Totò in molti dei sui film con un po’ di sottile ironia, nel momento in cui veniva contrariato era solito citare questa locuzione, ovvero:“de gustibus” (disputandum non est, continua la frase intera) essa era un modo palese per dire come sui gusti è inutile discutere ed oggi come allora si perpetua lo stesso dilemma, ovvero sforzarsi di far passare i propri gusti, il proprio modo di vedere come giusto ed assoluto, metro con cui misurare ogni cosa e punto cardine su cui verte la giustizia ma è proprio così? Oggi voglio accingermi proprio su questo argomento sui gusti e sui punti di vista personali e dimostrare come siano fallaci tali giudizi ritenuti come dogmi di fede.
Se
non si conduce una vita da eremita siamo soliti imbatterci lungo le nostre
giornate con una moltitudine di persone e quindi con molti gusti, punti di
vista, opinioni differenti etc ovviamente ciò differisce da persona a persona e
come dice un proverbio “ogni testa è un tribunale”. Basterebbe chiedere ad ogni
singola persona il proprio parere su una qualsiasi cosa e così saliti su un
pulpito pieni di arroganza e presunzione (che è la base dell’ ignoranza e utile
per mantenersi in tale condizione) ci verrebbero incontro una valanga di
giudizi e consigli indiscutibili, che portano sulla “retta via” e da cui non si
può prescindere, si devono eseguire alla lettera e chi non li rispetta non può
che star nel torto marcio. Sicuramente
rare come le mosche bianche sono quelle persone intellettualmente correte ed
intelligenti che direbbero di non capirne niente, altresì di dare voce solo ad
un commento personale che come tale non a nessun valore al di fuori della
nostra mente. A proposito di tale atteggiamento mi viene in mente una frase di Socrate
che diceva: “Il vero sapiente e colui che sa di non sapere” , sapere di non
sapere è un essere cosciente della nostra condizione e malgrado si conosca c’è
ancora tanto da fare ciò deve spingere a mettersi sempre in discussione. Ora
molte persone sotto la maschera di una finta modestia da consigli con una voce
tenue e pacata quasi in sordina ma non appena contrariati diventano tutt’altro
che consigli sono piuttosto ordini da eseguire ed ecco esce fuori la vera
natura della presunzione ed ignoranza umana il credere che il proprio punto di
vista sia assoluto ed unico mentre tutto il resto è spazzatura, ecco che le
persone non cercano o danno consigli ma cercano conferme alle loro opinioni si
gioisce all’approvazione delle nostre teorie e si tocca il cielo con un dito,
mentre chi ci contraria (a torto o a ragione) piuttosto che considerarlo come
uno spunto per crescere viene visto come una minaccia quindi una persona da
allontanare, un pericolo per la nostra presunzione e quindi conviene cercar
altra gente che plauda le nostre teorie e la nostra arroganza.
