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martedì 11 settembre 2012

… e quindi uscimmo a riveder le stelle …


Mi piace iniziare questo nuovo articolo con la frase che usa Dante nella divina commedia, dopo esser uscito faticosamente dall’inferno ed aver visto ogni genere di squallore, guardando il cielo stellato si riempie di fiducia e speranza, così alla fine di queste righe spero lo susciti in chi lo legga. Apparentemente potrebbe sembrare in contraddizione con l’argomento crisi che ritratterò, ma non vuol essere altro che una metafora positiva, un invito a guardare il cielo stellato che si trova dentro di noi, malgrado tutto il pessimismo che ogni giorno ci viene trasmesso dall’esterno. Scrivo nuovamente su questo argomento (ampliandolo non solo sul piano finanziario), anche se ne avevo già parlato tempo addietro, poichè ancora oggi si trova in cima alla top ten dei discorsi che fa la gente, abbiamo sempre sulle labbra il demone crisi, faremmo uno di tutto affinchè si allontani al più presto da noi, malgrado non sappiamo da dove viene e dove va, lo conosciamo per sentito dire, oggi ci dicono se ne sta andando domani è ritornato più forte che mai e ci fa ancora più paura, mi sembra un po’ come la paura del bambino per il lupo cattivo, che i genitori gli descrivono e hanno inventato per un loro scopo. La gente usa il termine come capro espiatorio di tutti i mali che ci affliggono, povertà, suicidi, perdita del lavoro, aumento dei prezzi, ansie, fobie etc, insomma questa crisi sembra la causa di tutte le nostre disgrazie, come un tempo (fino a pochi decenni fa) il demonio era la causa di ogni male (disturbi psichici, furti, pensieri erotici, omicidi etc). Oggi noi ci sentiremmo al di sopra di queste cose, che susciterebbero ilarità credendole passate e cose che riguardano altri, diremmo che ciò avveniva perché la gente era ignorante e non comprendeva, quindi mi chiedo ciò non può avvenire pure oggi in maniera più subdola malgrado tutti bene o male ci sentiamo “colti”? Non è vero che potrebbe essere la nostra una nuova forma di ignoranza più evoluta?  Ovvero anche i nostri avi si credevano istruiti e conoscitori di se stessi e padroni del mondo, in grado di insegnare il bene ed il male (quando non erano neanche capaci loro di discernerlo personalmente), comprendevano uno di tutto, poichè chi li governava con i mezzi di allora dava delle nozioni a convenienza ed oggi noi non facciamo lo stesso errore? Non seguiamo alla lettera quello che ci dicono tramite la tv e scarichiamo i nostri mali e le nostre paure sul moderno demone sotto il nome alla moda di crisi? Il quale domani si chiamerà immigrazione, mafia, pirateria etc, perche’ chi sta al di sopra di noi ci bombarda perennemente con queste convinzioni? Siamo sicuri che tutto il male sia lì e non abbia radici più profonde? Ovvero che il male parte da dentro di noi mentre noi lo cerchiamo negli altri?

Da persona che ragiona con la propria mente e vaglia tutto quello che passa con il proprio intelletto e le proprie conoscenze, prima di credere alla qualsiasi preferisco capire più che imparare a memoria, vedere riscontri empirici nella realtà quotidiana piuttosto che teorie astratte in cerca di larghi consensi, così mi sono dato delle risposte fuori dalle comode convinzioni e dai luoghi comuni di cui si fa un largo uso, le quali mi sarebbe stato più facile usarle ed ampliarle rendendole ancora più tragiche, piangendomi addosso e aspettando che arrivi un qualche messia che ci salvi, mentre noi stiamo a guardare come gli ebeti credendo di fare ragionamenti sopraffini, filosofando a ruota libera non facciamo altro che usare solo la bocca per criticare, maledire e far da maestri, crearci delle convinzioni che ci facciano sentire il centro del mondo, pronti a trovar soluzioni senza mai capire neanche dove sia il male, ossia conosciamo le soluzioni prima di conoscere la domanda …. ma che geni! (dico a me stesso)….  eppure il mondo è stato sempre pieno di persone “dotte” colmi di una scienza infusa che non si sa da dove arrivi, sempre cosi è stato e così sarà, mica posso cambiarlo io? L’unico modo per cambiare le cose è cambiare il mio mondo e il mio modo di vedere le cose, non cambiare gli altri e cercare consensi, se cambio io cambia il mondo, imparare ad ascoltare gli altri ascoltando noi stessi più che parlare, aprire la mente svuotandoci delle nostre convinzioni ed insegnare unicamente a noi stessi e non ad altri! Questa penso ed ho sempre pensato sia la strada maestra per chi vuol comprendere il mondo che ci circonda, l’altra strada è il parlare in modo logorroico senza mai azionare i neuroni. Guardando sin da piccolo con