Vivi, buttati, apriti, ascoltati. Le tue paure, le tue ansie sono dovute al fatto che tu esisti ma non vivi. Sei castrato nei sentimenti. Sei bloccato. Ti ricordi quella frase di Oscar Wilde? Diceva che vivere è la cosa più rara al mondo. La maggior parte della gente esiste, e nulla più”. Altresì penso che se piuttosto che crederci intelligenti ci guardiamo attorno abbiamo tanto da imparare soprattutto da chi si crede meno intelligente di noi, più sfortunato e dagli animali i quali spesso e volentieri sono più umani dell’uomo, volendo usare l’aforisma di uno scrittore di cui non ricordo il nome concordo con lui quandodiceva che: due cose mi hanno sempre meravigliato l'intelligenza degli animali e la bestialità degli uomini. Ora voglio chiudere questo articolo con dei versi attribuiti a C.Chaplin, dei quali penso che più l’importanza dell’autore è da ammirare la profondità delle parole e l’animo libero e nobile di chi li abbia scritti, chiunque esso sia, il quale ci spinge a cercare la bellezza e l’amore in noi stessi.
QUANDO HO COMINCIATO AD AMARMI DAVVERO
Quando ho cominciato ad amarmi davvero,
mi sono reso conto che la sofferenza e il dolore emozionali
sono solo un avvertimento che mi dice di non vivere contro la mia verità.
Oggi so che questo si chiama
AUTENTICITA’
Quando ho cominciato ad amarmi davvero, ho capito
com’è imbarazzante aver voluto imporre a qualcuno i miei desideri,
pur sapendo che i tempi non erano maturi e la persona non era pronta,
anche se quella persona ero io.
Oggi so che questo si chiama
RISPETTO PER SE STESSI.
Quando ho cominciato ad amarmi davvero, ho smesso
di desiderare un’altra vita e mi sono accorto che tutto ciò che mi circonda
é un invito a crescere.
Oggi so che questo si chiama
MATURITA’.
Quando ho cominciato ad amarmi davvero, ho capito di trovarmi sempre
ed in ogni occasione al posto giusto nel momento giusto e che tutto quello
che succede va bene.
Da allora ho potuto stare tranquillo.
Oggi so che questo si chiama
RISPETTO PER SE STESSI.
Quando ho cominciato ad amarmi davvero,
ho smesso di privarmi del mio tempo libero
e di concepire progetti grandiosi per il futuro.
Oggi faccio solo ciò che mi procura gioia e divertimento,
ciò che amo e che mi fa ridere, a modo mio e con i miei ritmi.
Oggi so che questo si chiama
SINCERITA’.
Quando ho cominciato ad amarmi davvero, mi sono liberato di tutto ciò
che non mi faceva del bene: cibi, persone, cose, situazioni e da tutto ciò
che mi tirava verso il basso allontanandomi da me stesso,
all’inizio lo chiamavo “sano egoismo”, ma oggi so che questo è
AMORE DI SE’
Quando ho cominciato ad amarmi davvero,
ho smesso di voler avere sempre ragione.
E cosi ho commesso meno errori.
Oggi mi sono reso conto che questo si chiama
SEMPLICITA’.
Quando ho cominciato ad amarmi davvero,
mi sono rifiutato di vivere nel passato
e di preoccuparmi del mio futuro.
Ora vivo di piu nel momento presente, in cui TUTTO ha un luogo.
E’ la mia condizione di vita quotidiana e la chiamo
PERFEZIONE.
Quando ho cominciato ad amarmi davvero,
mi sono reso conto che il mio pensiero può
rendermi miserabile e malato.
Ma quando ho chiamato a raccolta le energie del mio cuore,
l’intelletto è diventato un compagno importante.
Oggi a questa unione do il nome di
SAGGEZZA DEL CUORE.
Non dobbiamo continuare a temere i contrasti,
i conflitti e i problemi con noi stessi e con gli altri
perché perfino le stelle, a volte, si scontrarno fra loro dando origine
a nuovi mondi.
Oggi so che QUESTO è LA VITA!
mi sono reso conto che la sofferenza e il dolore emozionali
sono solo un avvertimento che mi dice di non vivere contro la mia verità.
Oggi so che questo si chiama
AUTENTICITA’
Quando ho cominciato ad amarmi davvero, ho capito
com’è imbarazzante aver voluto imporre a qualcuno i miei desideri,
pur sapendo che i tempi non erano maturi e la persona non era pronta,
anche se quella persona ero io.
Oggi so che questo si chiama
RISPETTO PER SE STESSI.
Quando ho cominciato ad amarmi davvero, ho smesso
di desiderare un’altra vita e mi sono accorto che tutto ciò che mi circonda
é un invito a crescere.
Oggi so che questo si chiama
MATURITA’.
Quando ho cominciato ad amarmi davvero, ho capito di trovarmi sempre
ed in ogni occasione al posto giusto nel momento giusto e che tutto quello
che succede va bene.
Da allora ho potuto stare tranquillo.
Oggi so che questo si chiama
RISPETTO PER SE STESSI.
Quando ho cominciato ad amarmi davvero,
ho smesso di privarmi del mio tempo libero
e di concepire progetti grandiosi per il futuro.
Oggi faccio solo ciò che mi procura gioia e divertimento,
ciò che amo e che mi fa ridere, a modo mio e con i miei ritmi.
Oggi so che questo si chiama
SINCERITA’.
Quando ho cominciato ad amarmi davvero, mi sono liberato di tutto ciò
che non mi faceva del bene: cibi, persone, cose, situazioni e da tutto ciò
che mi tirava verso il basso allontanandomi da me stesso,
all’inizio lo chiamavo “sano egoismo”, ma oggi so che questo è
AMORE DI SE’
Quando ho cominciato ad amarmi davvero,
ho smesso di voler avere sempre ragione.
E cosi ho commesso meno errori.
Oggi mi sono reso conto che questo si chiama
SEMPLICITA’.
Quando ho cominciato ad amarmi davvero,
mi sono rifiutato di vivere nel passato
e di preoccuparmi del mio futuro.
Ora vivo di piu nel momento presente, in cui TUTTO ha un luogo.
E’ la mia condizione di vita quotidiana e la chiamo
PERFEZIONE.
Quando ho cominciato ad amarmi davvero,
mi sono reso conto che il mio pensiero può
rendermi miserabile e malato.
Ma quando ho chiamato a raccolta le energie del mio cuore,
l’intelletto è diventato un compagno importante.
Oggi a questa unione do il nome di
SAGGEZZA DEL CUORE.
Non dobbiamo continuare a temere i contrasti,
i conflitti e i problemi con noi stessi e con gli altri
perché perfino le stelle, a volte, si scontrarno fra loro dando origine
a nuovi mondi.
Oggi so che QUESTO è LA VITA!
Charlie Chaplin
Complimenti Virnoctis, io penso che dovresti cominciare ad andare anche oltre questo blog!
RispondiEliminaBuona fortuna!!!
Grazie mille carissimo amico\a, ti ringrazio in primis per avermi onorato con il tuo commento e la tua lettura, per il resto se viene bene altrimenti va bene lo stesso. Personalmente ritengo importante non tanto dar lustro al mio pensiero, ma mantenermi saldo in esso! Grazie ancora per tutto e non meno per gli auguri, che ricambio affettuosamente a te ed a chi vuoi bene!!!
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