I temi più caldi
che vengono trattati di solito sono: la politica, dalla locale alla nazionale
per poi arrivare a quella internazionale insomma siamo dei fenomeni, se ci
guardasse una persona con un po’ di accortezza penserebbe che siamo nati
facendo politica, magari sentendoci dire: “ a se fosse per me farei… se ci
fossi io… quello che fanno non è giusto perché io farei… ma penso che gli
stessi ragionamenti li facciano quelli che vengono criticati e si trovano al
potere, però il nostro egocentrismo ci blocca a guardare fino alla punta del
nostro naso e non più in là. Soffermandomi su questi discorsi rifletto dicendo
che con le parole siamo tutti capaci a far mare e monti, costruiremo palazzi
castelli ma in realtà penso che se fossimo al loro posto non so fino a che
punto si discosterebbe il nostro atteggiamento dal loro. In primis le persone
che stanno in politica devono far fronte non alle teorie ma alla realtà, come
spesso è successo le varie opposizioni nel momento in cui si trovavano al loro
posto erano brave nel dare consigli e a far i moralisti, ma nel momento in cui
si trovarono al governo e quindi a far fronte alle esigenze reali, se si fa
mente locale si può vedere come nulla di positivo rispetto al partito opposto
abbiano concluso, ma forse hanno fatto anche di peggio quindi tirando somme più
che parlare bisogna capire e successivamente agire. Cosi se fossimo al
timone faremo tanto (essendo pieni di noi) ma se ci conoscessimo veramente
(come diciamo) forse sarebbe già un ottimo risultato se riusciamo a fare bene
dove ci troviamo, basta pensare a tutti gli errori che si commettono quando si
comanda, fesserie dettate dalla nostra arroganza di capire il da farsi non
ascoltando gli altri, di sapere cos’è il potere e come si gestisce, dell’esser
convinti di sapere chi mettere al posto giusto, di fare qualcosa per il bene ma
poi… queste penso che siano delle ottime distorsioni della realtà create dalle
nostre convinzioni che creano delle immagini su cui poggiamo le basi del nostro
agire, ma se falliscono nella realtà dovremmo avere l’umiltà di fare un passo
indietro e sapere che c’è ancora tanto da lavorare su noi stessi piuttosto che
fare da maestri agli altri, e guardando la storia(dell’uomo e la personale)
penso che da persone accorte dovremmo fare tesoro degli errori commessi onde
evitare di ricommetterli di nuovo, eppure basta girarci intorno e sfido
chiunque a trovare una persona che non è in grado di stare al potere e di non
aver le idee chiare sul da farsi non appena si arriva in politica, tutti
sembrano esperti di diritto, giuristi, politici con gli attributi, paladini
della legalità.. chiacchiere la vento poiché la storia ci insegna che per
entrar in politica non bisogna essere onesti ma furbi, essere un pifferaio
magico che illude le folle con chissà quali principi e poi… (ultimo in ordine
cronologico il nostro Bossi il cui il suo cavallo di battaglia era “Roma ladrona” come se lui avesse la
purezza di un angelo eppure i fatti ci hanno fatto vedere il contrario, verba
volant… direbbero i nostri avi, comunque per uno che se ne scopre pensate
quanti ne passano in cavalleria, intanto che dire nulla di nuovo sotto il
cielo, ovvero gli “errori” che si facevano prima si continuano a far adesso
quindi penso che non ci sia bisogno di stracciarsi le vesti per questo ma
piuttosto per il popolo che da man forte a queste persone con le sterili lamentele.
Quindi detto ciò potremmo ritornare a giudicare i nostri politici e sappiamo
pure come, cambieremo il disco ma la musica resterebbe la stessa continueremo a
fare sempre gli stessi errori, ci alzeremo e giudicheremo, ma mi chiedo
piuttosto che giudicare e pensare che la colpa sia loro non può darsi che la
colpa è nostra? Facciamo un mea culpa
ogni tanto piuttosto che puntare il dito facilmente sugli altri? Esopo in una
delle sue favole diceva: che l’uomo ha due bisacce una davanti a se, in cui sono
contenuti gli errori altrui e ci viene sempre davanti gli occhi mentre in
quella dietro le nostre spalle ci stanno i nostri che non guardiamo mai.