curiosità tutto ciò che mi circonda non mi sono mai accontentato e non mi è piaciuto mai fermarmi a ciò che si vede ed a ciò che mi dicono, ho sempre voluto scandagliare e toccare con mano, osservare attentamente e a volte ragionare per anni prima di capire qualcosa, mentre vedevo e vedo (e penso così continuerà ad essere finchè esisterà l’uomo) che a molte persone basta uno sguardo e già conosce tutto, lasciando il cervello ad un salutare riposo e muovendo solo le labbra, così ripeto piuttosto che capire se stessi (ed in seguito gli altri) si è sempre pronti ad insegnare, ciò al di fuori di ogni giudizio penso abbia una sua ragion d’esistere ma per ora faccio finta di non capire parlandone un'altra volta. Che dire… se le persone sono contente così perché dovrei rompergli le scatole? Se spesso si cercano persone da ammaestrare o capitando sotto tiro pure io vengono a farmi da maestro perché dovrei toglierli il piacere contrariandoli e facendo lo stesso errore? Non superando i limiti e rimanendo ognuno al proprio posto mi sta anche bene, non ho nessun risentimento verso chi agisce in questo modo, né mi credo superiore o inferiore alla massa, nè li invidio minimamente poiché se si guardano i risultati (e non le premesse) la differenza c’è, d’altronde verba volant…. Comunque dopo questa premessa, che per ora può sembrare fuori tema ma che ha un nesso logico con il seguito e quello che cito in ogni articolo, ovvero la responsabilità personale delle nostre azioni, ci tengo a precisare che quello che scrivo è solo frutto del mio ragionamento, personalmente penso che non lo considero ne giusto ne sbagliato è solo mio! Tutto vuol essere tranne che una critica, un giudizio, una lezione agli altri, un sentirmi al di sopra della massa o dei singoli, per me è un parlare in silenzio alle persone fuggendo i dibattiti inutili, parlo in forma anonima cercando di alienare commenti (positivi e non) che si possano collegare alla mia persona e non a quello che scrivo, deviando lo scopo. Poichè concordo con quanto diceva Socrate, ovvero che la verità va partorita non inculcata con discorsi e teorie varie, ognuno deve far fare alla propria mente il “travaglio” simile a quello di una puerpera ed in seguito partorire la verità, questo percorso dura tutta la vita non un periodo, quindi non intendo forgiare maestri che si gloriano di belle e pompose teorie prese con il “copia ed incolla”, come spesso vedo per strada, nei talk show o in alcuni siti. Altro fine di questo scrivere vuol essere un modo di guardare in positivo le cose chiamandole con il loro nome, guardando il bicchiere mezzo pieno e senza nessun buonismo, uno sfogo a tutte le cazzate che escono dai tg ed alla gente impaurita e presa dal panico e che (purtoppo) non ragiona con la propria mente ma ingoia tutto quello che dicono gli altri, come facevano tempo addietro le madri per dar da mangiare ai figli, non avendo facoltà di masticare e non esistendo omogeneizzati ,il cibo veniva masticato ed in seguito gli veniva imboccato. Così restando ancorato con i piedi per terra e non facendomi prendere dal panico per quello che mi circonda ho cercato di analizzare dall’inizio (2008) in cui è partita questa bomba chiamata crisi economica fino ad oggi in cui ne siamo in mezzo. Osservando le persone che incontro lungo la giornata continuo a vedere una sempre maggiore paura ed insicurezza del futuro, persone che perdono il lavoro, tasse che aumentano, benzina, spesa, malattie, problemi…. mamma mia se fossi un alieno che guarderebbe dall’esterno direi, perché non si organizza un suicidio di massa? Non si può vivere più! Ma vivo in mezzo alla mia gente di cui ne faccio parte e ripeto non la critico, anzi capisco il disagio di chi mi circonda anche se non sono d’accordo con i modi di vedere le cose: Ah che erano belli i tempi in cui… una volta …. Ah ci vorrebbe…. Se ci fossi io farei … potrei mettere ad ogni esclamazioni le varie frasi che ascolto e sarebbero le più svariate, simpatiche e non ma quello che più mi fa rabbrividire e come molti miei coetanei (compaesani e non) ragionino così, forse neanche mio nonno (o quello di qualcun altro) ci ragionerebbe, poiché penso che la maturità ed apertura mentale di una persona non sia una cosa dovuta e legata all’età anagrafica e quindi all’anzianità ma sia solo il frutto del travaglio personale sopracitato. Ora chi fa questi ragionamenti si crede una cima, si crede che sta facendo un discorso degno di essere inciso su pietra, eppure se si chiude la bocca e si ragiona che si sta facendo? Quello che si è fatto sempre nei secoli, piangersi addosso e lamentarsi! A Tal proposito mi viene in mente una canzone “La città vecchia” di De Andrè in cui dipinge molto bene la condizione della massa (senza condannarla), vittima non del potere ma della propria ignoranza:     … Una gamba qua una gamba la gonfi di vino, quattro pensionati mezzo avvelenati al tavolino, li troverai là con il tempo che fa estate ed inverno …. a stramaledir le donne il tempo ed il governo, loro cercheran la felicità dentro un bicchiere per dimenticare di esser stati presi per il sedere… ecco guardando i miei coetanei penso non sia cambiato nulla e se penso a quelli che verranno sarà la stessa cosa. Comunque piuttosto che stracciarmi le vesti e dare la colpa agli altri, dire che siamo arrivati alla frutta pensando alla fine del mondo o scenari apocalittici, dire che non se ne può più e che succederà qualcosa (aspettando il solito messia) mi sono chiesto: “che cos’è una crisi in generale”? Abbandonando i luoghi comuni, tragedie, paure etc secondo le mie conoscenze acquisite e non importate da esperti di turno, mi rispondo partendo dall’etimologia della parola stessa crisi, la quale deriva dal greco crino  (krinw) che significa io scelgo, discerno, vaglio, giudico, quindi di per sé non vedo una valenza positiva o negativa del termine, anzi pensando ad un esempio concreto mi viene in mente quello del contadino o di qualche muratore delle nostre zone che usava “lu crivu” (vocabolo dialettale che deriva sempre dallo stesso verbo), ovvero uno strumento che serve per dividere la materia prima dall’impurità, quindi dopo un po’ di fatica si ottiene un buon risultato, se lo si usa sul piano psicologico, storico o personale (e questo discorso essendo molto ampio non voglio ridurlo con poche parole lo tratterò a parte in un altro articolo) tutti cercano di fuggire ogni genere di crisi ma perché e soprattutto continuo cos’è? Non è una cosa brutta? Come il contadino che fatica per discernere il grano dalla sporcizia o del muratore che divide la sabbia dalle pietre? Meglio non faticare, (soprattutto mentalmente) crederci veri conoscitori degli altri e di noi stessi, non entrare mai in crisi e restare nell’ambiguità e nella sporcizia, non ci piace circondarci di persone che riteniamo amiche e poi lamentarci di loro? Eppure io mi chiedo chi le ha scelte? Chi deve fare la cernita? Quindi se si credeva ma poi…  se sembrava ma poi …. la colpa non è degli altri ma di chi sceglie che credendosi conoscitore non sa neanche accerchiarsi di persone sane (quando si trovano), quindi in questi casi si entra in crisi, cadono tutte le teorie che ci eravamo costruite ad hoc è resta solo la realtà, ma è questa che fa vedere le cose per come sono, che ci fa crescere, ma è dura non piace quindi spesso vedo che è meglio fuggire voltarsi dall’altro lato e non entrare in mai in crisi però insegnare agli altri in base ai nostri successi o alle nostre scottature, ma razionalmente non vedo risultati, non vedo frutti anche se penso che anche questo abbia ragion d’essere. A noi ci piace circondarci di gente che ci chiama amico e compare ed adagiarci nella nostra ignoranza e nelle nostre convinzioni sempre mutevoli ma sempre giuste (contraddizione palese se solo si ragionasse), evitando ogni tipo di dubbio, ovviamente ciò ci fa comodo ci piace ma poi se ne raccolgono i frutti, cosi ripeto la colpa sarà degli altri, noi ci chiuderemo a riccio e ci adageremo su altre posizione di chiusura, che anche se diametralmente opposte porteranno allo stesso risultato evitare la crisi, il discernimento, evitare di comprendere noi stessi e poi gli altri, evitare di aprire la mente e pensare di essere nel giusto cambiando posizione, ma si resterà sempre persone puerili di cui il mondo ne è stato e ne sarà sempre pieno. Se il bambino non entra in crisi mettendo in dubbio tutto quello che gli è stato insegnato fino ad allora come potrà maturare e divenire adolescente? E se l’adolescente e l’uomo poi non entra perennemente in crisi uscendo dai luoghi comuni che ci fanno sentire che abbiamo capito tutto della vita come si potrà maturare? Così la maggior parte delle persone (spero chi legge, come faccio io, non pensi agli altri ma si faccia un autoanalisi quotidiana) purtroppo vedo,  e  tanti altri prima di me hanno visto, che si passa da fanciulli ad anziani senza mai essere maturati ed a veder ciò mi muore il cuore, ma come diceva Virgilio a Dante nell’inferno : non ti curar di loro ma guarda e passa… e cosi mi ripeto io, non per essere menefreghista nei confronti altrui o perché manchi di filantropia, ma perché sono convinto che la crescita sia personale non indotta, anche la saggezza popolare dice che chi si prende pena della carne altrui la sua se la mangiano le belve, cosi come Platone nel mito