Ritornando al discorso di prima mi vien da chiedermi ma queste persone chi le
ha messo a governare? Noi, allora è nostra la colpa e non loro, siamo noi che
scegliamo la classe dirigente con il nostro voto, non hanno fatto un colpo di
stato e quindi se noi mettiamo al potere chi ruba e non sa governare la colpa è
nostra non di chi sta in politica, siamo noi che scegliamo i peggiori e li
mettiamo al governo, siamo noi che volendo usare un neologismo creiamo la
kakistocrazia. Spesso sento inveire contro Berlusconi, Bersani, Prodi come
fossero il male assoluto e penso personalmente che sia questo quello che noi vogliamo,
non cerchiamo di capire dove sta l’errore a noi basta solo trovare (a secondo
delle proprie inclinazioni politiche e simpatie personali) un capro espiatorio
su cui scaricare le nostre e le altrui colpe, ma piuttosto che fare i soliti giochi
di partito (assecondando il loro gioco) perché non si prende atto che ci
prendono per i fondelli e noi pure li premiamo? E’ molto facile essere
ingannati e questo gli illusionisti lo sanno, conoscono bene il modo per
manipolare la nostra limitata attenzione, cosi come lo sanno i mass media, che
stanno nelle loro mani, i quali usando vari metodi nei confronti della massa
che per antonomasia non conosce e non pensa si assicurano il buon fine del
trucco. Attualmente il capro espiatorio è diventato Monti e molti lavandosene
le mani dicono: “non l’abbiamo votato noi, è un banchiere, non è giusto” ma
piuttosto che continuare la loro strategia chiedetevi chi lo ha messo al
potere? Non forse chi avete votato? E se non
l’avete votato voi qualcuno lo avrà fatto, e se piuttosto che guardare
chi l’ha fatto si guarda che fino a mesi addietro eran tutti pronti a scannarsi
(destra e sinistra centro etc) poiché
ognuno aveva la miglior soluzione sul come “salvarci” e governarci meglio ora
come mai sono tutti fratelli dietro le spalle di Monti? Chi ci doveva governare
non ci ha consegnato nelle mani del nostro carnefice nascondendosi dietro a
lui? E quindi la colpa maggiore non è di Monti ma da chi sta dietro e il
prossimo anno si presenterà sorridente illudendovi e promettendo chissà quali buoni
propositi e se non ci vogliamo cullare delle belle parole o belle teorie
sopracitate ma scaviamo ancora più a fondo vedremo che la colpa non è neanche
loro perché la colpa e di chi va a votare quindi nostra, cosi pensò si
capiscano le cose e si maturi non dando le colpe agli altri ma ragionando ed
esaminandole indagando su noi stessi non sugli altri, come nostro solito fare,
continuando a non capire e commettendo sempre gli stessi errori. Se si lavora
su se stessi facendo un passo indietro capiremo che aver messo le persone
sbagliate al comando è solo nostra colpa non essendo stati in grado di
valutarle, essendoci fatti illudere dalle chiacchiere e dalla nostra
presunzione di saper o capire chissà quante cose ma in realtà… e ciò si deve applicare
sia in politica che nella vita quotidiana nell’ambiente dove si vive etc. Mi
sarebbe stato più facile attaccare un partito politico del mio paese, nazionale
o delle singole persone o altro, basta prendere le altrui mancanze e metterle
in evidenza, mettendomi personalmente come paladino dell’equità e della
giustizia, ma penso ciò sia un
atteggiamento da persone che non usano l’intelletto oppure persone che lo usano
a basso regime in modo disonesto per abbindolare la gente e che avrei fatto
quello che fanno tutti, avrei tenuto a bada ed ad un salutare riposo i miei
neuroni non continuando a capire niente (ovviamente sempre non guardando i miei
di errori e correggerli ma costruendoci sopra), crearmi delle teorie ad hoc e
cercare adepti che le plaudissero ma ho voluto vedere le cose in modo più
complesso e da più punti di vista avvicinandomi il più possibile alla realtà
anche se ciò fosse andato a sbattere contro i miei gusti, ma la realtà si
guarda per quella che è non per quello che ci vogliamo vedere!(che è la strada
più usata e più comoda). Eppure siamo bombardati da informazioni di tutti i
tipi, idee ed ipotesi vecchie e nuove, molti politici ma sostanzialmente ognuno
di noi vuole verificare nella propria esperienza concreta quanto altri
sostengono quindi l’altro è convincente perché dice le stesse cose che
pensiamo.Quindi penso (ovviamente è solo il mio punto di vista) che la peggior
politica non è ne di destra ne di sinistra ma quella che si subisce
passivamente lamentandosi degli altri, quello che fan tutti si è sempre fatto e
si farà anche dopo queste belle parole, la massa ha il potere (ma non la
coscienza) del voto che è un arma a doppio taglio, penso che se tutti gli
italiani al di fuori dei politici e chi li circonda disertassero le urne sarebbe
un buon segnale per dire che siamo stufi ancora nel 2012 di essere presi per i
fondelli con metodi cosi banali, ma non fermandoci a questo facendo solo
proposte negative ma costruendo una forza politica che parta dal basso da
persone scelte direttamente dal popolo (che ragiona) persone che la mattina si
alzano e vanno a lavorare in modo da non sparar cazzate sulla noiosità del
posto fisso, o da ipocrita pianger per le pene da infliggere al popolo cosi
come il lupo piange per la sorte dell’agnello!(vedi l’attuale ministro del
lavoro). Si c’è il rischio che finisca come nel racconto “La fattoria degli
animali” che coloro che guidarono la rivolta facciano peggio dei vecchi
padroni, è da mettere pure in conto, si dice infatti che le strade che
conducono all’inferno sono lastricate di buone intenzioni, però penso che
quando si gioca a carte ed escano sempre le stesse e giusto il mischiarle e
ridistribuirle il tutto ovviamente con il rischio di perdere. Con ciò non
voglio dare voce ad una rivolta ma far vedere come ragionando un po’ sulle cose
non siano di semplice soluzione cosi come sembrano quando si giudicano, con i nostri giudizi facciamo le cose
facile ma non le capiamo! Un proverbio arabo dice che: “la verità è
come uno specchio in frantumi e che chi ne coglie un pezzo è convinto di averla
trovata per intero”, ora la persona accorta ed intelligente cerca oltre al
proprio pezzo di cogliere quello degli altri guardando la cosa da più punti di
vista e avvicinandosi il più possibile alla realtà, un modo per far ciò è il
leggere che come dice una pubblicità recente più si legge più si impara a
leggere la realtà, non per gonfiare il proprio io ma per vederla da più punti, facendo
ciò si ampliano i nostri orizzonti e più si conosce più se ne cercano insomma
si prende coscienza del proprio “non
sapere”, quello che non fa la persona arrogante credendo che con pochi o
tanti anni di vita sia già una persona vissuta e colta(ma io mi chiedo su quali
basi se non su quelle dell’ignoranza?). Leggere la storia, analizzare l’uomo
che ne è l’autore e altresì vedere le logiche che l’accompagnano ed
estrapolarne il succo e capire come si perpetuano sempre le solite cose,
cambiano solo gli attori ed i mezzi ma le logiche sono sempre uguali, la storia
ci insegna a vedere l’interezza dell’uomo come un ampio respiro e non con il
fiato corto della nostra limitata esperienza di vita per luoghi e per età che
per quanto lunga non supera un secolo e quindi nulla di fronte alla storia
dell’uomo. Cosi mentre la persona che tiene in mano solo il suo pezzo giudica a
ruota libera (non potendo far altro) con una ristrettissima visuale non capendo
niente “costruendo la propria casa non
sulla roccia ma sulla sabbia”. Altro
punto caldo è la giustizia: chi non ha mai detto: non c’è giustizia, per me è
sbagliato farei così, i carcerati li metterei ai lavori forzati, metterei la
pena di morte così diminuiscono tutti i reati, quella persona a fatto un reato
ed è fuori… tutti giudizi “buoni” se si parla da persona che non ragiona e
soprattutto non capisce ma se ci si ferma un attimo e si ci chiede: io non sono
un avvocato ne un giudice ma queste persone che passano anni della loro vita a
studiare leggi capiscono meno di me? O senza aver mai letto nulla conosco cos’è
il giusto e il sbagliato e loro tanti anni tra leggi etc non capiscono niente?