della caverna da una lezione di vita sempre attuale su questo argomento, infatti penso che l’unico modo per far del bene agli altri, soprattutto chi ci sta vicino, è investire su se stessi, ovvero se per primi non ci riempiamo noi che dobbiamo dare agli altri? Non suoneremo come una campana sorda? E quante persone ci sono nel mondo così, che fuggono la crisi però insegnano agli altri? Un po’ come fanno i nostri politici ci parlano di come fare a far quadrare i conti malgrado loro non hanno avuto mai questo tipo di problema, eppure non ci insegnano come fare? E noi non siamo pure così? Non insegniamo agli altri quello che noi non sappiamo? (Allora penso sia vero che siano lo specchio di quello che siamo)!Comunque non voglio dilungarmi su questo che tratterò in “separata sede” voglio ancora chiedere se pensate alla crisi come un fattore negativo? Ovviamente la domanda sarebbe scontata se lo domanderei sicuramente tutti mi direbbero no, anzi avendo acquisito delle nozioni magari penseremmo di andar a fare dei bei discorsi, far vedere che abbiano delle ottime teorie esplicative, far bella figura davanti altre persone, ma a che serve se non si lavora su se stessi? Fumo negli occhi ed un buco nell’acqua! Il mondo non ha mai avuto bisogno di maestri ma piuttosto di esempi! Se chi legge non fa una “ruminatio e meditatio” come si fa per le sacre scritture, il tutto sarà stato un bel discorso, belle parole e buone intenzione di cui la strada che conduce all’inferno ne è piena. Ecco perché spesso non parlo o quando lo faccio parlo in privato perché non voglio discorsi gridati e folle che mi considerino come maestro (questo lo lascio fare a chi ne ha di bisogno) ma parlo in privato e do il frutto del mio ragionamento a chi dico io, non lo do al primo che passa, cosi spero non lo faccia chi legge, non impari a pappagallo la lezione e la ripete ad altri ma la faccia sua ed la assimili, ne porti un frutto che sia suo cosi che spero potendolo leggere o sentire sia di spunto anche per me, altrimenti se una persona accorta chiede come si è arrivati a queste conclusioni e dove siano le fonti, se non si risponde non si farà una cattiva figura? Come quando si copia un compito in classe ed all’ interrogazione alla lavagna si fa scena muta, altresì spero che sempre in chi legge non si dia risposte lampo o a me rivolta ma sia quello “strappo” che metta in moto i nostri neuroni con la voglia e la curiosità che ha il bambino di imparare e vedere il tutto sotto un ottica nuova e con i nostri occhi. Continuando le mie riflessioni sul fenomeno attuale mi viene in mente G.B.Vico quando parla dei corsi e ricorsi ciclici della storia, quindi diciamo che questa crisi volendo potrebbe essere analizzata come un passaggio naturale, come molti c’è ne sono stati nella storia, no? Se vogliamo possiamo esaminarla come un fattore quasi obbligato, come la notte che precede il giorno, come un cambiamento in atto, una scossa di assestamento eppure ho i miei dubbi sulla naturalità di questa crisi sono parecchi ed esaminandola accuratamente e documentandomi penso (non solo io ma molti più esperti di me in materia come ex ministro Tremonti ed altri che citerò) che sia una lucrosa forzatura sulle spalle della povera gente. Se guardiamo la nostra società vediamo come oggi fa da padrona l’economia e non il lavoro, ovvero la nostra costituzione “fondata sul lavoro” sembra obsoleta, il nostro stato (come la maggior parte di quelli occidentali ) è fondato sull’economia. Per lo stato siamo persone sempre più da spremere, se compriamo casa lo stato vuole l’imu, ma lo stato da incentivi per comprarla? Se compri un televisore lo stato vuole il canone, ma se c’è una partita devo pagare altri abbonamenti, se compro un auto lo stato vuole il bollo, ma l’auto l’ abbiamo comprata a metà? Lo stato aumenta le tasse e se ne frega dei suoi figli che sono allo stremo poiché deve far cassa, quindi il cittadino non è più tale ma è visto solo come un contribuente; in teoria le tasse servono per sovvenire ai bisogni ed ai servizi dei cittadini che in base del loro reddito ne usufruiranno gratuitamente o in parte, ma in realtà servizi diminuiscono essendo tutto a carico dei cittadini. Un esempio lampante che mi viene in mente è quello di una signora mia conoscente che una volta arrivata all’ospedale per curarsi  ha dovuto andare in farmacia comprarsi le medicine, allora perché si pagano queste tasse sempre più esose? Se lavoro debbo pagare le tasse prima con i contributi per la pensione (quella dei politici e i loro privilegi) dopo li ripaghi con il reddito,se non lavoro però lo stato non ti da nessun aiuto o un lavoro alternativo e dove sono finiti i