Io penso che in verità è sempre chi giudica a non capire niente, penso che se
ci si documentasse anche all’acqua di rose sulle origini del nostro diritto, il
suo evolversi, su personaggi illustri quali C. Beccaria etc capiremmo molte più
cose e ci metteremo meno a giudicare avendo chiaro il meccanismo che intercorre
tra la realtà che vediamo e le decisioni dei giudici, se piuttosto che
giudicare le forze armate non si capisce qual’è il loro ruolo nel nostro
ordinamento, se si capisse che sono uno dei tre poteri di cui si compone lo Stato
ovvero il potere esecutivo si farebbero meno teorie al vento e si avrebbe più
rispetto del loro operato, eppure si criticano poichè ognuno al loro posto
avrebbe fatto come il giustiziere della notte, spesso si eccede al contrario
credendoli al di sopra della legge sottomettendosi fino all’abuso di potere
credendoli la giustizia in terra questo sempre a causa della nostra non
conoscenza, ripeto a dire la colpa quasi mai è degli altri ma nostra, o meglio come
diceva Manzoni il torto non sta mai solo da una parte, l’autocritica vera non
si fa mai, spesso si fa con un falsa umiltà ma il risultato è restare sempre
nella nostra ristrettezza delle nostre limitate visioni. Guardando un po’ a casa nostra se guardiamo
soprattutto le cronache spesso si condanna o si assolve sulla base di quello
che ci viene imboccato dai mass media, se prendiamo casi attuali come quello di
Melania vedremo un mostro, quale il marito di cui il 99% di noi non ne
conoscevamo neanche l’esistenza, di cui ora siamo in grado di descriverne
personalità, vizi, abitudini etc insomma siamo già sicuri che sia il colpevole
come se fossimo stati testimoni oculari, ma su quale basi? Perché ci hanno
detto fino all‘ esasperazione che lui è il mostro ma effettivamente che
conosciamo di lui e su quali ne elementi parliamo?Un esperto serio, che tale
titolo può attribuirsi (quindi con
conoscenze maggiori delle nostre) non si azzarderebbe mai a fare di una persona
un analisi a distanza, quindi se non lo fa chi di dovere come facccimo noi
senza neanche avere le minime basi? Se passiamo ad un altro caso quello del
delitto di Sara se si ricorda zio Michele all’ inizio era il mostro, poi è
passato come bugiardo ed infine la vittima eppure ci rendiamo conto delle
cazzate che si sparano? Ma non abbiamo altro da fare piuttosto che dire:
“secondo me, io l’avevo detto, me ne ero accorto” ma come si fa a giudicare
persone che non abbiamo mai conosciuto, come si fa ad analizzare persone a
distanza quando non siamo in grado neanche di conoscere noi stessi? Al di fuori
dei luoghi comuni dove diciamo io mi conosco sono cosi però se … sono bravo
però se… e questo lo dice chiunque non si conosce. Se ci giriamo e chiediamo a
chiunque chi è, chi non si conosce da questo punto di vista? Infatti com’è
fallace il giudizio sugli altri lo è su se stessi, poiché per prima cosa
dovremmo fare con le dovute conoscenze e\o i dovuti aiuti una profonda
introspezione, così vedremo e scopriremo molte cose di noi stessi, non come fan
tutti e con i discorsi di sopra ma scrutandosi fino alle viscere, così
successivamente ed in automatico conosceremo gli altri, altrimenti continueremo
a sbagliare da entrambi le parti non nel giudicare (che non serve ed è la base
della non conoscenza) ma nel comprendere la propria ed altrui persona. Nell’oracolo
di Delfi c’era scritto “conosci te stesso”
indicando questo come un gran traguardo da raggiungere non come un dono
innato, invitando a cercare la verità dentro se stessi e non nelle apparenze
che si vedono esteriormente(quello lo farà sempre chi giudica ma non vede e non
capisce), accettando e non giudicando i propri limiti il resto è alla portata
di chiunque abbia facoltà di parlare creandosi una falsa immagine di se e degli
altri. Così il frutto di questo lungo e faticoso percorso interiore il cui
risultato è la vera conoscenza di se stessi e la coscienza della poliedricità
dell’uomo, cosi complesso e affascinante da non potersi concludere con le
semplici parole io sono però… sembrava una brava persona invece… siamo stati sempre
assieme però… si è comportato sempre bene ma… ecco cosi cambiano i nostri
giudizi in base a quello che vediamo ma se andiamo più a fondo potremmo dedurre
di non averne capito niente e nel momento in cui si ci libera da ciò e come se
si vede tutto sotto un ottica nuova che non fa paura poiché si conosce e si
accetta. Su molto altro vorrei parlare sulla nostra fede per esempio, noi
crediamo in cose che neanche conosciamo, ci crediamo per sentito dire me l’ho
hanno detto, è cosi… se viene una persona con una fede diversa dalla nostra è
nel torto a priori e se ci chiede perché che cosa gli rispondiamo? Perché è
diverso da noi! Ma noi conosciamo come diceva S.Paolo le ragioni della nostra
fede? No! Infatti giudichiamo gli altri proprio per l’ignoranza sulla nostra,
se si vede un ateo si ha un po’ ribrezzo cosi come una persona che bestemmia e
gli si dice che è nel torto ma se ci chiede le nostre motivazioni perché
crediamo ed a cosa crediamo che risposte daremo? Risposte da catechismo, ma
ripeto e potrei scrivere all’infinito non conosciamo neanche la nostra fede, si
dice: cosi ci è stata tramandata ed è giusto cosi, ci dicono qualcosa ed è
legge e noi come gli automi ad obbedire e stare attenti a non ragionare al
massimo a lamentarci degli altri o da chi spadroneggia sulla fede e sul loro
operato. Infine voglio concludere sul motivo della lettera ovvero la fallacia
del giudicare e come sia solo il frutto dell’ignoranza! La persona che giudica
non capisce si pone nell’alto della propria presunzione a maestro degli altri
ma ecco che cosi si ci allontana dalla conoscenza, posso affermare e ne sono
cosciente poiché i riscontri nella realtà sono quotidiani che la persona che
non ragiona giudica, chi ragiona capisce gli altri e non li condanna ma entra
in empatia con essi in modo da stare vicino a chi soffre e non, eppure il mondo
è pieno di maestri e giudici ed allora dove sono le persone equilibrate? Ad
oggi ho avuto la fortuna di conoscerne solo una, ovviamente non perfetta che
non sbaglia mai, poichè direi solo una gran fesseria, ma equilibrata che
malgrado abbia tanto da insegnare a molti parla solo se interpellato e lascia
parlare gli altri malgrado abbiano poco da dire. Cercando di lasciare da parte
il giudicare ho voluto solo descrivere in modo un po’ dettagliato (e non
esaustivo) su alcuni argomenti cercando di dimostrare la complessità di ogni
cosa, lasciando dei punti di domanda e non delle risposte ad ogni questione
come ho fatto nei precedenti articoli, poi ognuno trova le sue di risposte, se
si ragiona la realtà si vede che è molto
più profonda dei luoghi comuni che siamo soliti usare chiudendo il tutto in due
parole. Ecco che l’ultima mia intenzione sarebbe fare lo stesso errore che
riscontro nel quotidiano, ho solo voluto mostrare come usiamo in modo euristico
la nostra mente, non per nostra volontà ma perché siamo così, non ci interessa
conoscere neanche noi stessi sappiamo solo giudicarci non capendo neanche
quando il nostro organismo ci parla, però nel momento in cui quello che succede
a noi lo riscontriamo nella persona che ci sta accanto siamo pronti a spada
tratta a far da maestri e chi ci sta innanzi non potrebbe dire evangelicamente
“medico cura te stesso”? Quante volte si
dice:“Questa cosa non la farò mai” eppure poi… e perché? Se vorrei ragionare
come fan tutti ripeto punterei il dito dicendo: avevi detto ma poi… e quindi mi
troverei in una posizione privilegiata potrei far il maestro a non finire, come
fanno i nostri politici e come fan tutti ma non è mio solito fare, lo stare
zitto il non inveire e il non sentirmi al di sopra di chi sbaglia, il non
parlare e dire la mia dai più potrebbe essere indicato come l’atteggiamento di
un fesso (mentre quello bravo è chi parla sempre e sa uno di tutto) ma da altri
potrebbe essere visto come un atteggiamento saggio e quindi? Ai posteri l’ardua
sentenza…. Io piuttosto dico che di ciò che abbiamo pieno il cuore la bocca lo
butta fuori, ovvero chi vede gli altri come cretini, stupidi fessi etc oltre a
non capire niente non sta facendo altro che far uscire la propria natura,