soldi delle tasse che ho pagato? Quindi un padre di famiglia che si rompe la schiena una giornata in campagna (per dar da mangiare ai tuoi figli non per arricchirsi altrimenti farebbe un altro mestiere) e non pagha le tasse diventa la piaga del paese, un parassita cosi ci fanno credere e se non si ragiona (come fa la massa) sembra che abbiamo trovato la soluzione (ma vedendo ciò mi cadono le braccia, poiché ripeto che la colpa non è loro ma nostra che non usiamo assolutamente la nostra razionalità ma solo le labbra e peggio ancora ci crediamo dotti. Non capiamo sia perché non si ragiona sia perché non abbiamo la pazienza di osservare e tenere il culo sulla sedia (cosi diceva un mio professore) documentandoci acquisendo conoscenze che ci consentono di capire la realtà, non con ciò che ci imboccano i tg ma mettendo in crisi le nostre giornalmente le nostre  convinzioni, costruendo quotidianamente il nostro sapere e non essendo come delle barche in mare sbattute ora qua ora la dove tira il vento, se non siamo in grado di capire cosa diciamo facendo i pappagalli dei tg o degli esperti di turno come possiamo spiegare agli altri ed in primis a noi stessi? Se si crede alle verità della televisione o si ci chiude a riccio dicendo di buttare la tv dalla finestra fuggendo quello che ci circonda non otterremo lo stesso risultato? Penso siano gli opposti di un continuum dove o nell’ uno o nell’altro caso non si capirà, non si deve essere buoni o cattivi bianco o nero ma si ci deve documentare ripeto formarsi ed investire su se stessi solo allora saremo in grado di vedere e discernere, vedere e filtrare le cose capendole non rifiutandole o ingoiandole con gli occhi chiusi, penso solo la conoscenza che di per sé è svuotamento delle convinzioni acquisite ci porterà alla vera liberta ed alla padronanza di noi stessi, solo quando saremo padroni di noi stessi riusciremo ad avere piena libertà. Così continuando ad riflettere sul discorso lavoro ho notato come spesso  è sottomesso alle quotazioni in borsa delle materie prime, alle esigenze dei mercati, ai magnati della finanza decidono i quali decidono chi debba governarci, anche se ciò in democrazia non dovrebbe avvenire poiché  non avviene neanche in guerra, ed adesso come mai il governo che l’Italia aveva votato è stato destituito sotto i dictat dell’Europa che ha piazzato le sue pedine nel nostro governo? Allora non siamo in democrazia ma in una dittatura! Una dittatura formata delle banche e dalla finanza che come pupari muovono le proprie pedine nei vari stati membri, piazzando i loro scagnozzi che come per magia trasformano in legale (con decreti più che leggi) ogni loro desiderio riempiendo le loro pance già gonfie ed asciugando le già vuote tasche dei cittadini, arricchendosi sulle disgrazie e i debiti dei vari stati (vedi la Grecia). Per chi non ci crede gira su internet un video molto interessante di pochi minuti, l’indirizzo è il seguente: http://www.youtube.com/watch?v=auUIkSiKFeg  ovviamente censurato da tutte le tv (guardatelo e indovinate perché) dove l’europarlamentare inglese Nigel Farage attacca la politica europea attuale criticando la vergognosa farsa del governo fantoccio della Grecia e della vergognosa catastrofe sociale ed economica, in cui critica l’ illegittimità dei governi non eletti attuali, del nostro governo Monti che ha destituito Berlusconi, tutto frutti di spregiudicati governi non politici ma finanziari ai vertici dell’europa pilotati dal governo tedesco, però penso sia meglio quando ci fanno vedere invece  gli europarlamentari che lodano il governo Monti che ci sta salvando buttandoci sull’astrico!E dico a me stesso ma la colpa più grande non è del popolo che acconsente ciò? Dov’è la coscienza politica del popolo? Dov’è la coscienza civile delle forze dell’ordine che credono che prendendo alcuni poverelli che lavorano per un pezzo di pane e sbattendoli sul giornale si illudono che salveranno la patria? Se la storia è maestra cosa cambia quando nel periodo fascista si credeva che denunciando un ebreo (sempre sotto i dictat tedeschi) si sarebbe fatto un bene per la patria? Così mi chiedo pure dov’è la coscienza civile delle forze dell’ordine cui sono pure parte di questa macelleria sociale? Non è vero che le cose peggiori come diceva Oscar Wilde che i crimini peggiori nella storia sono stati fatti con buone intenzioni? Vi sembra giusto che lo stato contrae debiti verso banche dirette da privati ed in seguito  spalmino il debito sulla popolazione costretta ad sentirsi fortunata ad avere ciò che le spetta per diritto ovvero il lavoro? Come dicevo prima ovviamente il lavoro è obsoleto ormai, si può guadagnare senza lavorare e meglio, ovvero l’occidente capitanata dal sistema americano a portato con se come in un effetto domino questa crisi e la crisi è un ottimo parafulmini per spremere soldi da tutte le parti rubando ai poveri per dare ai ricchi? Ma quello che di più mi dispiace è il vedere come la forza di questa vergognosa pagliacciata sia la gente. Ci troviamo in una situazione in cui come dicevo prima l’economia ha sopraffatto il lavoro, dove un imprenditore che con i propri sacrifici riesce a crearsi uno stabilimento e dar da mangiare a diverse famiglie o permettersi qualche lusso, debba dar conto allo stato di come abbia fatto, come se quei beni li avesse rubati ma io mi chiedo se lo stato interviene quando una persona col proprio sudore riesce a far qualcosa perché non va a cercare le persone quando muoiono di fame e non possono arrivare a fine mese dandogli aiuti o un lavoro? Siamo solo persone da spremere poiché siamo visti solo come contribuenti e non come cittadini! Frutto del capitalismo è anche questo! Mi è piaciuta l’idea di un commerciante che dovendo chiudere l’azienda stremata dalle tasse ha messo un cartello fuori che diceva più o meno così: ho visto persone con la terza elementare dare lavoro a decine di famiglie, mentre oggi persone con tre lauree in tasca li rimandano a casa. Perché chi ha un azienda con centinaia di dipendendi a carico deve avere lo stato come sanguisuga ed vedersi costretto e stremato dalle tasse a chiudere,e chi come senza far niente senza possedere ne stabilimenti ne dipendendi come l’inventore di facebook  può fare un regalino ai propri collaboratori pari a 300.000 €? Che produce? Che fa? Niente! Eppure l’economia lo premia, indirettamente noi lo premiamo, le borse lo premiano mentre chi lavora ormai è obsoleto (guardando a lui o chi come lui come un esempio quindi tradotto noi al suo posto probabilmente faremo lo stesso ma per ora facciamo come la volpe che non può arrivare all’uva), l’economia un tempo basata sulla forza lavoro si è virtualizzata e come dice Tremonti nel suo libro in cui spiega fenomeno dicendo che questo era un passaggio obbligato, che doveva avvenire ma non ora poiché non ne eravamo pronti ed i tempi non erano maturi, quindi la forzatura di questo passaggio da parte di poche persone a portato ad una crisi non naturale ma forzata con l’intento di favorire gli interessi dei pochi e gravare sulle spalle del popolo e la classe media ormai in estinzione. Quindi questa crisi penso non è ne naturale ne buona è solo frutto della nostra ignoranza, è frutto del popolo che non capisce e si commisera aspettando questo messia che ci salvi,spesso lo cerchiamo in ogni politico con un viso nuovo che chissà quali cambiamenti dovrà portare, ma se non cambiamo noi chi potrà salvarci? E’ colpa del popolo che pur essendo sovrano non ne è cosciente è dormiente e si mette nelle mani nel proprio carnefice che mentre egli mangia carne al popolo butta le ossa e ci si litiga attribuendo il male a chi non paga le tasse, a chi lavora in nero, agli immigrati etc, non pensando che i parassiti sono loro che non solo non pagano proporzionalmente al loro tenore di vita ma mangiano sulle nostre ed il popolo come pecoroni ad ogni elezione li va a premiare facendosi illudere! Allora penso che la causa del nostro male siamo noi stessi e la nostra nuova forma di ignoranza, ci crediamo dotti rispetto ai nostri avi, ma siamo forse ancora più chiusi poiché avendo le possibilità non le sfruttiamo! Crediamo che il grande fratello sia quello che fanno in tv e non sappiamo che è un libro di G. Orwell dove già prevedeva che un giorno un governo che nessuno conosceva chi fosse con un grande occhio ci avrebbe controllato tutti, e visto le tecnologie attuali penso sia stato una persona lungimirante che ci abbia azzeccato, eppure continuiamo a sentirci dotti…. Non pensiamo che tutte le nostre attività su internet sono monitorate e si possono conoscere gusti, preferenze, acquisti e molto altro eppure ci sentiamo al passo coi tempi! Ci piace avere sempre nuovi cellulari che fanno tutto e ci sentiamo aggiornati ma non pensiamo ai danni che potrebbero provocare alla nostra salute (vedi il tabacco, l’ethernit etc) ed a come siamo controllati dove si possono sapere tutte le nostre amicizie discorsi etc, eppure li regaliamo anche ai bambini con ciò dimostrando che siamo “ciechi guide di altri ciechi”! Adesso si dovrà pagare tutto con carta elettronica cosi anche una persona che va a comprarsi il pane o far la spesa dovrà dare conto di come fa per mangiare, eppure ci sentiamo al passo coi tempi, dobbiamo essere persone avanti e poi popolo moderno, virtualizzare la moneta, ma non ci rendiamo conto