ovvero in psicologia l’altro viene visto come uno specchio su cui ci
riflettiamo e scarichiamo tutto quello che di noi piace e soprattutto non piace,
non rendendoci conto che quello che vediamo nell’altro non appartiene a lui ma
è la nostra immagine riflessa, quindi quello che spesso e volentieri
giudichiamo nell’altro non siamo altro che noi e ciò è pure un ottimo sistema
per la conoscenza di se stessi (ovviamente in linea generale poi esistono
eccezioni e si valuta caso per caso). A me piuttosto piace capire il perché delle cose e ritornando al discorso
precedente, quanto si parla del non fare
mai un qualcosa penso che sia una frase che espandiamo in un tempo eterno
una intenzione ma non ci rendiamo conto che ciò funziona in un tempo presente
ed in una prospettiva di tempo limitata, che l’idea di un tempo eterno ed
infinito è sempre alle porte della nostra immaginazione malgrado nessuno potrà
mai sperimentarla, ed ecco allora che alla prossima citazione piuttosto che far
da maestro cerco di comprendere il perché, lasciando agli altri gli ammonimenti
ed i giudizi, anche se ciò richiede tempo e fatica ma i risultati sono ben
diversi, ripeto è più facile nel momento in cui incappa un mio simile in un
errore alzarmi e criticarlo come se l’errore fosse una cosa a me estranea, non spreco tempo energie e
subito saprei cos’è giusto o sbagliato molto meglio no? E se fossimo cento
persone non ci sarebbero cento teorie “giuste” e cento persone senza errore
pronte a scagliare la prima pietra verso chi ha sbagliato? E se poi non perché
capiamo le cose ma se per un semplice caso fortuito prevediamo un fatto (dopo
averne sbagliato mille) e questo si verifica allora siamo propensi a pensare di
essere nel giusto, di possedere una buona teoria esplicativa di conoscere tutti,
di sapere, di prevedere le cose perché sappiamo come va il mondo (ripeto su
quali basi concrete?). Galileo che
inventò il metodo scientifico che tutt’ora è in uso ci insegna che una teoria è
vera dopo esser passata al vaglio di quattro fasi e nel momento in cui una di
queste non corrisponde a realtà si ci ferma e si rifà tutto da capo, infatti
nel formare un ipotesi che può essere per natura fallace, il criterio più
solido da utilizzare nella costruzione di teorie esplicative consiste nella
possibilità di falsificazione della teoria stessa, il tutto sotto un ottica
descrittiva non sotto giudizi che servono a distorcer la realtà e costruire
solo una solida presunzione che ci chiude nelle nostre vedute e non ci fa
vedere altro, e nel momento in cui la realtà non concorda con le nostre vedute
e ci presenta il conto non si fa un passo indietro ma si da inizio alla caccia
alle streghe, cercando colpevoli su cui scaricare le nostre mancanze e le nostre
paure e dopo ciò continua a giudicare ribadendo
è giusto è sbagliato e si dovrebbe etc. Le cose vanno esaminate per lungo tempo e ci
voglio pure le basi per successivamente svilupparle non su teorie personali ma
su capisaldi, altrimenti sarebbe come dare un libro ad una persona che non sa
leggere a che serve? Anche se chi raccoglie informazioni non ha le facoltà per
elaborarle che può fare? Giudicare! Dire è giusto e sbagliato a seconda di vari
fattori che intercorrono nella nostra esistenza, eppure se per correttezza
personale anche senza conoscenze varie ci muoviamo per latitudine e longitudine
nel globo vediamo come il giusto o sbagliato cambia da luogo in luogo, se ci
muoviamo nel tempo vediamo come il giusto o sbagliato cambi con il passare
degli anni secoli etc e ancora se andiamo a livello più personale (non in
quella degli altri) nella nostra storia vediamo come quello che è giusto ora
non lo sia stato un mese o un anno fa e quello di oggi non lo sarà più domani
eppure oggi ci crediamo nel giusto, ora cosi pensano i vari giudici o maestri
di turno ma io vi chiedo siete ancora convinti dopo tutti gli errori del giusto
o sbagliato ancora oggi di far da insegnati agli altri quando ancor per voi non
siete in grado di equilibravi? E’ un metro di misura affidabile il giusto o
sbagliato?
virnoctis@tiscali.it
Salve, ho solamente da aggiungere che dopo la lettura di questo articolo mi compiaccio che ancora oggi non vengono pubblicate su internet le solite paranoie e punti di vista dove tutti sono filosofi e sapienti come hai scritto proprio tu, purtroppo si sa: al mondo non tutti, ma solo rare persone ragionano e agiscono in questo modo poichè, a mio avviso, al mondo esistono solamente tre tipi di esseri umani:coloro che sanno ragionare perchè (scientificamente parlando) possiedono gli elementi adatti all'interno del proprio cervello che li rendono capaci saper agire e pensare; coloro che invece possiedono tali elementi solo in maniera superficiale, i quali per saper ragionare hanno bisogno dell'ausilio dei più saggi (io faccio l'esempio dell'ausilio di questo articolo)e coloro che invece sono ignoranti e non possiedono nessuna forma di intelligenza dal punto di vista intellettivo che li porti a saper ragionare bene prima di giudicare e, a tale riguardo oserei dire che non è colpa loro ma della natura di cui essi stessi sono fatti. E purtroppo sono proprio quest'ultimi che sono sempre pronti a dare i loro giudizi, d'altronde lo recita anche un famoso proverbio che: l'intelligente parla al momento giusto, il saggio parla solo se interpellato e il fesso parla sempre!!!
RispondiEliminaCiao
RispondiEliminache dire oltre a ringraziarti per i complimenti non posso fare altro che compiacermi nel vedere il tuo commento!Su una cosa però non sono tanto d'accordo sul fatto che ti classifichi dietro di me, se mi considererei un maestro o un guru in cerca di plausi avresti fatto centro, ma non considerandomi tale (poichè per convinzione personale penso che non esistano "maestri") anzi malgrado non ti conosco se hai captato il senso dell'articolo vuol dire che siamo sulla stessa frequenza e quindi penso che se tu scrivessi qualcosa anch'io mi rispecchierei molto nei tuoi discorsi ed imparerei a mia volta da te e quindi non sarei ne avanti ne dietro te saremmo sulla stessa lunghezza d'onda, penso che le persone siano come un diapason che anche se a metri di distanza non appena viene intonata la stessa nota egli vibra cosi penso abbia colpito te questo articolo. Se scrivessi su calcio, cantanti, trasmissioni vari, talk show etc forse "vibrerebbero" molte più persone (dico ciò senza nessun giudizio verso chi ci con ciò ci lavora e non ma solo come un dato di fatto privo di qualunque giudizio positivo o negativo) ma preferisco riflettere su altro sopratutto su me stesso, anche avendo un pubblico più esiguo,ma sto bene cosi, come penso ogni persona che trova se stesso trova il suo posto distaccandosi dalle masse e iniziando il lungo e affascinate viaggio interiore che non finisce mai e porta alla conoscenza di se ed al rispetto di noi stessi e gli altri, poi come dici tu ognuno è libero di fare della propria vita quello che vuole ovviamente con i risultati annessi eppure che dire il mondo è bello perchè è vario e quindi che dire si deve rispettare chiunque, e questo come ben sai può permetterselo solo chi sta bene con se stesso...
Grazie ancora ed alla prossima......
Molto profondo e interessante, ottime pure le sue solite sagge citazioni!
RispondiEliminaGrazie mille è sempre un piacere vedere e constatare che qualcuno legge fino in fondo l'articolo e lo commenta. Grazie!!!!!!!!!!!!!
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