che cosi facendo graveranno sulle nostre tasche tutte le operazioni anche per pochi euro di spesa arricchendo ancor più le banche e restando sotto controllo? Quello che loro definiscono mafia, pizzo e ne danno una valenza negativa mi chiedo cosa cambia con lo Stato e le tasse? Summum ius summa iniuria (sommo stato somma ingiustizia)  diceva Terenzio ed ancora oggi malgrado la lontananza nei secoli sia attulale, poiché come denunciava il garante della privacy siamo arrivati al punto che ogni cittadino italiano in quanto tale è un potenziale evasore, quindi in automatico si dispone un controllo su tutto il popolo italiano, mentre prima ciò avveniva solo dopo l’accertamento o la presunzione di reato, oggi lo siamo tutti a priori, non è una vergogna? Ma non tanto questo discorso ma la legittimazione di questo da parte del popolo! Poiché penso che chi sta sopra di noi e ci governa, nei paesi cosi come nelle nazioni, chi ci sta accanto e le persone di cui ci circondiamo (togliendo i parenti che non si possono scegliere) amici, compari, persone a cui affidiamo le nostre cose e la direzione della qualsiasi non ci rispecchiano anche se li critichiamo? Ripeto a dire chi li sceglie? Quindi essi sono l’espressione di quello che siamo, del nostro crederci dotti e non conoscerci e non conoscer gli altri altrimenti penso non si farebbero certi errori, ed ecco allora penso piuttosto che inveire contro governo, sindaci, politici, amici, etc pensiamo che forse siamo noi che non andiamo bene non gli altri, non si dice dimmi con chi vai e ti dirò chi sei? Penso quindi che dalle persone che ci governano e ci stanno vicine si può capire chi siamo, se facciamo un autoanalisi quotidianamente e non critichiamo mai nessuno e neanche noi stessi penso si capiranno molte cose, ripeto la via da seguire è investire su se stessi, conoscersi, bisogna uscire dalla “caverna”, solo allora tutto ci sembrerà più chiaro e vedremo finalmente gli oggetti non le loro ombre! (come nel mito delle caverna di Platone). Comunque infine il mio pensiero principale va a tutte quelle persone che a causa di questo sistema capitalistico, basato sull’economia e non sull’ uomo, sono state e saranno vittime di questa macelleria sociale ed umana, di questo gran disastro chiamato euro, chi ha perso il lavoro, a perso una persona cara, o è stremata per altri motivi, penso che questo articolo non serva più di tanto, non risolverà i loro problemi concreti, che importa sapere le cause e non poter dar da mangiare ai figli? Non voglio far da maestro a nessuno e soprattutto con loro il silenzio è la miglior cosa, ma mi preme denunciare questa carneficina attuata da queste persone senza scrupoli e prendere coscienza che se una persona perde il lavoro non è perché c’è crisi, ma perché la crisi viene creata e gestita ad uso e consumo di poche persone, esser cosciente di questo farà prendere in mano il timone e dominare il cambiamento e se molte persone lo capiranno penso che sicuramente cambierà qualcosa, se una massa diventa una massa pensante è una forza che difficilmente si potrà prendere in giro, ma se la massa resta una massa che fa solo rumore e chiasso con l’intendo di cambiare il mondo (come i forconi) senza cambiare se stessa per prima cosa otterrà? Nulla!Dopo tutti i disagi creati cosa si è ottenuto? Nulla perché a mio modo di vedere chi pilotava questo movimento aveva più scopi politici che volontà o intenzione di cambiare le cose e forse pure chi lo poggiava era più intento a far clamore che colpire al centro del problema. Non si deve aspettare che ci piova la manna dal cielo o che venga un politico con la bacchetta magica e cancelli tutto, o andare a far parate di proteste che si dissolvono come fumo, ma essere noi padroni di noi stessi ed essere consapevoli che siamo noi gli artefici del nostro destino! Ripeto se ci sono queste persone al governo non è a causa della crisi ma è la nostra ignoranza che li mette lì, essi sono solo lo specchio del nostro stile di vita, ovvero penso che sono le persone che ci piacciono ed invidiamo, chi a loro posto non farebbe lo stesso sguazzando nei privilegi fregandosene del cittadino? E quindi finchè non entreremo noi personalmente in crisi allargando le nostre vedute, non arriveremo mai ad una svolta, non saremo noi che governeremo il cambiamento ma seguiremo quello che ci dicono e se c’è lo dicono e lo facciamo non siamo forse concordi? Quindi piuttosto che maledire pensiamo che nulla e nessuno può mutare il nostro io, i soldi vanno e vengono, la salute e tutto il resto ma mai nessuno potrà portarci vià il nostro io quando sarà formato e stabile, la persona che metterà in crisi se stessa maturerà ogni giorno e “costruirà la propria casa sulla roccia e ne il vento e le tempeste terremoti potranno abbatterla”, ma chi fa affidamento sulle proprie convinzioni i propri beni, politici, amicizie etc alle prime intemperie vedrà la sua pochezza e vedrà cadere il tutto come chi “avrà costruito la propria casa sulla sabbia così verrà il vento, le tempeste e i terremoti e cadrà tutto e la sua rovina sarà grande”. Ora penso che chi costruisce se stesso nulla potrà mai scuoterlo, si avranno dei tentennamenti ma mai niente o nessuno potrà cambiarci il nostro modo di essere e la nostra serenità, così le intemperie e le varie difficoltà della vita saranno solo il banco di prova su cui uscirà quello che siamo, non sono gli eventi di per se che ci condizionano ma siamo noi che li leggiamo secondo il nostro modo di essere, un giorno un dottore mi raccontò di aver visto malati terminali gioire e portare con dignità la propria sofferenza, cosi come aveva visto persone con un dito infortunato imprecare e credersi un martire, quindi che cambia se non il nostro modo di vedere le cose? Spesso si viaggia in cerca di luoghi meravigliosi e fantastici ma mai si inizia il viaggio interiore che dura tutta la vita ed in cui si scoprono sempre nuove cose di noi sempre più belle e meravigliose che ci arricchiranno sempre più! Allora si anche in mezzo alle intemperie saremo in grado di sorridere e ciò non dipenderà chi ci governa o ciò che ci succede ma solo da noi! Siamo noi come diceva Gorgia misura di tutte le cose, quindi ripeto questo mio ragionamento non vuol essere una critica nei confronti di nessuno, ne del popolo, ne di chi non ragiona  neanche verso chi ci governa, altresì vuol essere un messaggio di speranza e positivo malgrado “il periodo turbolento” e solo quando saremo padroni di noi stessi quindi lavorando su noi non sugli altri, cambieremo il mondo, allora si come citavo all’inizio usciremo dall’inferno che ci circonda e potremmo ritornar a veder le stelle.



















P.S. Da considerarsi come gli altri articoli come una brutta copia per grammatica e sintassi poiché non mi importa la forma ma il contenuto.

4 commenti:

  1. Hai ragione è proprio questa enorme crisi interiore a far scaturire ogni genere di crisi eppure è andata sempre così e credo andrà così per chisà quanto tempo ancora, perchè ci sono persone che per comprendere determinate cose hanno bisogno sempre dell'aiuto di altre persone essendo che si lasciano troppo influenzare dalla qualunque, l'unica via d'uscita fosse che questa gente si faccia trasportare da un buon maestro, ma forse nemmeno questo è il punto perchè dovrebbero saperselo scegliere questo buon maestro. Quindi cosa posso dirti, non mi rimane altro che sperare assieme a te che questo articolo venga letto da chi è in grado di saperlo leggere, dal momento che, secondo me, non si è analfabeti solamente se non si ha appreso l'arte del saper leggere e del saper scrivere, ma quando non si apprende il saper pensare e oggigiorno questo tipo di "analfabetismo" mi pare sia molto diffuso,
    E POI DICONO CHE L'UOMO SI DIFFERENZIA DAGLI ANIMALI PERCHE' POSSIEDE L'USO DELLA RAGIONE!!!!

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    1. Ciao Anonimo

      intanto grazie mille per il commento e per esser arrivata fino in fondo (ci vuol coraggio a leggerlo tutto), comunque sulle persone che per comprendere determinate cosa hanno bisogno di maestri sono un pò perplesso, poichè penso che se una persona non è portata al ragionamento neanche se gli scende un guru possa arrivarci (non per discriminare ma perchè la storia ci è maestra), penso che piuttosto la massa vada in cerca di conferme alle proprie opinioni più che in cerca della verità! Quindi meglio trovare un "compare" che annuisca alle nostre teorie piuttosto che qualcuno che ci apra la mente.Ma come dico nell'articolo "mondo è stato e mondo sarà" che possiamo farci? LA ragione dovrebbe distinguerci dagli animali in positivo non in negativo come spesso accade. Comunque grazie ancora e buona lettura a breve pubblicherò un altro articolo più leggero e divertente......

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    2. Hai ragione anche su questo. Comunque ho avuto modo di leggere l'altro articolo e oltre ad essere divertente come dici tu lo trovo abbastanza interessante riguarda ciò che ogni italiano dovrebbe sapere della propria lingua, ma che è solito tralasciare....

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  2. Ciao, ti ringrazio sempre per l'interessamento ai miei articoli e per leggerli fino in fondo e commentarli... Grazie ancora.....

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